Il Touring Club Italiano sostiene Va' Sentiero, il progetto di tre ragazzi che da maggio 2019 hanno iniziato a percorrere tutto il Sentiero Italia. Alla pagina www.touringclub.it/vasentiero tutti gli articoli dedicati al cammino, con resoconti settimanali e approfondimenti sulle varie tappe. Seguite anche voi Va' Sentiero, partecipate a una tappa e condividete i contenuti!

Pensando a un sentiero che percorre tutte le montagne italiane si può immaginare un percorso che si snoda sempre tra le vette, in alta quota, quasi tra le nuvole. Non sempre è così: e i ragazzi di Va' Sentiero l'hanno potuto sperimentare sulla loro pelle nella seconda metà di luglio. "Ci siamo ritrovati a camminare sull'asfalto, sotto il sole, a 35 gradi... volevamo tutti scappare di nuovo verso la Valtellina!" raccontano. D'altronde, il Sentiero Italia tracciato dal Cai segue grosso modo il confine nazionale: per cui in Lombardia, dove il Canton Ticino svizzero scende con un lungo cuneo verso la pianura, l'itinerario vira verso sud, inoltrandosi prima sulle montagne attorno al lago di Como, poi su quelle del lago di Lugano e del Lago Maggiore. 


Vista sul Lago di Mezzola, nella discesa da Codera. Foto Sara Furlanetto​

SUL LAGO DI COMO, LA CURA DEL PAESAGGIO
Non che gli scenari siano meno scenografici o gli incontri meno interessanti, a meno di duemila metri. Anzi. Yuri, Giacomo, Sara, Francesco e Andrea - nonostante il caldo e l'umidità estiva - hanno potuto godere dei panorami incredibili offerti dai laghi lombardi e dell'accoglienza di tante persone. "A partire da Don Roberto, che ci ha accolto a Sorico nella prima tappa lacustre" racconta Yuri. "Dopo aver camminato lungo la ciclabile del lago di Novate Mezzola, siamo stati ospiti della sua canonica, colma di libri interessanti. E l'incontro con Don Roberto e due ragazzi senegalesi da lui ospitati è stato denso di ottimismo e schiettezza. Questo viaggio continua a insegnarci i valori dell'ospitalità e dell'accoglienza... ne siamo sempre sorpresi, ogni giorno". "A Sorico c'è anche una chiesa interessante, dedicata a San Miro: la leggenda vuole che quest'eremita partì da Canzo e stese il suo mantello sul lago per arrivare a Sorico" aggiunge Francesco.


Uno scorcio di Novate Mezzola, sul Lago di Mezzola. Foto Sara Furlanetto​

Da Sorico, borgo tra i due laghi, il Sentiero Italia segue la riva occidentale del lago di Como, risalendo in parte in montagna. "Abbiamo camminato con Enrico, un ragazzo originario di Morbegno che però vive da tempo ad Amsterdam. Non ti dico la sua sorpresa quando nel piccolo borgo di Trobbio una coppia di signori ci ha offerto un prosecco, poi un'altra ci ha invitato per un caffè e fatto visitare il paese... un'ospitalità che nelle grandi città è ormai un lontano ricordo". La meta di giornata era la Capanna Como, un bivacco in bella posizione a oltre 1700 metri. Dopo una salita densa di caldo e tafani, i ragazzi non vedevano l'ora di buttarsi nel lago di Dervio... peccato soltanto per la nebbia e le nuvole basse scese a sera (fatto che comunque non ha impedito di rinfrescarsi). Sudore e bagni rinfrescanti anche nella tappa successiva, attraverso il passo dell'Orso e la valle del Dosso, dove una vegetazione fin troppo esuberante ha preso possesso del sentiero: Yuri e Giacomo hanno dovuto faticare non poco a ritrovare la traccia. E meno male che a sera si prospettava l'accoglienza di Enzo e di Sky, lui pedalatore per mezzo mondo, lei innamorata dei laghi (e degli uomini) italiani. All'alpeggio di Briasco, vicino a Garzeno, chiacchiere e relax hanno cancellato le fatiche, come spesso è successo ai ragazzi lungo il loro percorso.


