Residenza cinquecentesca considerata la più 'panoramica' tra quelle patrizie entro le mura della città. Un precedente edificio dei Crescenzi fu completamente trasformato nel 1564-75 da Nanni di Baccio Bigio e Annibale Lippi per il cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano; il cardinale Ferdinando de' Medici, che l'acquistò nel 1576, l'abbellì e l'ampliò sul lato destro con la galleria delle statue. Dal 1804 è sede dell'Accademia di Francia, fondata nel 1666 da Luigi XIV per consentire ai giovani artisti francesi di perfezionarsi a Roma, e ospita una biblioteca con oltre 25000 volumi d'arte, architettura e musica. L'austera facciata contrasta con il prospetto ricco e fastoso verso il giardino, che presenta due avancorpi laterali con torrette e altane e un corpo mediano porticato, attribuito a Bartolomeo Ammannati, con serliana centrale; esso è splendidamente decorato con stucchi, festoni (alcuni provenienti dall'Ara Pacis Augustae), bassorilievi e statue secondo il gusto antiquario del tardo '500. Ai lati dell'arcata sono due leoni, uno di arte romana e l'altro di Flaminio Vacca; di fronte, fontanina con copia ottocentesca del Mercurio del Giambologna. Il magnifico e vasto giardino mantiene intatto il tracciato originario; la particolare conformazione dell'area suggerì una sistemazione con un viale parallelo al palazzo e con un'ulteriore suddivisione in tre parti: aiuole di fronte all'edificio, un «pomarium» con viali rettilinei e siepi verso nord, un bosco con il Monte Parnaso (sui ruderi del tempio della Fortuna) verso sud. Sul piazzale prospiciente villa Medici è la graziosa fontana a tazza di Annibale Lippi (1587), dove da una palla di cannone, posta in luogo dell'originario giglio mediceo che la fantasia popolare vuole sia stata esplosa da Castel S. Angelo da Cristina di Svezia, zampilla l'acqua dell'acquedotto Felice.