Tonadico si trova sulla strada che da Fiera di Primiero sale al passo di Cereda e sconfina in Veneto, verso Agordo, nell’Alto Bellunese. Il colpo d’occhio conferma l’antico rango del paese che fu capoluogo del Primiero e sede del capitano che reggeva Castel Pietra, sentinella all’imbocco della Val Canali. Altro segno di questa dignità è la chiesa di San Vittore, dell’XI secolo, sul colle che domina l’abitato con il suo campanile a scandole; all’interno, un ciclo d’affreschi altomedievali con scene ora di patriarchi e ora di cavalieri.
Il centro storico, pittoresco, conserva diverse case di tradizione primierotta, con ballatoi in legno ed affreschi murali a soggetto per lo più religioso: crocefissi, madonne, santi e scene bibliche. Nella scena urbana, anche qualche edificio di rango, come il cosiddetto Palazzo dei Notari.
Imboccando la strada che risale la Val Canali, si raggiunge Villa Welsperg, casa di caccia di metà Ottocento, oggi adibita a Centro Visite del Parco naturale Foresta di Paneveggio - Pale di San Martino.
L’attribuzione sta a sottolineare non solo il fatto che l’area protetta ricade per oltre un terzo nel territorio di Tonadico, ma anche che questa è la direttrice di penetrazione principale del versante meridionale del complesso montuoso. La visita è utile per entrare nel dettaglio degli aspetti naturalistici ed etnografici del parco, ma ha un risvolto di particolare interesse nella sezione dedicata agli antichi feudatari della zona, i Welsperg per l’appunto, conti di Monguelfo, rappresentanti dell’imperatore d’Austria in ogni aspetto della vita pubblica ed economica, dalle attività forestali a quelle minerarie.
Attorno alla villa, si stende il giardino, dominato da un faggio monumentale; entro il perimetro, altri due edifici, la chiesetta e il fienile, come punti di riferimento di una romantica passeggiata. Se volete un souvenir della visita, chiedete delle essenze profumate del parco: oltre al tiglio e alle rose antiche della villa, si distilla anche quella d’abete rosso di Paneveggio, celebre per l’impiego di liuteria fin dai tempi di Stradivari (nello stesso filone, una curiosità da melomani: i segnalibro in cotone con intrusione di trucioli derivanti dalla lavorazione dei violini).

Da Villa Welsperg parte un sentiero che s’addentra nel territorio delle Pale di San Martino, al cospetto di vette ardite che sono state protagoniste di belle pagine d’alpinismo sul finire dell’Ottocento. Su tutte, il Cimon della Pala, una cuspide di oltre 3000 metri, meglio nota come il Cervino delle Dolomiti. Durante la passeggiata non è raro scorgere nelle radure caprioli e lepri, mentre nel bosco misto di faggi e abeti si seguono con lo sguardo le acrobazie degli scoiattoli e può anche capitare di far levare in volo un francolino.
Più in alto, dove il bosco cede spazio alle distese di pino mugo, è frequente l’avvistamento dei camosci. In cielo, l’aquila reale, che nidifica sulle cenge inaccessibili delle Pale. Il percorso, che tocca vari masi ed anche un paio di rifugi, è praticabile per un buon tratto anche in inverno, con le racchette da neve ai piedi. Per gli appassionati dello sci di fondo, la segnalazione riguarda invece le piste di passo Cereda: 15 chilometri d’alto livello, omologate a livello agonistico.
Quanto a tutto il resto, il punto di riferimento è l’azienda turistica «San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi»