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Basilica di S. Eufemia

localita

campo Patriarca Elia 13 34073 Grado (GO)
043180146
L’antica cattedrale di Grado si eleva nella più disadorna semplicità paleocristiana, dopo che i restauri novecenteschi l’hanno spogliata delle sovrapposizioni. Già dal IV secolo esisteva la ‘basilichetta di Petrus’, su cui Niceta impostò una nuova chiesa (primi del V secolo), terminata dal vescovo Elia (579); la basilica è intitolata ai protomartiri Ermacora e Fortunato e a Eufemia, martire di Calcedonia.
All’esterno, il mattone chiaro riveste la facciata a salienti e i fianchi in cui si aprono numerose finestre. Il campanile svetta nelle tipiche forme altomedievali, sormontato dalla statua in rame di S. Michele Arcangelo donata dai veneziani nel 1462.
Le tre navate sono divise da due filari di dieci colonne: tutto è costruito con materiale di recupero e non c’è capitello che sia uguale a un altro. Inestimabile è la ricchezza dei mosaici pavimentali, estesi su una superficie di circa 700 m². In tutti viene abbandonato l’elemento naturalistico e figurativo tipico di Aquileia, in favore di uno schematismo lineare e geometrico, di matrice bizantina.
La primitiva chiesetta, circa un metro sotto il livello del pavimento, è visibile attraverso due botole: una, nella navata centrale, lascia vedere il mosaico tombale di Petrus; l’altra, nella navata sinistra, una vasca battesimale.
L’ambone accosta pezzi di secoli diversi: colonnine romane con capitelli altomedievali reggono un palco la cui balaustra reca i simboli degli evangelisti (probabilmente della metà del XII secolo); corona la costruzione un cupolino di gusto moresco. Il recinto del presbiterio è stato ricostruito utilizzando lastre marmoree del VI secolo con bassorilievi del repertorio simbolico altomedievale.
L’affresco nella semicalotta dell’abside è dei primi del Quattrocento e sopra l’altare maggiore la pala in argento dorato è opera di oreficeria veneziana (1372).
Nella navata sinistra è una venerata Madonna degli Angeli; in fondo, si apre una cella a tre absidi con una interessante mensa d’altare copta (V secolo). Nella navata destra, invece, si trova il mausoleo, con volta e mosaico originarie della primitiva chiesa e, nell’abside, un polittico ligneo (primi del XVI secolo) di artista nordico; alla parete è murata la cassaforte del tesoro. I pezzi rimasti sono pochi ma molto significativi: in particolare, due preziosissime capselle d’argento (secoli V-VIII), la cassa reliquiario di Ermacora e Fortunato (XIV secolo), la reliquia della SS. Croce, donata dall’imperatore d’Oriente Eraclio alla Chiesa patriarcale di Grado, a conferma del sostegno imperiale.
Nel salutatorium, in cui il patriarca riceveva l’omaggio del clero, si osservano il mosaico con il monogramma di Elia su cui è conservato il calco in gesso della cattedra di S. Marco, copia dell’originale in alabastro oggi in S. Marco a Venezia.
Sul fianco esterno del mausoleo sorge il Museo lapidario, che conserva diversi materiali romani (III secolo), paleocristiani e altomedievali rinvenuti sull’isola.
Infine, sul fianco esterno della navata sinistra e preceduto da un giardino, c’è il Battistero nel quale sono tre sarcofagi romani (II-III secolo). Ha base ottagonale, con vasca battesimale esagonale, ricostruita, e mosaico.
Informazioni
 Apertura: lunedì-domenica 8-19; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso gratuito