Fino al 1949 nessuna residenza nobiliare del Regno Unito aveva mai aperto le porte al grande pubblico. A rompere il tabù provvidero i marchesi di Bath, rivelando un capolavoro dell’architettura elisabettiana. La maestosa facciata del palazzo, completato da Robert Smythson nel 1580, presenta i canoni tipici del rinascimento italiano, con quattro avancorpi che movimentano la simmetria dei tre ordini di finestre. Nel parco, che oggi accoglie un Safari Park, si trova il più grande labirinto della Gran Bretagna e giardini settecenteschi opera di Capability Brow, architetto del paesaggio del ‘700. Anche gli interni rivelano un gusto rinascimentale e conservano importanti oggetti d’arte, tra cui quadri di Jon Wooton (1740 circa), preziosi arazzi cinquecenteschi da Bruxelles e raffinate ceramiche cinesi. La visita del palazzo continua con la State Drawing Room, dai soffitti splendidamente affrescati, tele di Mainardi e Tiziano; si prosegue attraverso la Lower Dining Room e la State Dining Room, nelle quali dipinti del XVII-XIX secolo tenevano compagnia agli ospiti durante i sontuosi banchetti che venivano allestiti. Notevole la Red Library, dal soffitto dorato sotto cui sono conservati 5000 dei 40mila volumi che compongono la biblioteca del maniero, tra le più ricche raccolte private di libri in Europa. Tradisce la passione per Venezia del 4° marchese di Bath il Saloon, con un monumentale camino copiato dal Palazzo Ducale e notevoli arazzi e tele alle pareti.