Poco meno di 45 km di strada litoranea, ma molto più di un semplice trasferimento. Protagonista di spot pubblicitari automobilistici d’effetto. È la strada provinciale 105, che a metà strada tra Alghero a Bosa diventa 49: un nastro grigio sospeso tra mare e montagna, teatro di irresistibili panorami soprattutto al tramonto. Non è detto che la si debba percorrere al volante di quattro ruote. Due sono più che sufficienti, anzi sono meglio. Il consiglio, è di farla in direzione nord-sud, per tenere il mare a destra. Si lascia Alghero dopo aver sorpassato le spiagge di Las Tronas, che prendono il nome da due scogli cilindrici a forma di trono: sulla scogliera che divide le due lingue di sabbia s’innalza il palazzo liberty che ora ospita un lussuoso hotel. Appena fuori dall’abitato, la prima spiaggia che si incontra è Calabona, rocce di calcare rosato che diventano comode piattaforme per i bagnanti. È un posto molto amato dai subacquei, che s’immergono in un mare dai fondali colorati di vegetazione e ricchi di pesci. Sub e snorkeller si danno appuntamento anche all’appartato Canal dell’Omo Molt (‘canale dell’uomo morto’ in catalano): una piccola piscina naturale tra gli scogli, dai colori cangianti. La strada si stacca dalla costa e attraversa un pianoro punteggiato di oliveti: ingannevoli le indicazioni per cala Burantinu, una delle più belle di questo tratto di costa, perché alcuni residenti hanno interdetto il passaggio pubblico lungo lo sterrato che porta al mare. L’unico modo per raggiungere quell’angolo di paradiso resta la barca o il sentiero in costa che parte dal Canal dell’Omo Molt. Più comodo l’accesso alla spiaggia della Speranza, ampio semicerchio dalla sabbia rosso-azzurrina, in località Poglina. C’è anche un invitante ristorante a pochi metri dall’acqua. Entrati nel territorio comunale di Villanova Monteleone, la costa si fa alta scogliera con piazzole panoramiche dove accostare per gettare lo sguardo sullo spettacolare tratto di litorale tra Porto Tangone e capo Marrargiu, dichiarato Sito di importanza comunitaria (SIC). Qui il grifone, anzi l’entolzu, come si dice in lingua sarda, è ormai un’attrazione turistica: lungo le pendici di capo Marrargiu, un sentiero conduce in posti di avvistamento dei rapaci: l’osservazione del grifone è diventato un tema di offerta per molte agenzie locali. Avvicinandosi a Bosa, il mare e le calette di acqua verde-azzurra tornano a essere protagoniste. Gli scogli piatti della cala di Torre Argentina, contrassegnata da una torre cinquecentesca, sono la meta ideale dei camperisti; l’area di Tentizzos (‘tentacoli’) tiene fede al suo nome: spiaggette sabbiose e di ciottoli, anfratti e piccole insenature, scogliere e piscine naturali dall’acqua color smeraldo. Dalla provinciale, in 15 minuti a piedi nella macchia si raggiunge cala Cumpoltittu, dalla fine sabbia bianca incastonata tra le pareti di roccia, mentre, ormai in prossimità della meta, sono le tre belle cale di S’Abbe Drucche (‘acque dolci’). L’arrivo a Bosa, risalendo l’estuario del Temo, è il perfetto coronamento di questo eccezionale itinerario cromatico: al verde della macchia e al blu del mare fa da controcanto la policromia quasi da quadro naïf delle casette verticali abbarbicate tra il fiume e la collina del castello dei Malaspina.