Introdotta da un viale alberato e straordinaria testimonianza dell’arte e dell’architettura lombarda, la Certosa si staglia monumentale e abbagliante di marmi nella piatta uniformità della campagna. Secondo la tradizione fu voluta dal duca di Milano Gian Galeazzo Visconti come forma di ex voto, dopo che la moglie Caterina era sopravvissuta a una gravidanza difficile. I lavori della Gratiarum Carthusia, certosa della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie - questo il nome ‘ufficiale’ -iniziarono nel 1396. Il monastero fu completato nel 1452, e nel 1473 anche il corpo della chiesa fu pronto. Soltanto più tardi si aggiunse la straordinaria facciata, capolavoro di scultura dei Mantegazza e di Giovanni Antonio Amadeo, con portale ornato di rilievi di Benedetto Briosco. L’interno della chiesa, esempio di transizione architettonica dal gotico al rinascimentale, offre una notevole rassegna di arte pittorica dal ’400 a metà ’600: opere del Perugino, di Luini, tele di Crespi e del Cerano e soprattutto del Bergognone, al quale si devono diverse pale e affreschi: quello nell’abside del transetto destro raffigura Gian Galeazzo che dona alla Vergine il modello della Certosa. Dal transetto destro si entra nel Chiostro piccolo, il punto più caratteristico della Certosa, con fantastiche decorazioni in terracotta e una magnifica vista sul tiburio della chiesa. Nell’arioso e armonico Chiostro grande, invece, si possono visitare alcune delle ventiquattro celle un tempo utilizzate dai monaci certosini. Nella residenza ducale che si sviluppa prima della chiesa, sul lato destro del cortile (fu modificata nel ’600 dal Richini), ha sede il Museo della Certosa con numerosi calchi in gesso delle sculture che ornano la chiesa, oltre a dipinti e statue originali.