Lasciamo però a un articolo finale e al racconto dell'evento conclusivo a Messina le considerazioni dei protagonisti (e le nostre) sull'esperienza e sul valore del progetto, oltre le lacrime di chi tra mille peripezie ce l'ha fatta: ora è tempo di terminare il racconto del viaggio, che per arrivare a conclusione deve ancora affrontare le ultime vette della nostra penisola, quelle della Basilicata e della Calabria. Avevamo infatti lasciato i ragazzi nel Cilento, in Campania, pronti per entrare in Lucania, e da lì riprendiamo il cammino.
PRIMA PARTE: LA BASILICATA
Rivello - foto Sara Furlanetto
Una menzione particolare nel racconto dei ragazzi va alla zona del lago e del monte Sirino. Un po' perché i tre fondatori di Va' Sentiero c'erano già stati, in una delle spedizioni-test realizzate prima della partenza: "figurati che siamo capitati in vetta lo stesso esatto giorno in cui c'eravamo stati nel 2018... incredibile quanta acqua sia passata sotto i ponti" ricorda Giacomo. Un po' perché la gita al lago Sirino, con belle e comode e-bike noleggiate alla "Ciclofficina del Sirino" di Nemoli, è stato tra i momenti più belli di quella settimana. "È proprio una zona di pace" aggiunge Francesco "per me davvero una bella scoperta. E mi ha colpito molto il rito della processione della Madonna del Sirino, sentitissimo dagli abitanti di Lagonegro: ogni anno, a giugno, la statua viene trasportata a spalla fino al santuario, a quota 1907 metri; qui resta tutta l'estate e fa il percorso inverso a settembre, in una grande partecipazione popolare".
Tappa Lago Sirino > rifugio la Conserva - foto Sara Furlanetto
Tappa Lago Sirino > rifugio la Conserva - foto Sara Furlanetto
Come in Campania, anche in Basilicata sono stati numerosi i "walk with us", come vengono chiamati tutti coloro che si sono aggregati alla spedizione per qualche tempo. "Abbiamo conosciuto i ragazzi di Solar Moving" racconta Giacomo "che stanno lavorando a un bel progetto girando l'Italia con un'auto elettrica alimentata da energia solare. E poi a sorpresa ho rivisto anche mia sorella e miei amici... una delle soddisfazioni più grandi di quei giorni è stata portare Beatrice, che non ama particolarmente la montagna, fin sulla cima del Monte Santa Croce, nella tappa che arrivava a Latronico. Per dimostrare che tutti ce la possono fare!". Va' Sentiero e i walk with us si sono divertiti anche a percorrere il ponte tibetano a Castelsaraceno, che con i suoi 586 metri è stato definito "il più lungo del mondo". "Un nuovissimo progetto, che ha portato tanto fermento nel borgo" continua Giacomo. "Il sindaco, che ci ha accolto con un aperitivo a base di aglianico, ci ha raccontato come la struttura appena inaugurata sul canyon del Racanello - tra l'altro un'opera ingegneristica notevole - abbia portato a un risveglio del paese, con nuove attività, bar, strutture ricettive".
Ultima annotazione per il peperone crusco, vanto e orgoglio della Basilicata nel mondo. "Abbiamo imparato le differenze tra le varietà corno di capra e corno di toro" spiega Francesco "grazie a un produttore locale, che ce l'ha fatto assaggiare in varie declinazioni. Uno spettacolo!".
SECONDA PARTE: IL POLLINO
Tappa Piano Novacco > Piano di Lanzo - foto Sara Furlanetto
In territorio lucano (tappe Latronico - San Severino Lucano - Madonna del Pollino - Piano Gaudolino) da segnalare soprattutto la prima giornata, "bella e intensa, Sara compiva gli anni, a San Severino sono cominciati i festeggiamenti" racconta Yuri. San Severino Lucano è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera Arancione, definito dagli astrofili “il paese delle stelle” per l’assenza di smog e inquinamento luminoso. "Nel suo territorio si trovano due attrazioni del tutto diverse" spiega Francesco. "Innanzitutto Rb Ride, la giostra panoramica realizzata dall’artista contemporaneo Carsten Höller e posizionata su Timpa della Guardia a oltre mille metri di altezza: fa parte del progetto Arte Pollino, che comprende altre opere sparse nelle vicinanze. E poi il santuario della Madonna del Pollino, su uno sperone roccioso a 1573 metri, da cui si gode un bellissimo panorama".
Verso il Monte Pollino - foto Sara Furlanetto
Sulla cima del Monte Pollino - foto Sara Furlanetto
Pino loricato sul Monte Pollino - foto Andrea Buonopane
Nella parte calabra del Pollino il punto di riferimento è stata un'altra Bandiera Arancione Touring, il borgo di Morano Calabro. "A farci da guida è stato Nicola" continua Yuri "un ingegnere davvero visionario e fuori dagli schemi, che ha aperto nel paese un albergo diffuso e un museo naturalistico altrattanto diffuso allestito all’interno delle antiche case che sorgono vicino al Castello Normanno-Svevo. Il suo progetto, chiamato Il Nibbio, vuole essere promotore di un modello socio-culturale di valorizzazione territoriale. Con lui abbiamo passato una serata memorabile, terminata verso le 5 di mattina tra musica, chiacchiere e vino... non ti dico cosa c'è voluto per svegliarci la mattina dopo!".
