L'altopiano calcareo degli Iblei è caratterizzato da numerose incisioni praticate dai corsi d'acqua, dette localmente "cave". Di queste, la più suggestiva della zona sud-orientale del tavolato è senza dubbio la cava d'Ispica (m 338). Benché il paesaggio qui sia di grande fascino, l'interesse maggiore è costituito dalle fitte e continue tracce della presenza umana, dall'Eneolitico agli inizi del secolo scorso, che fanno di questa "cava" uno dei luoghi storici più rappresentativi della Sicilia preclassica e tardo-antica. I primi scavi furono effettuati nel 1905 da Paolo Orsi, ma già alla fine del XVIII secolo l'habitat rupestre della cava d'Ìspica era stato colto dalle tavole e dalle descrizioni contenute nei pittoreschi resoconti di due grandi viaggiatori stranieri: i francesi Jean-Claude Richard de Saint-Non e Jean-Pierre Louis Laurent Hoüel. Tra verdissimi giardini e scabre superfici calcaree, il sito comprende: villaggi e necropoli rupestri preistoriche (contrada Baravitalla); cimiteri cristiani (catacomba della Larderia e ipogei del Camposanto, IV-V sec. d.C.); chiesette rupestri bizantine ormai ridotte a ruderi (S. Pancrati, V-VI sec. d.C.); chiese e villaggi rupestri (grotta dei Santi, databile ai primi decenni della conquista normanna; grotta della Madonna o di S. Nicola, di età sveva; grotta di S. Maria e grotta della Spezieria, XI sec.), che conservano a volte brandelli di pittura murale; abitazioni trogloditiche ad alveare a più piani sovrapposti; insediamenti rupestri d'epoca tardo-antica e medievale (il Castello), con abitazioni in grotta usate fino a tempi recenti e poi abbandonate. Cava Ispica è una vallata fluviale che per 13 km incide l’altopiano ibleo, tra le città di Modica e di Ispica; immersa nella tipica vegetazione della macchia mediterranea, custodisce necropoli preistoriche, catacombe cristiane, oratori rupestri, eremi monastici e nuclei abitativi di varia tipologia. Numerose testimonianze attestano la presenza dell’uomo dalla preistoria fino al terremoto del 1693. All'estremità meridionale della cava d'Ispica si erge dal fondovalle uno sperone di roccia, una sorta di acropoli naturale: è il Fortilitium d’Ispica. Denominato, localmente «la Forza», è uno dei fenomeni rupestri più complessi e significativi dell'intera area. Sulla spianata dello sperone roccioso nacque l'antica Ispra, chiamata in epoca romana Ispicae Fundus e dal medioevo Spaccaforno: il nucleo originario dell'odierna Ispica. Oggi il Fortilitium è compreso nel cosiddetto Parco archeologico della Forza, dove si trova un'interessante e continua serie di testimonianze delle varie culture succedutesi, da quella preistorica a quelle arcaica, bizantino-medievale, rinascimentale. Tra i resti di epoca rinascimentale sono visibili tratti delle fortificazioni, resti del cosiddetto "palazzo Marchionale" e alcuni elementi residui della chiesa dell'Annunziata. Una grotta, adibita ad Antiquarium, custodisce alcune lastre tombali provenienti dalla chiesa dell'Annunziata e materiale ritrovato nel corso delle indagini effettuate nel sito.