Il museo, nuovamente inaugurato nel dicembre 2015, ha ora sede all'interno dell'ex mattatoio, edificio degli anni '30 del Novecento, ristrutturato con criteri antisismici all'avanguardia. Parte delle collezioni proviene dal castello di L'Aquila (1534-1567), grandiosa costruzione edificata dagli spagnoli sul luogo di una più piccola fortezza. Nel castello erano a sua volta confluite le raccolte del Museo civico e del Museo diocesano, ossia i documenti più significativi dell'arte regionale. Nelle collezioni d'arte, alle sculture lignee e in pietra (XII-XVI secolo) e agli esempi di oreficeria abruzzese (XIII-XVIII secolo), tra i quali la croce processionale (1434) di Nicola da Guardiagrele, si aggiungono numerosi dipinti che illustrano l'evoluzione della pittura abruzzese (Maestro di S. Silvestro, Andrea Delitio, Maestro dei Polittici Crivelleschi, Maestro di S. Giovanni da Capestrano) e testimonianze di pittura cinquecentesca e secentesca (Francesco da Montereale, Paolo Cardone, Giulio Cesare Bedeschini); inoltre pitture fiamminghe (Carl Ruther, Aert Mytens, Luis Finson), di scuola romana (Giacomo Farelli, Giacinto Brandi, Marcantonio Franceschini) e napoletana (Francesco Solimena, Francesco De Mura). Da segnalare la statua di S. Sebastiano, capolavoro di Silvestro dell'Aquila (1478), il gonfalone cittadino (1579) nonché quattro splendidi dipinti di Mattia Preti (1615-1669). La sezione archeologica è composta in prevalenza da materiali epigrafici di grande interesse, rinvenuti in città romane della zona (I secolo d.C.), che comprendono il celebre Calendario Amiternino. Vi è esposto anche il notevole bassorilievo con il Corteo funebre. Alcune sale sono dedicate all'arte moderna e contemporanea, con opere di Maccari, Guttuso, Guidi, Capogrossi, Tamburi, Cantatore nonché di una serie di artisti legati all'Abuzzo quali Brindisi, Spoltore e i Cascella. La saletta dell'800, già sala Michetti, accoglie oltre al dipinto di Francesco Paolo Michetti (1851-1929) intitolato I Monticelli del 1880 anche un dipinto di Pasquale Celommi (1851-1928) e due sculture di Costantino Barbella (1852-1925). In una saletta al pianterreno si trova la donazione Greco. Nel vicino bastione si può ammirare l’imponente fossile di un Archidiskodon meridionalis vestinus, progenitore degli odierni elefanti, rinvenuto nel 1954 nei pressi di L'Aquila