Su un alto colle del Subappennino al confine con il Molise e la Campania, l'abitato esisteva già in età romana, come attesta un cippo graccano oggi nel Palazzo Comunale, sede di una Raccolta archeologica. Conobbe, assieme ai suoi sei casali, alterne vicende fino al XVI secolo, quando divenne feudo dei Gambacorta che vi costruirono (1467-1519), sull'acropoli, il castello. A pianta trapezoidale, con due torri merlate, tre superbe logge e un cortile coperto, il fortilizio fu poi trasformato in dimora gentilizia, cosicché del nucleo originario rimangono solo alcuni corpi di fabbrica e una torre cilindrica, dalla base leggermente a scarpa e coronata da un cornicione merlato a sua volta poco aggettante; l'altra torre fu abbattuta nel 1799 dai rivoluzionari partenopei perché custodiva al piano terra il carcere.
Segna il confine con il Molise il lago di Occhito, l'invaso artificiale creato lungo il corso del Fortore, di cui si ha una bella vista uscendo da Celenza Valfortore in direzione della statale 17. Presso il ponte dei 13 Archi merita una visita, all'altezza dell'innesto del fiume con il lago, una zona umida, significativa per la presenza di numerosa avifauna (stanziale e di passo) e di una folta vegetazione ripale.