Mare e miniere. L’immagine del Sulcis e dell’Iglesiente - nel sudovest della Sardegna - è questa. Un luogo dove si può ripercorrere l’epopea eroica e tragica delle estrazioni e vivere un paesaggio selvaggio dalle tinte gialle, ocra e blu intenso al profumo di macchia mediterranea e di roccia cotta dal sole.
La fotografia è cambiata. Perché il 12 luglio il comune di Gonnesa, 5000 abitanti tra Carbonia e Iglesias, ha finalmente ridato nuova vita al villaggio nuragico di Seruci, uno dei più imponenti di tutta la Sardegna. La notizia porta con sé una prospettiva di sviluppo turistico e di lavoro per la comunità residente. Grazie alla riapertura del sito di Seruci si spera che il vento faccia il suo giro, portando nel territorio più turismo attratto da percorsi archeologici e minerari, oltre che dalla bellezza abbagliante della natura.

 
Il primo risultato da annotare è che saranno giovani gonnesini a prendere servizio nell’ufficio turistico locale per sostenere promozione e accoglienza al sito archeologico con ben sei aperture giornaliere. Il secondo è che i sei lavoratori dell'Ati Ifras, grazie al fondazione Cammino di Santa Barbara possono occuparsi della manutanzione del sito e dell'ampliamento del percorso visitabile, a cui manca solo un tratto ancora chiuso al pubblico.
"Una operazione fondamentale per il nostro territorio e la nostra comunità". L'orgoglio è nelle parole di Hansal Cristian Cabiddu, sindaco di Gonnesa che sottolinea come "i giovani che ora formano il team dell'Apt sono appassionati e soprattutto hanno la preparazione per presentare al meglio il territorio e il sito nuragico. Stiamo lavorando con la fondazione del Cammino di Santa Barbara - sottolinea il sindaco - per costruire un'offerta completa, che porti un indotto importante a un territorio che ha una storia fortemente industriale". Il sindaco ci ha anticipato che sono in costruzione eventi e spettacoli per festeggiare e promuovere la riapertura del villaggio. 
 
IL VILLAGGIO DI SERUCI
Il complesso nuragico di Seruci è una vera e propria casa-fortezza preistorica formata da mura, torrioni, una tomba di Giganti e un villaggio di oltre cento capanne, con banconi alla base della pareti e cortili rettangolari. Dal secondo millennio all’invasione romana, fenici e punici non si fecero attendere per contendersi questi spazi ricchissimi di argento, piombo, rame e zinco. Entrare a Seruci è come immergersi in un passato dagli echi mistici. In un impianto ad anello al centro del villaggio c’è la piazza, una particolarità che si ritrova quasi unicamente nelle necropoli sarde. E poi il mercato e il tempio dei sacrifici animali, la grande capanna. circolare delle riunioni con il focolare sacro.
Il sito nuragico di Seruci
 
GONNESA E IL SUO TERRITORIO
Gonnesa si trova nella gola di Gutturu Carboni, ai piedi del monte Uda, in un’area ricca di giacimenti sfruttati fin dall’antichità. Tanti i siti dismessi testimoni dell’epopea mineraria, immersi tra boschi di monte Onixeddu, Seddas Moddizus e monte San Giovanni, dove c’è il villaggio Normann e la grotta di santa Barbara, incontaminato gioiello della natura, con un piccolo lago, colonne di stalattiti e stalagmiti e arabeschi di aragonite. Il territorio è punteggiato da siti preistorici, come le domus de Janas dell’altopiano di Murru Moi. Sul litorale si può godere delle spiagge di Fontanamare, Mezzo e Porto Paglia.
 
Con l'apertura del Complesso Nuragico di Seruci, si completa quindi il progetto ambizioso del Cammino Minerario di Santa Barbara, un Parco geominerario che valorizza i siti archeologici dell’Iglesiente. 
Miniera di monte Onixeddu, a Gonnesa /ph Archivio RAS
 
INFORMAZIONI
Villaggio nuragico di Seruci, nel Comune di Gonnesa.
Orari di visita: ogni ora dalle 9.30 alle 18.30.
Biglietto 8 euro, ridotto 5 euro.
- Scopri il cammino minerario di Santa Barbara, vai sul sito ufficiale
Funtanamare_gonnesa_credits_Elisa Locci__CC BY-NC-SA
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