Si affaccia sulla nuova piazza Compasso d'oro l'Adi Design Museum di Milano. Inaugurato pochi giorni fa, occupa gli spazi di un deposito di tram a cavallo e centrale elettrica in disuso. Pare che da qui partisse l'energia per illuminare piazza Duomo. Dopo anni di abbandono finalmente ha aperto le porte con un doppio ingresso anche da via Bramante.

L'idea è proprio quella di creare una sorta di galleria, un passaggio coperto, dove i cittadini possono camminare, prendere un caffè al bar e curiosare nel fornito bookshop. Oppure rilassarsi nel giardino antistante, magari bagnarsi i piedi nella fontana rasoterra. Magari dopo la visita delle collezioni del museo il cui biglietto d'ingresso, va detto subito, si può acquistare solo online e non c'è una biglietteria fisica. In compenso ci sono molti giovani che si dedicano all'accoglienza di chiunque varchi entrambe le soglie.

L'allestimento della collezione permanente, dal titolo “Il cucchiaio e la città”, segue un ordine cronologico che parte dalla prima edizione del premio Compasso d'Oro avvenuta a Milano nel 1954. A firmarlo lo studio Migliore + Servetto Architects con Italo Lupi al quale hanno dato il loro contributo anche lo Ied e il Politecnico di Milano con due videoinstallazioni che introducono al percorso di visita. Percorso che è un viaggio nel passato, ma anche un tuffo nella memoria collettiva con decine di oggetti e progetti che sono entrati nelle case di molti italiani nel corso degli anni o hanno cambiato l'estetica delle città. Dalla scimmietta Zizì di Munari alle insegne per la metropolitana milanese (e newyorkese) firmate da Bob Noorda, fino gli ultimi anni, quando anche la tecnologia ha ottenuto il prestigioso riconoscimento, è difficile non trovare un ricordo, una suggestione...
E tra gli oggetti dell'allestimento permanente si insinuano anche le mostre temporanee, in un dialogo prezioso di rimandi stilistici e storici. A cominciare da “Uno a uno. La specie degli oggetti” curata da Beppe Finessi che mette a confronto coppie di oggetti definiti “accoppiamenti giudiziosi”. Focalizzano l'attenzione su due personaggi e maestri del design italiano le altre due mostre: “Tessere la gioia” espone alcuni lavori a telaio di Renata Bonfanti, mentre “La cultura imprenditoriale del sistema design” racconta il lavoro di Giulio Castelli nel corso del Novecento.

A chiudere “Manifesto alla carriera. Omaggio della grafica italiana ai Maestri del Compasso d'Oro”, un originale allestimento con bellissimi poster che celebrano la storia del premio e dei suoi protagonisti (ed è possibile portarsi a casa un poster a scelta tra quelli esposti). E chi sa che fra i giovani frequentatori del Junior Design Lab aperto ai ragazzi di scuole elementari e medie non venga fuori il Compasso d'Oro di domani.

INFORMAZIONI
Info, prenotazioni e acquisto biglietto: adidesignmuseum.org.