Un capolavoro del Rinascimento con una storia da raccontare: dal 3 dicembre all’11 gennaio sarà esposta nella Sala Alessi di Palazzo Marino a Milano, il celebre dipinto “La Madonna Esterhazy” di Raffaello. L’opera proviene dal museo delle Belle Arti di Budapest e viene presentata al pubblico insieme ad altri due dipinti:  La Vergine del borghetto, attribuita a Francesco Melsi e la Madonna della rosa di Giovanni Antonio Boltraffio. La pala è databile attorno al 1508, periodo in cui Raffaello lascia Firenze per andare a Roma da papa Giulio II.
L’opera fu donata nel Settecento da papa Clemente XI all'imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbuttel e da questa al principe Kaunitz. Alla morte di quest'ultimo passò alla famiglia Esterhazy, una delle più antiche dinastie ungheresi. L’opera fu trafugata (insieme ad altre sei opere d’arte italiana, tra cui un Ritratto di giovane di Raffaello) dal museo di Budapest nel 1983 da alcuni ladri italiani commissionati da un magnate greco. Fu uno dei furti di arte più noti del Novecento. Per fortuna le opere furono trovate dal Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio Culturale in un vecchio monastero in Grecia e i colpevoli furono arrestati.
Ma chi è Raffaello Sanzio?
Nato a Urbino nel 1483, Raffaello è una delle figure più note del Rinascimento italiano. Famoso già in giovanissima età, riunì attorno a sé un vero e proprio team di artisti per lavorare all’imponente mole di opere che gli venivano commissionate. Amico di Pinturicchio, allievo del Perugino, ammiratore di Leonardo e Michelangelo, Raffaello fu così stimato dai suoi contemporanei che, secondo le cronache, quando morì una crepa scosse i palazzi vaticani e il cielo si riempì di nuvole scure, come se fosse scomparsa una divinità.
LA VITA E LE OPERE DI RAFFAELLO IN 10 (S)PUNTI
1. È il padre Giovanni Santi (da cui "Sanzio") a iniziare Raffaello all’arte. Santi è un noto artista e padrone di una fiorente bottega ad Urbino, importante centro artistico dell’epoca. L'uomo, tuttavia muore quando Raffaello ha solo undici anni.  La madre era morta quando ne aveva otto.
2. L’apprendistato di Raffaello è a Perugia, nella bottega di Pietro Vannucci, detto “Il Perugino”, ma già a 18 anni è riconosciuto come artista di chiaro talento e gli vengono commissionate opere in tutta l’Umbria.
3. Decide di trasferirsi a Firenze, affascinato da quanto si diceva sulle opere di due artisti molto noti nella città toscana: Leonardo e Michelangelo.
4. È con la chiamata a Roma di papa Giulio II che Raffaello, appena venticinquenne trova la sua consacrazione, affrescando le Stanze papali. Si ispirò alle quattro facoltà delle università medievali: teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza per dare vita a uno dei dipinti più celebri del Rinascimento: la Scuola di Atene (1509-1511, sopra e in gallery).
5. Sembra che in quell’opera Raffaello abbia dato ad alcuni sapienti del mondo classico le fattezze di artisti suoi contemporanei: Michelangelo nella figura di Eraclito (aggiunta in un secondo momento), Leonardo da Vinci come Platone e Bramante come Euclide.
6. Oltre a essere un grande artista, Raffaello si dimostrò anche un ottimo imprenditore. La sua bottega era una vera e propria “squadra” che riuniva non solo giovani apprendisti ma anche artisti affermati per lavorare a diversi progetti contemporaneamente. Nonostante ciò, le opere di Raffaello erano così richieste che spesso i committenti erano costretti a lunghissimi tempi di attesa.
7. Raffaello fu anche un valente architetto: dal 1514 lavorò al progetto della Basilica di San Pietro in Vaticano.
8. Le opere di Raffaello colpiscono per la carica emotiva che l’artista conferisce ai personaggi, grazie ad un attento studio della psicologia dell’individuo. I volti di Raffaello riescono a comunicare lo stato d’animo dei personaggi, trasmettendo una naturale empatia nello spettatore che viene coinvolto nella scena.
9. Tra le opere più importanti ci sono: Lo sposalizio della Vergine (1504), nella chiesa di San Francesco a Città di Castello, La Resurrezione (1501) conservata al Museu de Arte di san Paolo, la Madonna del cardellino (1507) custodita agli Uffizi di Firenze, La fornarina (1518-1519) e La trasfigurazione, sua ultima opera.
10. Raffaello muore a soli 37 anni per una febbre causata, secondo lo storico Vasari, da “eccessi amorosi”. La sua tomba è collocata nel Pantheon, a Roma.
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“Qui giace quel Raffaello, da cui, vivo, Madre Natura temette di essere vinta e quando morì, [temette] di morire [con lui]. “ (Pietro Bembo, epitaffio per Raffello)
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