Si stende, bassa e sabbiosa, dalla foce del fiume Bràdano, a ridosso del confine con la Basilicata, a quella del Tara, e le fanno da corona, sulle alte dune, vaste pinete. Ancora negli anni '60 del XX secolo costituiva un ecosistema integro, solcato da corsi d'acqua un tempo cristallini e oggi assediati da insediamenti antropici. Il lago Salinella, poco a est del confine regionale, sopravvissuto alle profonde trasformazioni del secondo dopoguerra e alle estese opere di bonifica idraulica, costituisce attualmente un'importante zona umida della provincia di Taranto. Di forma rettangolare, occupa il tratto terminale dell'antico alveo del Bràdano, in una vasta pineta frutto di un rimboschimento condotto nel 1951-52, ed è formato sia dalle acque dolci risalenti dalla falda sia da quelle che attraverso canali provengono dal fiume Gàlaso; profondo non più di 2 m, ospita una vegetazione alofila (salicornie e obioni), mentre le sponde sono coperte di canne. La fauna ittica è costituita da anguille, cefali e avanotti, ma lo specchio d'acqua funge da richiamo per uccelli migratori e stanziali. Al passato delle invasioni turche rimanda la torre Mattoni (XVI secolo) a nord-est del lago. Marina di Ginosa è la prima delle 'gemmazioni balneari' di centri dell'interno che si incontra scendendo da Ginosa: sono sorte all'interno delle stesse pinete, alcune con caratteri di esclusività (Riva dei Tèssali ospita un notissimo golf club), altre a vocazione estiva (Castellaneta Marina) e con cospicua attrezzatura ricettiva.<br>A nord-est di Castellaneta Marina sfocia il fiume Lato, formato dalle acque di scolo delle gravine di Castellaneta e di Laterza; attraversa la Riserva statale di Stornara, presidiata a ridosso del litorale dalla torre del Lato (XVI secolo).<br>La statale 106, poco prima di rientrare a Taranto, lascia a destra la masseria Giustizia, inglobante i resti di un'abbazia, eretta nel XII secolo e poi trasformata nel '300, di cui si ammira principalmente il baldacchino scolpito del portale.