È una mostra raccolta e affascinante, quella che si è aperta giovedì 22 marzo al Chiostro del Bramante a Roma. Da anni non si vedevano i capolavori di JMW Turner in Italia: la lunga assenza è stata colmata grazie all’accordo tra l’istituzione museale della Capitale e la Tate di Londra, straordinario museo che raccoglie il meglio dell’arte inglese (e non solo).
Così il grande pittore romantico, forse “il più grande” come dicono alcuni critici, ritorna a emozionare anche il pubblico italiano. Perché la pittura di Turner è fatta di emozioni e suggestioni, di pennellate abbozzate e di luci improvvise: non andate a vedere la mostra se cercate la definizione di Canaletto o le ballerine di Dégas. “L’indeterminatezza è il mio forte” disse una volta Turner. Dovete entrare nei suoi occhi per apprezzare al meglio i suoi capolavori.
 
J. M. W. Turner, Venice Quay, Ducal Palace - 1844 - Tate
IL LASCITO TURNER
La Tate ha messo a disposizione del Chiostro del Bramante una raccolta di 92 opere di Turner, tra acquerelli, disegni, album e olii, per la prima volta esposte insieme in Italia. Provengono tutte dal cosiddetto “Turner Bequest”, ovvero un vastissimo lascito (circa 30.000 lavori cartacei, 300 olii e 280 album da disegno) che fu donato alla Gran Bretagna cinque anni dopo la morte dell’artista, nel 1851: sono opere che l’artista aveva realizzato e conservato per sé, una raccolta personale che Turner aveva desiderato avere vicino a lui per tutta la sua vita.
Importante ricordarlo, mentre si visita la mostra: il carattere intimo traspare da molti di questi lavori, spesso schizzi, appunti, diremmo quasi ricordi dei tanti viaggi che l’artista, fin dalla giovinezza, aveva fatto in giro per l’Europa.
 
J. M. W. Turner, Venice: Looking across the Lagoon at Sunset - 1840 - Tate
LUCE E COLORE, I TRATTI DI TURNER
L’esposizione, curata da David Blayney Brown (che per la Tate è Manton Curator of British Art 1790-1850), è allestita con un criterio cronologico. Nelle piccole sale attigue al Chiostro del Bramante si ripercorre la vita di Turner attraverso le sue opere, dal 1791 al 1945: è un modo facile e veloce – sottolineato dai diversi colori delle pareti degli spazi – per immergersi nella vita di Turner, accompagnandolo nelle sue esplorazioni e soprattutto osservando il mutamento e la crescita del suo stile.
Particolare attenzione, nella scelta delle opere e nelle parole dei pannelli che le introducono, è posta sulla continua ricerca della luce e del colore, i tratti essenziali della produzione di Turner. È come se l’artista fosse stato attratto e ossessionato nello stesso tempo dallo studio di queste componenti: a volte i suoi appunti pittorici diventano esperimenti, bagliori, essenziali e studiatissime pennellate che trascendono completamente il reale. Sono piuttosto riflessi dell’interiorità, diari personali che non prevedono un diretto collegamento con la realtà.
 
J. M. W. Turner, Land's End, Cornwall, 1834, Tate
I VIAGGI DI TURNER
Nella mostra del Chiostro del Bramante un altro aspetto interessante (soprattutto per noi del Touring!) è rappresentato dai tanti viaggi che Turner fece nella sua vita – e molti di più ne avrebbe fatti, se le guerre di inizio Ottocento non gli avessero a lungo impedito di uscire dalla Gran Bretagna. I castelli e le brughiere di Inghilterra e Galles, le montagne della Svizzera, i riflessi di Venezia, i porti della Normandia, i ghiacciai del Monte Bianco: Turner non si fermò mai, alla ricerca di stimoli sempre nuovi. E nei suoi magnifici acquerelli ritroviamo suggestioni ed emozioni valide e attuali ancora oggi.
 
 
J. M. W. Turner, The Artist and his Admirers - 1827 - Tate
 
INFORMAZIONI
Turner. Opere della Tate
Chiostro del Bramante, Roma
22 marzo - 26 agosto 2018
Orari: da lunedì a venerdì 10-20; sabato e domenica 10-21
www.chiostrodelbramante.it