Sono una ventina i soci e i consoli Tci dell’Emilia-Romagna che in oltre due anni di lavoro hanno realizzato "Aemilia, una via lunga 2200 anni", carta “parlante” per esplorare paesaggi, beni culturali e prodotti tipici della regione seguendo il filo conduttore del percorso storico della Via Emilia, da Rimini a Piacenza. Un progetto sviluppato in prima persona dai soci Tci del territorio, in collaborazione con l’Apt dell’Emilia-Romagna, per proporre un viaggio in sei tappe alla scoperta di piccoli e grandi monumenti, musei, scavi archeologici più o meno strettamente legati al tema della consolare che da sempre rappresenta la spina dorsale della Pianura Padana. Tutte le tappe di "Aemilia, una via lunga 2200 anni" sono sulla nostra pagina dedicata.

"AEMILIA, UNA VIA LUNGA 2200 ANNI"
TAPPA 6 - DA FIDENZA A PIACENZA

Partendo da Fidenza (antico Borgo San Donnino), il tracciato della Via Emilia doveva superare il torrente Stirone. Nel 1874 furono scavate le rovine di un ponte la cui costruzione risale alla età romana (I sec. d.C.) e quasi certamente era quello sul quale transitava l’Aemilia. Oggi le rovine sono visibili di fronte alla torre Viscontea o Porta dello Stirone (XIV sec.), unica rimanenza delle mura medievali che cingevano l’intera cittadina.

Nella Piazza Duomo, sul retro della porta, si ammira la maestosa Cattedrale di San Donnino; l’edificio deve le sue forme attuali ai grandi lavori di rifacimento compiuti nel XII sec., ai quali prese parte anche l’architetto e scultore Benedetto Antelami. Il Duomo occupa il sito di una più antica chiesa del IX sec. e coincide, forse, con un’antica necropoli romana. È importante annotare che il tratto di Via Emilia che collega Fidenza con la città di Piacenza è definito, in senso inverso, dalla coincidenza con il tracciato della Via Francigena medievale proveniente dall’Europa centrale (la Terra dei Franchi). La Via toccava infatti Piacenza proseguendo poi lungo la Via Emilia fino a Fidenza; qui poi il tracciato deviava a sud, in direzione del Passo della Cisa, proseguendo verso i porti delle coste liguri e toscane e Roma.


Duomo di San Donnino, Fidenza

Lasciando Fidenza in direzione di Fiorenzuola, una piccola deviazione ci porta al borgo di Castelnuovo Fogliani. Arroccato sulla sommità di un piccolo dosso, deve il suo nome ad un grande castello, documentato fin dal secolo XII. Più volte ricostruito, il maniero si presenta oggi con una elegante struttura settecentesca, il cui progetto viene attribuito al celebre architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), artefice della reggia di Caserta. L’edificio fa parte del circuito dei “Castelli del Ducato di Parma e Piacenza”.


Castelnuovo Fogliani

Tornati sulla Via Emilia si giunge ad Alseno, da dove, con una breve deviazione, si arriva alla Abbazia di Chiaravalle della Colomba. Fondato nel 1136 da San Bernardo, il monastero fu uno dei maggiori insediamenti cistercensi in tutta l’area padana; le strutture oggi visibili presentano una sovrapposizione tra le componenti originarie del XII sec. e i rifacimenti dei XIII e XIV secc., successivi al saccheggio compiuto nel 1248 dalle truppe dell’imperatore Federico II. Soppressa la funzione monastica (1769-1810), l’abbazia subì un lungo abbandono durante l’Ottocento per ritornare nel 1937, dopo lunghi restauri, ai Cistercensi.

Ritornati sulla Via Emilia si prosegue fino a Fiorenzuola d’Arda, piccola cittadina che nel suo impianto regolare rivela un’antica fondazione romana. Sorto probabilmente come tappa di sosta lungo la Via Emilia, l’abitato fu chiamato Florentia dai Romani, diventando poi Florentiola nel corso del Medioevo. Cuore della cittadina, cinta da mura fino al ’700, è la piazza F.lli Molinari dove si può ammirare la grande chiesa collegiata di San Fiorenzo, sorta nella seconda metà del XIII sec. sulla stessa area già occupata da un luogo di culto più antico, forse la cappella di San Bonifacio, nei V-IX secc. L’edificio attuale si presenta con una veste tardo-gotica, dovuta ai lavori di rifacimento nei XIV e XV secc.

Accanto alla Collegiata sorge la grande torre campanaria, probabilmente riadattata su una preesistente struttura difensiva. Tra le Vie G. Garibaldi (Via Emilia) e G. Mazzini si attestava l’antico quartiere ebraico di Fiorenzuola, di cui si hanno indicazioni già nei primi decenni del XV sec.


La Collegiata di Fiorenzuola d'Arda - foto Wikipedia Commons ​

Da Fiorenzuola si può deviare verso nord (in direzione di Cremona) arrivando in pochi minuti nella cittadina di Cortemaggiore. Tipico esempio di nuova città rinascimentale, la nobile Curtis Maior venne pianificata nella seconda metà del XV sec. dai marchesi Gian Lodovico e Rolando II Pallavicino, che ne fecero la piccola capitale per i loro domini inclusi tra le attuali province di Piacenza, Parma e Cremona. Autentici gioielli del Rinascimento padano sono gli affreschi del Pordenone (Giovanni Antonio dè Sacchis 1483-1536) nella cappella Pallavicino della chiesa della Santa Annunziata, ingresso da Via G. Matteotti ed il Polittico di Filippo Mazzola, padre del Parmigianino, datato al 1499 e conservato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie in Piazza Patrioti.


