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Iglesias

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Iglesias (CI)
Il centro storico della cittadina, delimitato dai cospicui avanzi delle trecentesche mura aragonesi, è tra i più ragguardevoli della Sardegna meridionale. Un intrico di vie strette e lastricate si dipana dalla bella piazza dove sorge la cattedrale di S. Chiara, il monumento più significativo della città. Iglesias è stata tra i più importanti centri minerari del paese: l’attività estrattiva, durata vari secoli, ha contribuito non poco al ricco patrimonio architettonico dell’abitato. Importante già in età altomedievale per la sua funzione di cerniera tra le aree minerarie dell’entroterra settentrionale e sud-occidentale dell’isola, Iglesias acquisì forte rilevanza solo a partire dalla conquista pisana (XIII secolo). Col nome di Villa Ecclesiae (o Villa di Chiesa), prosperò in particolare sotto i potenti conti di Donoratico e della Gherardesca, crescendo e arricchendosi di chiese e palazzi; protetta dalle mura e dal castello di Salvaterra, venne organizzata sul modello dei comuni toscani, con proprie leggi (il famoso «Breve di Villa di Chiesa») e il diritto di coniare moneta. Lo statuto regolamentava, tra l’altro, anche lo sfruttamento minerario e, all’avanguardia per i tempi, prevedeva interventi sociali per i lavoratori delle miniere. Ma la conquista aragonese, partita proprio da Iglesias nel 1324, segnò l’inizio del declino della città. A partire dalla seconda metà dell’800 lo sfruttamento minerario venne nuovamente incrementato da gruppi industriali della penisola, ma negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo la crisi dell’attività estrattiva coinvolse anche Iglesias. La città oggi punta sullo sviluppo turistico legato alla valorizzazione del suo patrimonio culturale come degli impianti e dei villaggi minerari ormai dismessi: a Iglesias ha sede il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, l’istituzione cui è affidata la tutela degli ex siti minerari della regione. Il tessuto topografico di Iglesias riflette le tre fasi di sviluppo urbanistico: quella di impostazione medievale, contenuta all’interno delle fortificazioni pisano-aragonesi; quella verificatasi nell’800 con l’espansione delle attività minerarie; e quella del secondo dopoguerra, tesa a colmare i vuoti dell’edilizia precedente. Interessante è lo schema del primitivo insediamento medievale, del quale rimangono talune chiese e i ruderi delle strutture militari, mentre non è rimasto nulla dell’apparato civile, sostituito pressoché interamente nel corso del XIX secolo. Lo sviluppo programmato si svolse all’esterno delle antiche mura, lungo direttrici volte a raccordare la città sia con le miniere adiacenti sia con la stazione ferroviaria, inaugurata nel 1871. Si sistemò la vasta piazza Quintino Sella e venne costruito il Municipio in forme vagamente classiche.