Si tratta della chiesa più vasta di tutta la Calabria. Consacrata nel 1045, fu restaurata in epoca sveva e dopo il terremoto del 1783. A parte le numerose manomissioni, si può desumere dalla cripta e dalle tre navate che venne innalzata nell'ultimo periodo bizantino e fu terminata nella prima età normanna, come appare dal transetto, sporgente e con disposizione caratteristica delle absidi, rispecchiante modi francesi importati dai Normanni. L'interno, grandioso e suggestivo, a croce latina, è diviso in tre navate da due file di 10 colonne, in due gruppi di 5 intrammezzate da pilastro che segnava in origine la posizione delle balaustre di chiusura della schola cantorum. Dal braccio sinistro della cripta, con due statue in legno d'ulivo (S. Giuseppe e Cristo Risorto, del '600, contenute in armadi) si passa alla cappella di S. Giuseppe, dove è stato allestito il Tesoro della Cattedrale con preziose argenterie provenienti dalla chiesa. La cattedrale possiede numerosi paramenti, di cui alcuni tessuti a Gerace nel '600 e '700, tele e sculture lignee, nonché un grande arazzo fiammingo del sec. XVII, col marchio di Bruxelles e la firma di Jan Leyniers. Consacrata nel 1045 e una seconda volta nel 1222, forse alla presenza di Federico II di Svevia, è la più vasta chiesa di tutta la Calabria e una delle più importanti. Nonostante successivi adattamenti e parziali riedificazioni in seguito a terremoti, l’imponente edificio conserva linee purissime, unendo all’impianto bizantino caratteristiche tipiche delle cattedrali normanne, soprattutto visibili nel transetto sporgente e nella disposizione delle tre absidi semicircolari. L’abside di destra è però nascosta dal barocco arco dei Vescovi, oltrepassando il quale si può costeggiare il fianco settentrionale della Cattedrale e raggiungere l’accesso a una minuscola corte: vi prospetta la severa facciata romanica d’ispirazione lombarda, con portale a triplice ghiera e monofora al posto del rosone.