Marsala
localita
Marsala (TP)
Sul promontorio del capo Boeo, all'estremità occidentale della fertile pianura affacciata sul canale di Sicilia, Marsala è oggi un vivace centro agricolo e industriale, conosciuto in tutto il mondo per il suo famoso vino da dessert. Nel 397 a.C. i superstiti della vicina Mozia si rifugiarono sul vicino promontorio di Lilibeo e, unitisi alle popolazioni qui presenti, diedero vita a un nuovo insediamento. I romani riuscirono a conquistarla solo nel 241 a.C. e ne fecero la principale base navale del Mediterraneo centrale, nonché un caposaldo nei collegamenti con l'Africa. Dopo un periodo di declino, cui seguì la conquista da parte degli arabi (830), la città ritornò a essere il principale scalo per il continente africano e testa di ponte per l'immigrazione islamica nell'isola. Rientrata tra il XII e il XIV secolo nell’orbita latina, consolidò il suo impianto medievale riorganizzando il tessuto insediativo ed erigendovi numerose chiese, monasteri e conventi e con gli aragonesi accrebbe ancora di più la sua importanza quale centro commerciale. La città, divenuta una delle più importanti piazzeforti siciliane, fu racchiusa da una cinta bastionata quadrata e simmetrica, all'interno della quale una croce di strade collegava le quattro porte alla grande piazza centrale della Loggia e attuò così un esemplare modello rinascimentale, cui l'edificazione e ricostruzione, tra '600 e '700, dei principali edifici civili e religiosi impresse un aspetto barocco. L'11 maggio 1860 lo sbarco di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Mille, accolti con vivo entusiasmo dai marsalesi, conferì alla cittadina un ruolo di assoluta preminenza nel processo costitutivo dell'Unità nazionale. La città odierna è dotata di un centro storico, ben conservato e custodito entro il quadrilatero murato cinquecentesco (di cui restano significative testimonianze), e di vecchi quartieri con eleganti edifici barocchi. Sul mare, nella bella struttura di un'azienda vinicola, il Museo archeologico Baglio Anselmi costituisce l’ingresso all’Area archeologica di capo Boeo e riunisce materiali preistorici provenienti dal comprensorio di Marsala e Mazara del Vallo, oggetti della fenicia Mozia, reperti dalle ricche necropoli di Lilibeo, insieme a testimonianze della città dal periodo punico alle fasi paleocristiana e medievale. Al centro della grande sala a sinistra dell'ingresso sono collocati due pavimenti a mosaico provenienti da diverse aree di scavo. Il più grande proviene dall'insula romana di capo Boeo, della quale si può osservare un grande plastico ricostruttivo. Nelle vetrine sono esposti resti di piccoli monumenti funerari con decorazioni policrome e iscrizioni in greco (III-I sec. a.C.); si noti in particolare la stele a forma di piccolo tempio, con la scena di un banchetto funebre e simboli iconografici fenicio-punici. Nella vasta sala a destra dell'ingresso si conserva il gioiello del museo: il relitto della nave punica (III sec. a.C.), unico esemplare al mondo di "liburna", agile imbarcazione da guerra lunga circa 35 m, dotata di un equipaggio di 68 rematori disposti sui due fianchi. La nave, che fu individuata e recuperata dall'archeologa subacquea Honor Frost tra il 1971 e il 1974 all'imboccatura dello Stagnone, fu costruita da maestranze puniche, come testimoniano le lettere dell'alfabeto fenicio dipinte quali contrassegni sulle varie parti da assemblare. Spazio a sé è riservato alla splendida statua in marmo greco insulare raffigurante Venere callipigia (‘dai bei fianchi’, II secolo d.C.), ritrovata nei pressi della chiesa di S. Giovanni Battista.
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