Alla baita di Enzo. Foto Sara Furlanetto​

Il Sentiero Italia scende di nuovo verso il lago di Como per arrivare fino a Menaggio e poi traghettare a Bellagio. Un contesto di indubbio fascino, apprezzato fin dall'antichità (se si pensa che Plinio il Giovane aveva una casa in questa zona...), dove Menaglio è stato anche certificato dal Touring con la Bandiera arancione per la qualità ambientale e le bellezze culturali. "Anche la tappa è stata bellissima, lunga, tutta a mezza costa, con la sagoma piramidale del monte Legnone a dominare il lago..." racconta Yuri. "Camminando ci siamo resi conto di quanto queste montagne siano molto più antropizzate rispetto a quelle incontrate finora, non passa un'ora che non si incontra un alpeggio o una borgata. E tutto è estremamente ben tenuto e curato, si nota proprio l'impegno e la passione degli abitanti. Come quando ci siamo imbattuti in un signore che intonacava una cappella dedicata a San Bernardo perché il suo migliore amico si sarebbe sposato proprio lì a distanza di qualche settimana...". In serata, i ragazzi sono stati ospiti della Baita Belvedere, sopra al lago, per fortuna al riparo nel momento in cui si è scatenato un "temporale epico", di quelli con cielo di pece e squarci di luce... "Dopo la polenta concia, sono arrivati i biscotti della pasticceria Sancassani" spiega Francesco "insieme alla bella storia della famiglia omonima: pensa, i figli Franco e Elisabetta Sancassani sono diventati due campioni di canottaggio". 


Attraversando il lago di Como per raggiungere Bellagio. Foto Sara Furlanetto​

IL TRIANGOLO LARIANO, TRA RICORDI ED EVENTI
"Qui prendo la parola io, perché questi sono i miei luoghi del cuore". A intervenire è Giacomo, che racconta di quando, da bambino, soggiornava con la famiglia e la nonna nel Triangolo Lariano, per la precisione a Guenno. "Sono stati gli anni e i luoghi in cui mi sono innamorato delle montagne: uscivo con la mia bicicletta, esploravo i dintorni, arrivavo magari fino alla Madonna del Ghisallo, il celebre santuario dove sono passati tanti Giri d'Italia... e non vi dico l'emozione di camminare negli stessi luoghi adesso, a distanza di vent'anni e con il progetto di Va' Sentiero!". Un po' come era successo a Yuri in Val di Mello (vedi capitolo 9): ogni amante della montagna ha un "suo" posto speciale dove ha capito che le vette gli sarebbero rimaste dentro. Della tappa, che ha portato i ragazzi da Bellagio al Monte San Primo (colma di Sormano), i ragazzi ricordano soprattutto la dura salita verso il monte (che qualcuno ha affrontato con eccessiva spavalderia...), a Pian Rancio la colonia dei Martinitt (opera pia dedicata a san Martino, che ha cresciuto vari personaggi illustri) e l'evento serale a Canzo, dove hanno presentato la loro avventura nel contesto di una bella manifestazione radiofonica/musicale organizzata da Ersaf e Slowmusic.


Monte San Primo. Foto Sara Furlanetto

Dopo una giornata di pausa e festeggiamenti alla Capanna Martina (il cambusiere Francesco ha compiuto 30 anni), i ragazzi si sono rimessi in cammino in compagnia di Matteo da Lecco e Ludovica e Alice da Brescia e Milano, appena ventenni e alla prima esperienza di trekking, che avevano sentito parlare di Va' Sentiero e voluto mettersi alla prova: d'altronde, come abbiamo ripetuto più volte, il progetto di Yuri, Giacomo e Sara vuole essere aperto e condiviso, e uno degli obiettivi è proprio quello di avvicinare i giovani alla montagna. I giovani arrivati, per la cronaca, si sono dimostrati entusiasti dell'esperienza e sono rimasti per più giorni con i ragazzi (sul sito di Va' Sentiero ci sono sempre tutte le indicazioni per camminare insieme).

