Se dici Chiavenna la prima cosa che viene in mente a chi la conosce è una e una soltanto: «Ah, Chiavenna, ci sono stato per la Sagra dei Crotti». Come se il comune Bandiera Arancione Tci della provincia di Sondrio non avesse altro da offrire. Quel che è certo è che l’annuale sagra dei Crotti (6-8 settembre) è davvero un appuntamento con la storia di questa cittadina incastrata tra le Alpi. Perché i crotti – strettamente legati alla geografia del paese – fanno parte della tradizione chiavennasca, visto che ogni famiglia storicamente ne possedeva uno. Si tratta di “cantine” che venivano costruite contro montagna, nei pressi di profonde fenditure frutto di antiche frane, fenditure dove – grazie al sorèl la corrente d’aria che contraddistingue questi luoghi – la temperatura rimane costante tra 4 e 8 gradi tutto l’anno. Grazie a questo vento, il crotto diventa l’ambiente ideale per la maturazione del vino, ma anche per la stagionatura di salami e insaccati, come la nota brisaola (che è diversa dalla bresaola cui siete abituati ovunque in Italia), grassi formaggi d’alpe frutto del lavoro estivo dei casari e altri prodotti di latteria. Negli anni molti crotti tra Chiavenna, Prata Camportaccio, Mese, Pianazzola e Piuro sono stati trasformati in ristoranti tradizionali dove assaggiare le specialità chiavennasche, tra cui gli gnocchetti bianchi (cugini prossimi dei pinzocheri valtellinesi), le costine cotte sulla piota e i biscottini di Prosto. Per un intero weekend il 6-8 settembre in occasione della sessantesima edizione della Sagra, tutta la città diventa un grande crotto all’aperto. Info: sagradeicrotti.it/