A pochi metri da via del Tritone e dai giardini del Quirinale c'è questo locale giovane e controcorrente guidato dallo chef e patron Nicholas Amici. Dopo esperienze importanti tra Gran Bretagna e Spagna ha deciso di tornare nella capitale per proporre una cucina contaminata e multiculturale. L'ambiente è intimo, minimale, arredato con tavoli lasciati nudi e pareti scure, una testa di toro in ferro all’ingresso e una porta in ferro battuto che richiama il classico bunker. L’impostazione del menu è atipica: non c’è suddivisione tra antipasti, primi e secondi ma una semplice lista di piatti da condividere, ordinare in forma classica o a cui aggiungere una dose extra. Tra i piatti, dai nomi bizzarri, ci sono il “Co-no? 3 gusti grazie!” a base di coda, crema al wasabi e cioccolato e il “Fish & Chicks” a base di ricciola, pelle di pollo, leche de tigre e pomodoro bruciato. Poi tortelli cozze, mortadella, salsa fresca al pomodoro e crackers sautè, il "Fake hot dog" a base di pane di mais e un würstel di maiale e manzo. Si consiglia di optare per uno dei tre menu degustazione da cinque o sette portate. In sala Guido Sardi seleziona etichette di nicchia. Il servizio è competente e professionale.