Gli affreschi del Pordenone a Cortemaggiore - foto Wikipedia Commons

Notevoli sono anche gli stucchi barocchi che decorano gli interni dell’Oratorio di San Giuseppe, in Via Cavour. A Cortemaggiore, sotto la protezione dei Pallavicino, si raccolse una piccola comunità ebraica, documentata nel borgo dal secolo XVI fino alla prima metà del Novecento. Gradevole è anche la camminata tra le vie del borgo, e in particolare lungo il “cardo” (asse nord-sud, oggi Via Cavour), fiancheggiato da una serie continua di portici, alcuni dei quali di impronta tardo-gotica.

Tornati a Fiorenzuola d’Arda si prosegue lungo la SS9, fino a Roveleto di Cadeo. Piccolo paese lungo il rettilineo della Via Emilia, quasi del tutto moderno nella sua veste urbanistica e architettonica, è tuttavia arricchito dal Santuario della Beata Vergine del Carmelo, innalzato nella metà del ’700 secondo un progetto che richiama il gusto tardo-barocco dei Bibbiena, ai quali viene infatti attribuito.


Santuario Beata Vergine a Roveleto​

La Via Emilia prosegue poi fino al paese di Pontenure, dove si devia verso sud per raggiungere i borghi di Valconasso e di Paderna. Il primo deve il suo nome alle gualchiere (dal germanico “walkan”), opifici che sfruttavano, grazie ai numerosi canali presenti, la forza cinetica dell’acqua per la lavorazione dei tessuti. Il piccolo gruppo di case si raccoglie attorno alla chiesa di Santa Maria Assunta in Via Borea Don Giuseppe, datata alla seconda metà del XV sec., al cui interno si ammira un ciclo di affreschi del tardo ’400 che raffigurano vari episodi della vita di Gesù Cristo.

Dopo Valconasso si arriva al Castello di Paderna, incorniciato da un suggestivo paesaggio rurale, coerente con l’identità del luogo. Ancora perfettamente integro e documentato intorno all’anno mille, il fortilizio risponde alla tipica struttura del “ricetto”, ossia dell’azienda agricola fortificata, nella quale si riconoscono due corti diverse e complementari: quella rustica, più vasta e destinata al ricovero delle derrate e al rifugio dei contadini in caso di pericolo, e quella padronale, più raccolta nel cuore del fortilizio. Il complesso include anche una piccola cappella articolata con una pianta a croce greca. L’antichità della cappella, e la sua corrispondenza con alcuni modelli tipici dell’architettura religiosa bizantina, ne suggeriscono la datazione non oltre l’anno mille.

Completando l’ultimo segmento della Via Emilia si arriva infine a Piacenza, fondata nel 218 a.C. dai Romani con il nome di Placentia, dal verbo placere (piacere) in allusione ad una città che doveva piacere ai suoi futuri abitanti. Lo schema urbanistico del centro storico rivela le sue origini romane; vi si riconoscono infatti gli antichi isolati quadrati, delimitati dai cardi e dai decumani. Spina dorsale di questo sistema è la Via Emilia, che attraversa infatti l’antico castrum romano essendone il decumano massimo. L’Aemilia fu tuttavia tracciata solo tra il 189 ed il 187 a.C., ossia trent’anni dopo la deduzione di Placentia come colonia romana. Ciò dimostra che il percorso della strada consolare ricalca in realtà un itinerario più antico.

In considerazione della sua centralità, il tratto urbano della Via Emilia nel cuore di Piacenza (attuali Vie Roma e Borghetto) si arricchì, nel tempo, di importanti insediamenti religiosi e di sontuose residenze nobiliari. Tra le chiese, risulta particolarmente interessante la basilica di San Savino, fondata nel V sec. dal vescovo Savino nel punto in cui la Via Emilia si univa alla Via Postumia entrando nell’antica Porta Orientale della città romana. Il sito prescelto da Savino coincideva con una necropoli, di poco esterna alle mura, dove lo stesso vescovo volle poi essere sepolto. La basilica fu dedicata in origine ai Dodici Apostoli ma, in seguito, al suo fondatore. L’edificio si presenta oggi secondo una veste romanica (XII sec.), successiva alle distruzioni degli Ungari nel X sec. Notevoli sono i mosaici del presbiterio e della cripta (XII sec.).


San Savino, Piacenza

Nei pressi della basilica si ammira anche l’elegante Palazzo Anguissola di Grazzano, progettato nella seconda metà del XVIII sec. da Cosimo Morelli, architetto del Papa Pio VI. Solo dall’esterno si può ammirare il Palazzo Gotico (oggi sede municipale), in Piazza Cavalli, denominazione assunta dalle due grandi statue equestri di bronzo di Alessandro e Ranuccio I Farnese, opera seicentesca di Francesco Mochi. In Piazzale di Porta Borghetto, secondo la tradizione, termina la Via Emilia.


Il centro di Piacenza - foto Getty Images

INFORMAZIONI
- Tutte le tappe di 
"Aemilia, una via lunga 2200 anni" sono sulla nostra pagina dedicata.
- Hanno curato la realizzazione della tappa 6 Manrico Bissi e Luisa Precivale.
Scarica la mappa e la descrizione della tappa 6 in formato pdf!
- Scopri nel dettaglio il percorso di "Aemilia, una via lunga 2.200 anni" sulla mappa interattiva di tourer.it/itinerari.