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Palazzo Pitti-Giardino di Boboli

localita

piazza de' Pitti 1 50125 Firenze (FI)
05523885
Il grandioso giardino si estende per 45mila metri quadrati sulla collina di Bòboli, tra il forte di Belvedere e la porta Romana. Il suo verde avvolge palazzo Pitti sui fianchi e sul retro, completando lo splendido isolamento del palazzo, garantito in facciata dalla piazza.
Bòboli fu voluto dai Medici e impostato da Niccolò Tribolo a partire dal 1550, imponendosi come ottimo esempio tipologico del giardino all’italiana. La trama variegata delle essenze vegetali – non spontanea, ma ordinata razionalmente e scandita da siepi, viali e sentieri – è abbellita e ‘tradotta’ in una specie di museo all’aperto, con sculture, gustosi episodi architettonici, grotte con giochi d’acqua e complesse scenografie.
L’accesso principale al giardino è dal cortile dell’Ammannati (altri ingressi sono da via Romana e dal forte di Belvedere). Dal cortile si sale alla spianata superiore, con il grande anfiteatro formato da gradinate con edicole e statue; al centro, un obelisco egizio del 1500 avanti Cristo e una vasca in granito; verso il retro del palazzo, la seicentesca fontana del Carciofo, di Francesco Susini.
A sinistra, un grande viale porta alla fontanina detta del Bacchino (oggi sostituita da una copia), creata da Valerio Cioli nel 1560. Proseguendo, si arriva alla grotta detta del Buontalenti (1583-1588), di fantasia tipicamente manieristica, con decorazioni a finte stalattiti e spugne. I suoi tre ambienti interni sono ispirati al tema della metamorfosi della materia, dal caos fino all’armonia delle creature: nel secondo si trova un gruppo marmoreo (di Vincenzo de’ Rossi, 1560) che rappresenta Paride ed Elena; nel terzo, una squisita fontana del Giambologna (1570 circa).
Dalla spianata superiore si possono salire le rampe al termine dell’anfiteatro.
Il secondo ripiano è dominato dal vivaio di Nettuno, o fontana del Forcone, un ampio bacino sul cui scoglio centrale si trova una statua in bronzo di Nettuno (1565-1568). Sull’ultimo ripiano spicca la colossale statua dell’Abbondanza (1608), iniziata dal Giambologna. A destra si raggiunge la scala che sale alla settecentesca palazzina nota come casino del Cavaliere, dove è ospitato il Museo delle Porcellane.
Vicino al passaggio verso il forte di Belvedere – che permette di proseguire l’affascinante passeggiata – si trova il Kaffeehaus (attualmente chiuso), un padiglione circolare sormontato da cupola; lo fece costruire tra 1774 e 1785 il granduca Pietro Leopoldo di Lorena, su progetto di Zanobi Del Rosso.
Al lato opposto, una gradinata scende invece verso il prato dell’Uccellare, circondato da lecci e cipressi. Di qui il Viottolone – un lungo viale di cipressi secolari fiancheggiato da statue sei-settecentesche – raggiunge il grandioso piazzale dell’Isolotto, complesso tardo-manieristico iniziato nel 1618 da Giulio e Alfonso Parigi. Il piazzale è circondato da alte siepi con statue, ed è occupato da un bacino circolare che ha al centro un’isola; dall’acqua emergono le statue di Perseo e di Andromeda (1637), di scuola del Giambologna; sull’isola si trova una copia della fontana dell’Oceano, opera del Giambologna (l’originale è al Museo del Bargello).
Dopo il prato delle Colonne si arriva al rondò di fondo, da dove si può uscire sul piazzale di porta Romana.
Al termine del viale della Meridiana, in salita, oltre la Limonaia, si apre il piazzale con la palazzina della Meridiana, sede della Galleria del Costume.
Informazioni
 lunedì-domenica 8.30-18; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso a pagamento