Sebbene il primo stabilimento sia stato costruito nel 1848, le Terme di San Pellegrino, sorte per impulso di Cesare Mazzoni, nascono nel momento di massimo fulgore dello stile liberty e sono una delle più felici manifestazioni italiane di tale corrente artistica. Il Casinò e il Grand Hôtel (oggi chiusi) celebrano una nuova libertà di forme, sintesi stilistica dell’eleganza, della vivacità e della spensierata gioia di vivere dell’epoca. Tra gli edifici delle Terme spicca il Padiglione delle Fonti, completato dal Mazzocchi nel 1902: un ampio porticato in granito da cui si accede alla Sala bibite, affrescata e decorata in stile pompeiano, con la vasca in porfido lucidato e le fontanelle liberty in marmo policromo. Negli stessi anni si razionalizzò l’utilizzo delle acque, divise tra Comune, Casinò, stabilimenti termali e attività di imbottigliamento. Fu allora che, mentre le 35 000 bottiglie prodotte nel 1899 divenivano gli oltre 5 milioni del 1913, nacque la famosa “magnesia idrata San Pellegrino”. L’offerta di cure è ampia e articolata: non solo vi è spazio per la tradizionale cura idropinica, ma lo sfruttamento della sorgente Vita (iniziato nel 1992), più ricca di sali minerali, ha consentito lo sviluppo di balneo e fangoterapia e delle terapie inalatorie, che si avvalgono di un reparto di diagnosi e cura della sordità rinogena. I centri di fisiopatologia respiratoria e motoria, dotati di modernissime attrezzature diagnostiche e terapeutiche, consentono di attuare un efficace iter riabilitativo. Gli svaghi non mancano, se si considera che oltre alle cure estetiche ed eudermiche, la struttura dispone di una palestra per fitness, un grande parco con pista da ballo e musica all’aperto, un bar, alcuni locali di ritrovo, una piscina riscaldata e un fitto calendario di manifestazioni estive.