La tappa è terminata a Torno, altro borgo-gioiello certificato dal Touring con la Bandiera arancione, dove c'eravamo anche noi: nel senso che una delegazione del Touring ha finalmente ri-incontrato il gruppo, partecipando a un bellissimo evento sulle rive del lago. L'atmosfera era di quelle che ogni turista straniero ci invidia: le case colorate affacciate sul lago, l'aria fresca della sera tra i tigli, il vaporetto che ogni tanto attracca al molo... e soprattutto una piccola comunità in festa. Non è mancata neppure la musica, dopo la presentazione del progetto in compagnia di Sonia Cantoni (ex consigliere Fondazione Cariplo) e Alberto Pugnetti (Radio Francigena): prima quella del quartetto d'archi Al Pari, poi la voce di Simona Severini. Una serata nel pieno spirito di Va' Sentiero.


Torno. Foto Stefano Brambilla​

NUOVI ARRIVI SUL CONFINE SVIZZERO
Da Torno la spedizione si è portata di nuovo sul lato occidentale del lago di Como, per proseguire seguendo il confine con la Svizzera prima a Bizzarone, poi a Porto Ceresio (sul lago di Lugano) e poi ancora a Marchirolo, in provincia di Varese. Da segnalare l'arrivo di Giovanni, un alpino che già aveva partecipato come autista nel 1999 al Cammina Italia, il progetto che aveva percorso tutto il Sentiero Italia: instancabile e motivato, Giovanni si occuperà del van della spedizione, vero e proprio quartier generale dei ragazzi. "Sono stati giorni di incontri con tanti entusiasti rappresentanti dei gruppi Cai locali, sia a Bizzarone sia a Marchirolo, e anche con il console Touring di Varese, Gianfranco, che ci ha ospitati a cena presso il ristorante La vecchia Brera a Marchirolo"racconta Yuri.

Verso Bizzarone - foto Sara Furlanetto​
Quanto al percorso, che segue la linea di confine in mezzo ai boschi (e a volte alle trincee, come sul Monte Pravello), non ha mancato di riservare panorami incredibili. "Siamo nella zona del Monte San Giorgio" spiega Francesco "che è uno dei luoghi Patrimonio dell'Umanità forse meno conosciuti del nostro Paese, diviso con la Svizzera. La sua peculiarità è geologica: sono moltissimi i fossili del triassico medio ritrovati in zona e oggi esposti in tutto il mondo". Ovviamente ci sono stati anche vari incontri, come quello con il signore anziano che ha raccontato il momento del ritorno dalla guerra in quei luoghi, nel 1945: "Era il primo maggio, arrivavamo con le vacche al seguito... e iniziò a nevicare come mai avevo visto in vita mia! Una giornata tremenda, sembrava la ritirata di Russia". Gli eventi climatici eccezionali non sono stati solo nel 2019...


Marchirolo. Foto Sara Furlanetto

STORIE D'ALTRI TEMPI, VERSO IL LAGO MAGGIORE
Siamo ormai arrivati in vista del Lago Maggiore. Il Monte Sette Termini, Cremenaga, il rifugio Dumenza all'alpe Bovis. Dumenza, tra l'altro, è patria di due peculiari personaggi, come ci spiega Francesco: "Nella frazione di Trezzino nacque Vincenzo Peruggia, l'autore del rocambolesco furto della Gioconda a Parigi, nel 1911: una storia incredibile, che vide poi il capolavoro ritrovato due anni dopo. A Trezzino è stata posta nel 2008 una targa a ricordo di Peruggia, realizzata da due documentaristi che ne hanno ricostruito la vicenda. Ma sempre a Dumenza nacque anche un famoso cuoco papale del Rinascimento, Bartolomeo Scappi, che tra l'altro raffigurò per la prima volta la forchetta".


