Il legame con il fiume egiziano nasce dalla statua ellenistica del Nilo rinvenuta sull'antistante piazzetta e oggi nel vicino largo Corpo di Napoli. Simbolo di abbondanza e fertilità, testimonia la presenza di una colonia di egiziani di Alessandria nel I secolo a.C. La chiesa, fondata nel 1385 come cappella gentilizia del Brancaccio ma rifatta nel '700 da Arcangelo Guglielmelli (portali dei secoli XIV e XV racchiudono battenti lignei degli inizi del XVI), si visita per ammirare, a destra del presbiterio, il sepolcro di Rinaldo Brancaccio, il cardinale fondatore, eseguito a Pisa nel 1426-28 da Donatello, Michelozzo e Pagno di Lapo Portigiani e inviato a Napoli via mare; un'opera esemplare della fase di transizione tra forme ancora gotiche e aspetti rinascimentali di dirompente modernità (lo "stiacciato” del bassorilievo con l'Assunzione è la sola parte certamente ascrivibile a Donatello). Sull'altare, S. Michele di Marco Pino (1573) e, a sinistra, il barocco, monumentale sepolcro di Francesco e Stefano Brancaccio di Bartolomeo e Pietro Ghetti.