Quest'articolo è frutto dalla convenzione stipulata dall’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) e Touring Club Italiano. Sandra Leonardi è docente a contratto di Geografia e Turismo Sostenibile e valorizzazione del territorio presso la Facoltà di Lettere - La Sapienza Università di Roma, oltre a essere Consigliere Nazionale dell’AIIG.

Roma, la città della grande bellezza, nota al mondo per i suoi monumenti millenari e per il passato glorioso, ha iniziato da qualche tempo ad accostare all’arte intesa in senso classico l’arte urbana come possibile risorsa utile alla sua rigenerazione. Strade che raccontano, muri che parlano dal Grande Raccordo Anulare fin dentro i quartieri storici o periferici, nelle borgate o nei nuovi insediamenti frutto della scellerata pianificazione neoliberista, là dove passato e presente si incontrano e/o si scontrano, dando vita a non luoghi che talvolta generano definizioni di spazio concepite in modo inverso.

In quei territori in cui l’effimero si contrappone all’identità storica, anche lo spazio rischia di soccombere dietro logiche commerciali che potrebbero lasciare tracce indelebili di una contemporaneità grigia e poco lungimirante. Ed è proprio per sfuggire ai rischi di alienazione spaziale che sono nati e sono stati avviati progetti di street art che nel tempo hanno dato vitalità alle tradizionali infrastrutture urbane e architettoniche: ponti, viadotti, muri, scalinate. Sono sempre più numerose le opere d’arte, conosciute come murales, che osservano i passanti comunicando emozioni e suscitando pensieri, con la finalità dichiarata di voler diffondere quel senso di spontaneità insito nelle opere d’arte. 


La vita e la morte, Camilla Falsini, GRA - foto Silvestrelli/GRAART​

IL GRANDE RACCORDO ANULARE E IL MUSEO DI URBAN ART DI ROMA
In questo viaggio nella città eterna alla ricerca delle infrastrutture parlanti, partiamo dal Grande Raccordo Anulare, che continua, così, a essere protagonista dopo i successi editoriali e cinematografici. Rispetto alla street art facciamo riferimento al progetto di arte contemporanea urbana ‘GRAART’: 16 murales realizzati lungo il Grande Raccordo Anulare che rappresentano un saluto di benvenuto o un caloroso arrivederci a chi arriva o a chi lascia la città (ecco il link alla mappa). In essi è richiamata la grandezza culturale e artistica della città racchiusa al suo interno. L’obiettivo dichiarato dai curatori del progetto è quello di creare un legame e di strutturare un rapporto tra lo spazio periferico e il centro monumentale.


Il martirio di Rufina e Seconda, Lucamaleonte, via Casal Del Marmo - foto GRAART​

I temi rappresentati sono mitologici, storie e leggende che «che interessano memorie ed identità di quelle specifiche aree della città, di cui questi dipinti contemporanei si propongono di divenirne simbolo». Citiamo per tutte l’opera di Nicola Alessandrini realizzata là dove la Via Collatina si incunea sotto il GRA. In questo luogo di passaggio, il richiamo al territorio e il collegamento alla storia di Roma è evidente. I cavalli raffigurati rimandano al gruppo scultorio della Fontana di Trevi che raccontata la storia dell’Acqua Virgo, l’Acquedotto Vergine che poco lontano da qui, tra Via di Salone e Via Collatina, ha la sua sorgente, come viene raffigurato nel bassorilievo della mostra dell’acqua ove si può vedere una vergine che indica la fonte a un soldato romano assetato. L’Acquedotto Vergine è ancora funzionante e alimenta le fontane storiche di Roma. Non solo. Simbolicamente sancisce quell’eterno e indissolubile collegamento tra centro e periferia che, ormai, osservando le aree marginali, sembra dimenticato. 


Lacrima Vergine, Nicola Alessandrini, via Collatina - foto Silvestrelli/GRAART​

Il racconto itinerante continua snodandosi lungo la storica infrastruttura urbana che si è prestata benissimo a essere una contemporanea tela, tanto da essere parte del Museo di Urban Art di Roma (MURo), che dal 2010 opera sul territorio con l’intento di creare legami consapevoli fra la città e i suoi abitanti (a questo link la mappa interattiva con tutti i murales del Museo). 

DAL TESTACCIO AL PIGNETO
Street art ma anche life street grazie a un percorso turistico che si snoda in 30 quartieri, dal centro alla periferia, su 150 strade in 13 dei 15 municipi. Da Testaccio al Pigneto, da San Lorenzo a San Basilio fino a Tor Bella Monaca, sono ben 330 le opere inserite nell’itinerario dedicato alla street art ‘Cambia prospettiva. La strada è il tuo nuovo museo’ promosso da Roma Capitale nel 2015 (a questo link la mappa). 

Tra le opere realizzate citiamo la suggestiva immagine di un’enorme Malala che osserva malinconica il flusso delle autovetture che transitano sulla Via Prenestina davanti al civico 913 o, ancora, il bellissimo Coffé Break che nel 2014 aveva il primato di essere l’opera più alta realizzata a Roma nel quartiere di Tor Pignattara. L’uomo che con un caffè in mano esce da un bidone della spazzatura non fa riferimento ai problemi della quotidianità romana, come molti credono, bensì rimanda alla tradizionale accoglienza italiana, al gesto del caffè che vorrebbe rappresentare un momento di condivisione, di caloroso avvicinamento a tutti coloro che patiscono situazioni di marginalità e disagio vivendo per strada. 


Coffé Break. Etam Cru, Tor Pignattara - foto ecomuseocasilino.it

Suggestivo il murale Tutti in bici realizzato da Simone Ferrarini con la collaborazione del collettivo FX ideato per un progetto di ‘urbanismo tattico' e dedicato alla mobilità urbana e alla bicicletta realizzato sulla via Tiburtina nel quartiere San Lorenzo. 


Tutti in bici, Simone Ferrarini, via dei Peligni - foto S. Leonardi
 

Non solo muri ma anche scalinate che grazie a Popstairs, progetto artistico di Diavù, condiviso con Roma&Roma e co-organizzato dall'Associazione MURo, fa vivere le gradinate in nome delle donne della storia, della cultura e della spettacolo che hanno dei legami con i luoghi ove sono raffigurate (ecco il link del progetto). Tanto fermento e tanta vitalità: blog di quartiere, siti dei progetti, eventi che propongono visite guidate per approfondire questa realtà o che cercano nuovi muri da far parlare come Ilovetorpignart (ecco il link della mappa). Un caleidoscopio di informazioni, suggestioni, racconti che è impossibile ignorare non solo per le dimensioni ma soprattutto per i collegamenti a concetti dell’economia circolare, della sostenibilità culturale e del benessere sociale promossi anche dall’Unione Europea.