Padma e Lalli, due cuginette indiane di 16 e 14 anni, vivono esistenze semplici in un villaggio dell’Uttar Pradesh. Sono inseparabili, molto amate dalle loro famiglie, sognatrici e romantiche come è giusto che sia a quell’età. Il loro futuro viene interrotto una notte d’estate del 2014 quando vengono trovate impiccate in un frutteto. Una storia agghiacciante che scatena la protesta delle loro madri e nonne, ma anche una girandola folle di accuse, indagini condotte male, polemiche sui media e discussioni sul ruolo della donna nel subcontinente indiano.

Lo racconta con serietà e ricchezza di informazioni l’autrice indiana trapiantata a Londra Sonia Faleiro. L'abbiamo incontrata e ci ha raccontato qualcosa di più di questo straordinario Paese, sempre in bilico tra voglia di emergere come potenza internazionale e un retaggio tradizionalista maschilista e discriminante.
 

Com’è nata la decisione di raccontare proprio questa storia?
Mi occupo di India da sempre. Ho spesso scritto di bambini, del loro traffico e quando ho letto sui giornali la storia di Padma e Lalli mi è venuta voglia di capire di più di questa tragedia. Già mi stavo occupando di violenza sulle donne e quando ho incontrato le famiglie delle due ragazzine ho capito che c’era molto altro da dire su questa storia nello specifico.
 
Ne emerge, fin dalle prime pagine, un ritratto impietoso delle autorità indiane a ogni livello…
Il governo indiano, negli ultimi anni, ha focalizzato tutte le sue attenzioni sul progresso ecomomico invece che su quello sociale. Le priorità sono sbagliate. Come racconto e può notare chiunque vada in India, è surreale vedere così tanti telefonini anche in mano a persone che poi non hanno il bagno in casa. C’è il boom economico e poi mancano le fognature…
 
Nascere femmine in India sembra essere ancora una questione dirimente. Davvero non è cambiato nulla e ancora c’è questa fortissima discriminazione di genere che emerge dai dati inseriti nel suo libro?
Il cambiamento è rallentato proprio dagli uomini indiani. In generale tutti sanno che qualcosa va modificata. Il momento di svolta è stato nel 2012 dopo che una studentessa è stata brutalmente violentata su un bus. La sua storia è finita su tutti i social creando un sentimento di grande rabbia per l’incapacità della polizia a fare il suo lavoro e per un sistema giudiziario ingiusto che è stato parzialmente modificato proprio in quell’occasione. È un tema, quello della violenza sulle donne, che è entrato nel dibattito pubblico ma c’è molta resistenza nelle stesse famiglie.
 
Nella storia di Padma e Lalli è proprio la resistenza e la protesta delle donne delle due famiglie, mamme, nonne e zie a dare al caso rilevanza nazionale. La protesta rimane l’unico modo?
L’India ha una lunga tradizione di proteste. Fa parte della nostra cultura considerare la protesta come una strada possibile per far valere i propri diritti. Le due mamme, pur non avendo accesso a tv, radio o internet, intuiscono che l’unica strada è opporsi alla polizia, ai politici locali, e pretendere da loro risposte vere. L’eco del loro atteggiamento è arrivato ovunque, anche in occidente e molte altre famiglie si sono comportate in modo simile in situazioni altrettanto violente. 
La situazione politica indiana è peculiare ma in tutto il mondo ci sono storie così tragiche per le quali non sembrano esserci risposte univoche.
In India il fallimento delle istituzioni è ormai endemico e criminale, ma questa storia potrebbe essere universale. Lo vedo vivendo nel Regno Unito. Anche qui i fallimenti istituzionali non mancano. Sto lavorando su un libro ambientato a Londra e lo spirito rimane lo stesso: bisogna approfondire, raccontare, diffondere numeri e dati giusti per capire e comprendere i contesti. Le scelte politiche si fanno così.
 
INFORMAZIONI
"Le brave ragazze" di Sonia Faleiro è edito da Neri Pozza. È un libro utile per capire l’India contemporanea anche per chi ha deciso di andarci in viaggio. Per capire con occhi aperti che non è tutta misticismo e povertà, ma un Paese complesso, che fa fatica a trovare una sua strada veramente democratica e inclusiva.