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Merano/Meran

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Merano/Meran (BZ)
C'è in Merano qualcosa di davvero esclusivo, che nasce da una particolare combinazione di fattori riuniti in un felice punto d'equilibrio: la posizione geografica, in una conca molto ampia al riparo di alte montagne; la buona esposizione a sud; la bassa piovosità, che però coincide con l'abbondanza di acque che scendono dalle valli e quindi con la ricchezza del suolo; il favorevole regime dei venti; la presenza di sorgenti termali.
L'equilibrio si è risolto nella perdurante fama climatica, 'terapeutica' e mondana di cui gode la città, a lungo 'giardino meridionale' della società asburgica imperiale.
Si entra nel centro storico (zona pedonale) attraverso porta Bolzano, che insieme alle porte Venosta e Passiria è quanto rimane della cinta medievale abbattuta nell'Ottocento.
Parte integrante della visita di Merano sono le panoramiche passeggiate lungo il Passirio e sul monte Benedetto, una puntata alle nuove Terme, la meravigliosa esperienza botanica nei giardini di castel Trauttmansdorff.
Le fortune della città risalgono circa alla metà dell'Ottocento, quando l'antico capoluogo della contea tirolese fu scoperto come località climatica dall'aristocrazia e dall'alta borghesia asburgiche. Presto diventò un posto alla moda, come pochi altri Kurorte, 'stazione di cura' d'Europa: il bel mondo austriaco, tedesco, russo calava sulla perla del Tirolo rincorrendo la fama e l'ammirazione di cui era circondata. Elisabetta d'Austria, Sissi, la consorte imperiale amava soggiornare a Merano per lunghi periodi. Determinante fu infine l'arrivo della ferrovia: sul finire del secolo si istituirono addirittura collegamenti diretti con Vienna, Budapest, Pietroburgo. Lo sviluppo edilizio fu adeguato alle necessità dei ricchissimi ospiti, prediligendo l'eclettismo ma con la nota, non trascurabile, di soluzioni estetiche e funzionali che traevano spunto dall'impiego dei moderni materiali da costruzione.
I più famosi architetti lavorarono al cantiere da cui nacque una vera e propria città giardino, includente i sobborghi rurali e i castelli dei dintorni.
Quando la prima guerra mondiale cancellò gli imperi, la celebrità di Merano era ormai consolidata e il contraccolpo sulla città non fu così forte: se prima erano stati i monarchi e l'aristocrazia a darle un tono, ora il compito passava all'alta borghesia dell'industria e della finanza.
Un sostegno venne, negli anni '30, anche dalla scoperta di sorgenti radioattive e dal conseguente avvio dell'attività del centro termale; anche il grande ippodromo, sponsorizzato dalla Lotteria Nazionale, diede un contributo notevole al benessere del borgo. Bastò cambiare registro e, via via negli anni, modificare e aggiungere oculatamente, tenendo sempre d'occhio le esigenze della clientela più facoltosa: così la città giardino è sopravvissuta bene, pur in presenza di sempre più numerose iniziative turistiche in regione.