Gli appassionati di viaggi estremi le ignorano. Chi opta sempre per la stessa destinazione non le prende nemmeno in considerazione. Eppure le liste che segnalano i Paesi del mondo più pericolosi pullulano. Certo è che dare uno sguardo, prima di partire, agli avvisi della Farnesina, non porta via troppo tempo e incuriosisce pure.

In questo periodo, per esempio, molti avvertimenti riguardano le isole caraibiche a causa dei frequenti cicloni che ne sconvolgono le coste e potrebbero turbare vacanze serene. Diverso il discorso per la Giamaica che, dopo le turbolenze, pare essere tornata alla normalità, quanto meno lontano da Kingston. Non stupiscono le avvertenze per Paesi come la Liberia o il Sudan, spesso sconvolti da guerriglie interne, più curiosi gli avvisi che riguardano la Nuova Zelanda dove non sono da escludere casi di influenza suina durante l’inverno australe attualmente in corso. Dopo la consultazione del sito, è opportuno, per chi viaggia con destinazioni esotiche soprattutto, registrarsi al sito Dove siamo nel mondo. Un modo facile per aiutare la Farnesina a tutelare i viaggiatori all’estero in caso di emergenze. Diverso l’approccio per il Dipartimento di Stato Usa. Oltre alle zone di guerra, Afghanistan e Iraq in testa, includono nella lista anche il Libano e la Siria, due Paesi che, tendenzialmente, non preoccuperebbero un italiano. Tra le new entry della pericolosità secondo gli americani il Messico, soprattutto nelle città del nord come Tijuana, Nogales e Ciudad Juarez, dove la sicurezza non è garantita nemmeno dalle forze dell’ordine. Viaggiare in sicurezza è solo questione di buon senso? Non sempre, purtroppo.