Si scendono le scale per arrivare in ambiente scuro, essenziale, un vero teatro, un palcoscenico dove ogni sera si esibiscono artisti jazz. La cucina è moderna, cosmopolita, ricca di contaminazioni tanto francesi quanto asiatiche. Lo chef consulente, Gabriele Cordaro, è un giovane che ha raccolto esperienze importanti in numeri ristoranti stellati della Capitale, nonché da Massimo Bottura alla sua Osteria Francescana. Dal menu è possibile ordinare piatti di carne, pesce o esclusivamente vegetariani. Si parte con la tartare di manzo con giardiniera e yogurt al porto o con la parmigiana scomposta, o ancora con il più romano uovo a 62 gradi, spuma di pecorino, polvere di parmigiano e crumble di pepe nero. Tra i primi, tutti a base di pasta fresca fatta in casa emergono il tagliolino con pomodoro giallo, gambero e pistacchio e il cappellaccio ripieno di ricotta e lemongrass, nido di verdure croccanti e beurre blanc al sakè. Godurioso l’astice al bbq con carciofo croccante così come l’agnello in teriyaki con sedano rapa e pak choi. Sempre presente in carta è il polpo arrostito con kabayaki, patata dolce e cipollotto di Tropea. Si può concludere con un tiramisù rivisitato di ottima fattura o con una più fresca panna cotta allo yogurt e frutti di bosco. Il servizio è competente e preparato. La cantina è piccola ma riesce a soddisfare tutte le richieste. Molto valida è la carta dei cocktail ideati dal barman Anton Khella