Verso il lago Maggiore. Foto Sara Furlanetto

Da Dumenza un lungo traverso raggiunge Monteviasco, minuscolo paesino in Val Veddasca, segnato anche da un grande temporale e dal conseguente fuggi fuggi verso un alpeggio di case abbandonate. "Monteviasco si trova in una situazione simile a quella di Codera" spiega Yuri "è un piccolo borgo, a 930 metri di quota, alle pendici del monte Pola, abitato da pochissime persone e raggiungibile soltanto a piedi". Già: la funivia realizzata nel 1989 al momento non funziona più, e chi vuole salire deve superare una mulattiera con oltre 1400 gradini. "Si racconta che fu fondato da quattro briganti in fuga da Milano" spiega Francesco "che rapirono alcune giovani svizzere e si stabilirono qui, anche se sembra che le origini siano molto più antiche. In ogni caso, è davvero bellissimo". Serata alla bellissima fattoria Roccolo, dove davanti a un bicchiere di vino e a un pasto luculliano il gruppo si è soffermato a chiacchierare con i gestori Pinuccia e Albino, insieme ai figli Stefano ed Emanuele, dello sfruttamento turistico della montagna e del difficile rapporto tra chi ci vive e chi viene in vacanza. 


Il gelato-crema di capra con mirtilli e cioccolato gustato al ristoro Antico Circolo di Montaviasco. Foto Sara Furlanetto
 
Sono molte le storie di quest'angolo alto di Lombardia, un po' discosto dai flussi principali. Vicino a Monteviasco i ragazzi sono arrivati a Piero, piccolo villaggio incassato tra i boschi, ricco di incisioni rupestri e di mulini antichi, dove la luce del sole se ne va via presto anche d'estate (il nome invece deriva dalle api). "Abbiamo incontrato varie persone che si stabilirono qui negli anni Settanta, trasferendosi da Milano" racconta Francesco. "Per esempio Ambrogio Casiraghi, che quando arrivò trovò il paese spopolato e iniziò a formare una sorta di comune, dedicandosi alla coltivazione di erbe officinali. Ora a Piero abitano una quindicina di persone e Ambrogio vorrebbe realizzare una casa-museo dedicato alla storia del borgo". Qui, insieme a Legambiente e agli abitanti del luogo, hanno organizzato un altro evento: occasione per imparare le storia di Piero, grazie alle centinaia di diapositive di Ambrogio, e per ascoltare le canzoni di Mosè Morsut, un giovanissimo che con il suo progetto Pizzicando le Alpi gira le montagne offrendo la sua musica in cambio di ospitalità. Inutile dire che tutti sono stati travolti dalla sua energia.


Il giovane Mosè, 23 anni di Alagna, suona i suoi pezzi strumentali presso il ristoro Kedo a Piero​. Foto Sara Furlanetto

Il nostro capitolo 10 finisce con l'arrivo a Sasso Corbaro, da cui si gode una vista spettacolare, e sul lago Delio, dove i ragazzi hanno soggiornato nel ristoro omonimo, gestito da gentilissimi ospiti. "Il bacino racconta una storia interesssante" spiega Francesco "è stato creato artificialmente per avere un supplemento di energia in caso di difficoltà della centrale sul lago Maggiore, con il quale comunica attraverso turbine. La centrale idroelettrica vicina di Roncovalgrande è una delle centrali idroelettriche più grandi d'Europa per potenza installata e a tutt'oggi è considerata un fiore all'occhiello dell'ingegneria italiana, essendo realizzata in una caverna scavata interamente nella montagna. Si dice anche che l'ascensore scavato nella roccia che mette in comunicazione i due laghi sia il più alto d'Europa". Poi "la tappa più breve da molto tempo" fino a Maccagno, da cui Va' Sentiero si è imbarcato per la sponda piemontese. Ma qui inizia un'altra parte del viaggio. E vi aspettiamo a fine agosto per un nuovo racconto. 


Vista sul Lago Maggiore dal Ristoro Lago d'Elio. Foto Sara Furlanetto