Lasciata Muravera e la piatta pianura costiera punteggiata di stagni su un breve tratto della statale 125 a scorrimento veloce, all’altezza del nuraghe Asoru – di insolita struttura snella in granito, con torre centrale alta 7 metri – si imbocca la lunga valle tracciata fra i rilievi dai rii Picocca, Cannas e Màlliu. Questa si va via via restringendo, con le rocce sempre più incombenti sulla strada che raggiunge, il punto più suggestivo del percorso: l’arco dell’Angelo, dove le alte pareti granitiche erose dall’acqua strapiombano sul rio Cannas, fiancheggiato da una folta vegetazione. La statale continua a salire, descrivendo curve e controcurve in un ambiente che si fa spettacolare per i dirupati spuntoni rossastri con cui i filoni di porfido emergono dalle gole granitiche. Allo spartiacque del valico di Arcu ’e Tidu (m 426) inizia la discesa verso Cagliari lungo la valle del rio Longu, incassata tra le propaggini della punta Serpeddì, a destra, e la Foresta demaniale dei Sette Fratelli a sinistra. Ai lati, i rilievi boscosi che fin dall’Ottocento accolgono gruppi di case di vacanze dei cagliaritani; quindi le zone coltivate a vite e la pianura.