Il duomo di S. Marco ha una lunga e travagliata è la storia costruttiva: avviato alla metà del Duecento, fu portato avanti con alterne vicende, talvolta a causa dei terremoti. <br>Nella facciata, rimasta incompiuta, spicca il portale di Giovanni Antonio Pilacorte (1511), con delicati motivi naturalistici e segni zodiacali, mentre sui plinti sono scene della Creazione, nella lunetta Cristo, ai lati due angeli e al centro S. Marco. <br>L’interno ad aula unica è il risultato degli interventi settecenteschi (sopraelevazione della navata e apertura delle cappelle laterali) e tardo-ottocenteschi. A destra, entrando, un’acquasantiera del Pilacorte (1508) e, nella prima cappella, la pala della Misericordia (1515-16), uno dei capolavori del Pordenone per armonia e maturità stilistica; l’altare è di Giovanni Battista Bettini (1771). Proseguendo sulla stessa parete affreschi di Stefano Pievano (1382 ca.). Sul pilastro ottagonale del presbiterio si ritrova il Pordenone, negli affreschi dedicati a S. Rocco e S. Erasmo (secondo decennio del Cinquecento) e in una Madonna col Bambino (1506). Il bel Crocifisso in legno, cinquecentesco, è di Vincenzo de’ Onesti. Oltre l’arcone presbiteriale si apre la cappella Montereale Mantica, interamente affrescata dal Calderari; all’altare la pala di Pomponio Amalteo con la rappresentazione della fuga in Egitto (1565).<br>Segue la cappella Ricchieri (o dei Ss. Pietro e Paolo), con affreschi staccati (1414-20) vicini, per eleganza, al gusto di Gentile da Fabriano. Ancora del Pilacorte è il fonte battesimale (1534): le attuali portelle sostituiscono le originali, del Pordenone, conservate al Museo civico. La cappella absidale di S. Nicolò conserva un bel ciclo di affreschi della metà del xv secolo. L’altare maggiore incornicia una pala incompiuta del Pordenone (1533-35 ca.). Nella cappella absidale di S. Agostino sono affreschi staccati, tra cui spicca un’opera di Gianfrancesco da Tolmezzo (primo Cinquecento), al quale si deve anche un Santo apostolo sul pilastro di sinistra.<br>Il campanile (1291-1347) è separato dalla chiesa ed è monumento a sé per bellezza e armonia, con i suoi oltre 70 metri di altezza. Agile e slanciato nella struttura, riporta al gusto decorativo romanicogotico, con le eleganti trifore e gli archetti pensili in cotto.