Morano Calabro - foto Andrea Buonopane
Il museo naturalistico a Morano Calabro - foto Sara Furlanetto
Tra le tappe calabre (Piano Gaudolino - Morano Calabro - Piano Novacco - Piano di Lanzo/San Donato di Ninea - Santuario Madonna del Pettoruto - Sant'Agata di Esaro) non sono mancate né le giornate sportive né le divagazioni gastronomiche. "In una giornata di pausa ci siamo dedicati al rafting nelle gole del fiume Lao: un'esperienza fantastica, adatta anche alle famiglie, all'interno di uno scenario spettacolare, con cascate e pareti di roccia altissime che dominano un fiume dall'acqua cristallina. E con noi c'era anche il Giova, il nostro fido autista, che per una volta ci ha seguito nelle nostre scorribande: non sai che gioia vederlo così contento ed eccitato insieme a noi".
Rafting nelle gole del fiume Lao, Pollino calabro - foto Andrea Buonopane
Rafting nelle gole del fiume Lao, Pollino calabro - foto Andrea Buonopane
E la cucina del Cosentino? "Tostissima, ce ne siamo accorti subito..." ride Francesco. "In quei giorni abbiamo assaggiato vini particolari come il magliocco, un vitigno antico dal gusto speciale, prodotto dalla mia amica Simona ad Altomonte: lei è tornata nella sua terra dopo essersi formata al nord ed è stata brava a trasformare una piccola cantina di famiglia in un'azienda che produce ottime bottiglie, L'Antico Fienile Belmonte. E poi, abbiamo provato moltissimi prodotti tipici, dalle forme di pane ripiene di peperoni e frittata a San Donato di Ninea, alla carne di suino nero, al miele dell'apicoltura "La regina" a Sant'Agata d'Esaro, eccezionale".
Peperoni ad Altomonte - foto Diego Marmi
Miele di castagna della neonata azienda agricola La Regina, Sant'Agata di Esaro - foto Sara Furlanetto
Proprio la tappa finale, quella con arrivo a Sant'Agata di Esaro, è stata la più bella e spettacolare per Yuri. "Eravamo un bel gruppone, c'era un bel sole, il panorama era fantastico... siamo ripassati presso uno stupendo fungo di pietra, dove tre anni fa avevamo riposato in una giornata di pioggia. E poi, a un chilometro dall'arrivo, ecco l'accoglienza di alcuni ragazzi che ci hanno offerto formaggi locali e miele di castagno super... solo un preambolo della cena offerta dal Comune, in una splendida serata, e dell'accoglienza dell'associazione Sade Future Lab". I ragazzi di Sade Future Lab hanno mostrato a Va' Sentiero la grotta della Monaca, fatto conoscere l'azienda/luogo artistico Vallerote, raccontato la tradizione dei falegnami e del ballo liscio che piace anche ai giovani, presentato le delizie della Tavola dei briganti...
Vista da Sant'Agata di Esaro - foto Andrea Buonopane
Nei boschi tra Madonna del Pettoruto e Sant'Agata di Esaro - foto Andrea Buonopane
Tappa Sant'Agata di Esaro > Pietrabianca - foto Sara Furlanetto
Canzoni intorno al fuoco, bicchieri di amaro, pitte 'mpigliate hanno caratterizzato le tappe successive (Casa cantoniera di Pietrabianca - Caserma Cinquemiglia - Passo della Crocetta - Casellone forestale di Monte Cocuzzo - Rogliano (Marzi) - Spezzano Piccolo). Che cosa sono le pitte 'mpigliate? "Dolci squisiti formati da sfoglie ripiene di miele, mandorle e nocciole" spiega Francesco "ce le ha portate Francesca, che è venuta a camminare con noi: le produce lei nel panificio di famiglia, Pascuzzo, a Parenti". E per quanto riguarda gli amari? "Qui abbiamo assaggiato il Jefferson, solo il primo dei tanti amari incontrati in Calabria: la leggenda dice che fu inventato da uno scozzese naufragato a Paola...".
