Le sale conservano in alcuni casi i soffitti affrescati nei secoli XVII e XVIII e quelli stuccati ai tempi di Carlo III di Borbone. L’arredo è tipico degli anni '40-'60 dell'Ottocento, con mobili intagliati di gusto neobarocco e neorococò e vasi di porcellana, molti di Sèvres, spesso decorati a Napoli con vivace senso coloristico e densi di ornati. Inseriti nel contesto, molti mobili e arredi bronzei di età murattiana, spesso di alta qualità. Alle pareti, arazzi della manifattura napoletana di S. Carlo alle Martelle e francesi, e dipinti provenienti dalla collezione Farnese (da qui la presenza di un buon nucleo di emiliani), dalle raccolte borboniche e da chiese napoletane soppresse o chiuse. (Importante la raccolta di pitture napoletane barocche). Ad acquisti di sovrani si deve la presenza di un folto gruppo di quadri dell'800 rappresentativo della scuola locale, ma non mancano tele di stranieri, dall'accademismo al realismo. Le nozze di Ferdinando IV con Maria Carolina d'Austria, nel 1768, diedero l'opportunità a Ferdinando Fuga di trasformare la seicentesca gran sala delle Feste in Teatro di Corte, dono offerto alla sposa appassionata di spettacoli teatrali dove si possono ancora ammirare i decori settecenteschi in bianco e oro e dodici statue in cartapesta e gesso raffiguranti divinità e muse. Notevole la sala del Trono, con il soffitto in scagliola dorata decorato da simboli e raffigurazioni delle quattordici province del regno (il trono, datato 1820 circa, conserva la collocazione e la sagoma di quello settecentesco); e nello studio del Re, i mobili eseguiti per Napoleone Bonaparte. Le sale adiacenti conservano, tra l'altro, un S. Gennaro implora la Vergine per la fine della peste del 1656 e una Crocifissione (1664) di Luca Giordano, Il figliol prodigo di Mattia Preti. La Cappella reale reca battenti intagliati del '500; all'interno, di grande rilievo sono l'altare maggiore, opera barocca eseguita su disegno di Dionisio Lazzari (1674; le porte sono del 1691) per la chiesa di S. Teresa agli Studi e qui collocato nel 1808 e il prezioso presepe settecentesco, tra i migliori esempi dell'arte presepiale napoletana; nel soffitto, l'Assunta di Domenico Morelli (1869).