Sulla sponda del silenzioso Averno, circondato da vigneti e coltivazioni, aleggia ancora il mistero dell'antichità, quando il lago, per le mefitiche esalazioni che allontanavano persino agli uccelli, era ritenuto la porta degli inferi. Gli si contrappone il più movimentato lago di Lucrino, fin dall’antichità bacino per gli allevamenti di ostriche e per la pesca delle spigole. La sacralità dell'Averno fu in parte profanata negli anni della tarda repubblica, quando Agrippa ne fece un porto militare, il “Portus Julius”. Dopo le guerre civili e il trasferimento del porto a Miseno, l'Averno riconquistò il suo spazio silenzioso, mentre la dolcezza del clima e la ricchezza delle sorgenti termali del Lucrino indussero i romani a costruirvi terme e ville, di cui ora si conservano i ruderi. In una delle residenze fu trucidata Agrippina per ordine del figlio Nerone, mentre quella costruita da Cicerone fu inghiottita dalla nascita improvvisa del monte Nuovo, cono vulcanico formatosi con l'eruzione del 1538, oggi è tutelato dall’oasi naturalistica, che offre varie possibilità di escursioni, anche guidate. Il giro del lago Averno offre punti di estrema suggestione: è ancora percepibile l'origine vulcanica dello specchio d'acqua, e lungo i pendii si aprono le bocche delle gallerie romane. Nella pseudogrotta della Sibilla, in prossimità di strutture romane, la tradizione aveva posto la sede della profetessa e, negli ambienti minori che affiancano il tunnel, i suoi "lavacri"; in realtà il passaggio rientra nelle opere di sistemazione dell'area a porto militare. A destra della strada di accesso al lago è il cosiddetto tempio di Apollo, forse un'aula termale del II secolo. Lungo la strada per Baia si incontrano le stufe di Nerone, un antico sudatorio, parte di un impianto termale i cui resti ricoprono la collina sovrastante.