La tipica "pitta 'mpigliata" - foto Sara Furlanetto
Sulla Catena Costiera i ragazzi hanno incontrato due realtà a sfondo religioso-culturale: quella dell'associazione Cammini Valdesi, che hanno raccontato le dinamiche storiche legate all'installarsi dei valdesi in Calabria (a Guardia Piemontese si parla ancora dialetto piemontese); e poi del cammino dedicato a San Francesco di Paola, che in alcuni tratti coincide con il Sentiero Italia. "È un percorso di 112 km e 6 tappe, ben promosso e rilanciato in questi ultimi anni grazie al passaparola e a un'efficiente comunicazione" spiega Diego. "Hanno realizzato un bel sito web, si sono dotati di un simbolo efficace (un sole raggiante) e hanno posizionato sul percorso anche una statua di San Francesco che accoglie i pellegrini, a San Fili". Un bel modo per promuovere il territorio attraverso il turismo lento.
Tappa Rifugio Cinquemiglia - Passo Crocetta - foto Diego Marmi
Tappa Sant'agata d'Esaro > Pietrabianca. Deviazione sui sentieri valdesi. Foto Sara Furlanetto
Ed ecco la Sila. "Mi è piaciuta tantissimo" esclama Martina "e ho finalmente capito perché si associa questa zona al Canada o alla Scandinavia... gli abeti sono altissimi, i boschi incredibili, e poi questi vastissimi altopiani costellati di laghi... non pare possibile che ci si trovi nel cuore del Mediterraneo. Sono stata colpita dall'aria fresca, diversa, di montagna, come non sentivamo da tempo! E anche dall'atmosfera che ci circondava: si percepiva proprio qualcosa di diverso rispetto alle settimane precedenti, a partire dall'arredamento di legno dei rifugi e dalle tisane serali...". "E pensare che tutti questi alberi furono piantati dopo la seconda guerra mondiale" aggiunge Francesco "al tempo non esisteva più la foresta decantata da Norman Douglas, lo scrittore inglese che ci ha lasciato pagine straordinarie del suo viaggio in Calabria compiuto tra il 1907 e il 1911... Eppure, nonostante sia la maggior parte dei boschi sia i laghi siano opera dell'uomo, il paesaggio è fantastico. Non mancano rarità locali, come lo scoiattolo nero".
Lago di Lorica - foto Sara Furlanetto
Tiriolo - foto Sara Furlanetto
Parte delle sette tappe del Sentiero Italia sulla Sila (Spezzano Piccolo - Camigliatello Silano - Lorica - Caporosa - Villaggio Buturo - Villaggio Mancuso - Santuario di Madonna del Porto - Tiriolo) sono state percorse dai ragazzi in mountain bike, come era successo qualche mese prima in Sicilia, grazie al supporto tecnico del tour operator Hitinero Adventure ("giovani bravi, davvero in gamba, che hanno organizzato tutto perfettamente nonostante il maltempo si sia messo spesso di mezzo" racconta Sara) e all'aiuto di Francesca, guida Aigae.
Tappa Camigliatello > Lorica - foto Sara Furlanetto
Tappa Camigliatello > Lorica - foto Sara Furlanetto
Ultima tappa silana quella che ha condotto Va' Sentiero a Tiriolo, borgo del Catanzarese addossato alle montagne da cui si abbracciano sia lo Ionio sia il Tirreno. "La vista dal belvedere è incredibile" continua Martina "ma anche gli incontri non sono stati da meno. Per esempio quello con Mirella, tessitrice, che ha aperto la sua bottega Tessilart a 18 anni, nel 1985, e da allora si dedica a produrre abiti, scialli, tovaglie con un telaio medievale e una vecchia Singer manuale, tra mille difficoltà e dubbi per il futuro. Il fratello di Mirella, Tommaso, fabbrica invece strumenti popolari in un'altra bottega, Lignarius, e ci ha fatto sentire diversi strumenti realizzati da lui, lire, chitarre, mandolini...". Grazie a due ragazzi già conosciuti nel 2018 (Felice, archeologo, dell'associazione Tiriolo antica, e Angelo, guida Aigae e geologo, di Discovering Reventino) a Tiriolo i ragazzi hanno visitato il parco archeologico di Gianmartino (dove sotto l'ex campo sportivo è stata scoperta una villa romana) e da lì sono partiti per una breve esplorazione dei boschi del massiccio del Reventino, il prolungamento occidentale della Sila Piccola.
Mirella Leone, tessitrice, a Tiriolo- foto Sara Furlanetto
QUINTA PARTE: LE SERRE
Procedendo verso sud, si incontra un altro massiccio meno famoso di Sila o Pollino. "È quello delle Serre, protetto da un parco regionale" racconta Andrea "dove purtroppo abbiamo avuto anche qualche giorno di brutto tempo, come quello della prima tappa, la Tiriolo-Girifalco. È sempre un peccato quando bisogna camminare sotto la pioggia, senza poter rendersi troppo conto di quello che c'è attorno, e ancor di più in giornate in cui siamo raggiunti dai Walk with us...". Per l'occasione, a unirsi a Va' Sentiero erano stati anche Ryan e Allison, due ragazzi arrivati addirittura dalla California, che avrebbero poi camminato fino al traguardo di Reggio Calabria.
"Con l'umidità, si sa, crescono anche i funghi" continua Andrea "e sulle