L’edificio originario, con portico a sei archi acuti sorreggenti l’ampio salone superiore, fu iniziato nel 1206. Nel 1245 la struttura venne ampliata con l’aggiunta delle tre ali che delimitano il cortile e l’inglobamento della torre civica. Altri rimaneggiamenti intervennero nel ’400 e nel ’500, allorché al pilastro centrale della facciata fu addossato l’arengario in marmo (1507), e nell’800, quando il cremonese Luigi Voghera rifece in forme eclettiche le grandi finestre e aggiunse la fascia mediana in marmo bianco. Il cortile porticato si integra nel tessuto cittadino grazie ad ampi passaggi coperti, tipici dei broletti padani. Sotto il portico, sul lato dov’è l’arengario, si conservano resti degli originari affreschi duecenteschi, mentre quelli nelle volte e nelle lunette risalgono alle ristrutturazioni rinascimentali. Un ampio scalone in fondo al cortile porta al piano superiore, con resti di affreschi duecenteschi alla parete di fronte. Un bel portale di stile bramantesco, ricomposto nel 1575 con marmi della facciata, introduce alla sala del Consiglio (dipinti del Genovesino, Francesco Boccaccino, Grazio Cossali). Si accede quindi al salone della Consulta e alla sala della Giunta, con un elegante camino in marmo (1502).