Situato alle soglie delle paludi pontine, a pochi chilometri da Latina, il giardino custodisce le rovine di una città medievale, incendiata e saccheggiata più volte e poi progressivamente abbandonata dai suoi abitanti. Gli edifici furono lentamente invasi dalla vegetazione; malaria e miseria fecero il resto. Oggi, tra i cipressi e intorno alle rive di un laghetto da cui escono le limpide acque del fiume Ninfa, sono rimasti i ruderi di un vero e proprio borgo fantasma, con le sue mura, le torri, le abitazioni e le chiese. In età romana, presso le sorgenti di questo fiume, chiamato allora Nimpheus, sorgeva un piccolo tempio dedicato alle ninfe. Il luogo fu abitato nell'alto medioevo e divenne feudo dei Frangipane. Nel 1117 Ninfa fu distrutta da Federico Barbarossa, ma riprese a prosperare con i Caetani, discendenti del papa Bonifacio VIII che acquistò la proprietà nel 1298. A Pietro Caetani si deve la costruzione dell'alta torre quadrangolare che si specchia, con le mura merlate del castello, sul piccolo lago. Questa massiccia opera di fortificazione non fu sufficiente a difendere il borgo dai continui conflitti che lo contrapponevano ai comuni limitrofi. Dopo uno di questi assedi e a causa della malaria, Ninfa fu definitivamente abbandonata dagli abitanti nel 1680. Intorno ai primi anni del Seicento il duca Francesco Caetani restaurò in parte le rovine del castello, realizzando un piccolo hortus conclusus che ospitava una preziosa collezione di tulipani. Ma la vera trasformazione di questo ambiente si deve al principe Gelasio Caetani, esperto ingegnere idraulico che, intorno al 1920, decise di bonificare queste proprietà e di sistemarne i ruderi, con l'intento di realizzare lo splendido giardino che ancora oggi si ammira. La sua opera fu proseguita dal fratello Roffredo e soprattutto da donna Lelia, ultima esponente della famiglia, che dedicò la sua vita alla sistemazione di questo parco romantico, un ambiente ricco di rare specie esotiche, ornato da fantasiosi giochi d'acqua e da splendide fioriture, particolarmente suggestive nei mesi di aprile e maggio. Alla sua morte, nel 1977, Ninfa fu donata a una fondazione intitolata a Roffredo Caetani. A protezione del sito e in un'ottica di tutela e salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, sono stati istituiti un’Oasi e il Parco naturale di Pantanello.