L’Ambrosiana è la prima in ordine di tempo fra le grandi istituzioni culturali milanesi. Fu fondata nel 1603 dal cardinale Federico Borromeo (1564-1631) allo scopo di raccogliere documenti che consentissero una corretta interpretazione delle Sacre Scritture, anche in polemica con la riforma protestante. L’edificio fu appositamente costruito da Lelio Buzzi e da Francesco Maria Richini. Oggi la Biblioteca Ambrosiana ha un patrimonio di valore incalcolabile: oltre 30mila manoscritti, decine di migliaia di documenti di altro genere, più di 750mila volumi a stampa. Spiccano tesori della cultura araba e di quella ebraica, palinsesti di Plauto e di Cicerone, Bibbie siriache e gotiche, centinaia di disegni di maestri del rinascimento e del barocco, codici dai primi secoli dell’era volgare fino al ’500. Valore assoluto ha il Codice Atlantico, la massima raccolta unitaria di disegni e appunti di Leonardo da Vinci. Una mostra “permanente” particolare, ogni tre mesi viene esposta a rotazione, una serie di 22 fogli dei suoi 1119 fogli.