Scultore, pittore, grafico e fotografo, Giuseppe Graziosi nasce a Savignano sul Panaro nel 1879. Forma la sua personalità artistica a Modena presso il Regio Istituto di Belle Arti per poi completare il percorso a Firenze, Roma e Parigi. Vive a Firenze e Milano ma non si allontana mai da Modena dove mantiene vivi i rapporti e partecipa alle attività culturali della città.
Se le tematiche preferite nella fase giovanile della sua arte sono le ambientazioni rurali, dai quali proveniva e il realismo sociale, in età più matura si avvicina all’arte di Rodin e Millet, a caratteri e tematiche rinascimentali, alla vita e ai personaggi del mondo contadino; tra le opere si attestano numerosi nudi femminili.
Docente di scultura a Milano, Firenze e Napoli, dal 1903 al 1942 partecipa alle esposizioni internazionali di Venezia e ottiene un grande consenso al punto da aggiudicarsi numerose commesse pubbliche monumentali in Italia e all’estero.
Deceduto (1942) le sue opere dal castello di Maranello vengono donate, dai figli Paolo e Rosetta, al Museo Civico d’Arte di Modena e dal 1994 allestite nella Gipsoteca a lui dedicata.
Attraverso le opere custodite è possibile ricostruire la vicenda artistica di Giuseppe Graziosi.
Le settanta opere plastiche (bozzetti in terracotta, gessi originali e copie) illustrano i processi creativi e l’evoluzione di uno degli artisti più interessanti del modenese. Le grafiche, le litografie e le incisioni, eterogenee per tematiche e tecniche, raccontano la volontà di sperimentare le diverse tecniche espressive.
Partendo dalla Gipsoteca è possibile percorrere un cammino ideale di scoperta del Graziosi attraverso le opere presenti nel tessuto cittadino. Si ricordano: Il Profeta Ezechiele per la Tomba Giovanardi; Il Dolore che caratterizza la Tomba Borsari; La Fontana della Ninfa in piazzetta San Giacomo; Venere, Bacco, Cerere e Vulcano ad adornare Palazzo Ducale; Il Redentore (1920) in Duomo