Raccogliendo la metafora, dovremmo davvero immaginare gli Appennini come una spina dorsale lunga 1350 chilometri. Certo, potremmo continuare a descriverli come territori doloranti, che in molti sono costretti a lasciare per mancanza di stimoli e opportunità. Invece tra le montagne che corrono dalla Liguria alla Sicilia si sta scrivendo un capitolo tutto nuovo, grazie a storie di comunità che creano occasioni di rinascita e realizzazione. Convivere nel rispetto della natura, resistere all’idea che fuori dalle aree dense e urbanizzate l’unica via di salvezza sia solo il turismo: questa è l’ambizione a cui dare credito.
Piani di Pezza, veduta su Punta Trento Trieste con il monte Velino e il lago della Duchessa / foto Shutterstock
Gagliano Aterno è un paesino abruzzese di 250 abitanti. Intorno boschi di faggio e pino della valle Subequana e a nord le montagne del Sirente. Come l’Aquila, e come moltissimi piccoli centri che punteggiano il territorio, Gagliano ha vissuto le conseguenze del terremoto del 2009. Scosse che hanno messo a dura prova abitazioni, chiese, edifici pubblici, disgregando anche il tessuto sociale della valle aquilana svuotata per molto tempo di servizi e giovani.
A Gagliano hanno provato a invertire la tendenza. Il sindaco Luca Santilli, che già nel 2003 aveva dato vita a una iniziativa dal titolo "Back to Gagliano", nella primavera del 2021 ha aderito a un network di enti pubblici e privati “Mim–Montagne in Movimento”, che ha portato a Gagliano Raffaele Spadano, uno dei fondatori di MiM e per giunta abruzzese.
La “missione” di Spadano era trasferirsi in un paese di montagna per un periodo di almeno sei mesi e lì attivare un processo di ricerca di antropologia applicata. Tradotto, significa che il ricercatore si cala nella comunità locale e attraverso percorsi partecipativi cataloga storie e saperi, coinvolge giovani, crea progetti e cerca finanziamenti per realizzarli, tesse nuove relazioni, organizza eventi culturali, in una parola, ri-attiva il tessuto sociale.
La sfida è tutta qui: aiutare i paesi e i loro abitanti a fare uno step in avanti, a essere pronti alle sfide del futuro, a invertire una tendenza che sembra inevitabile, quella dello spopolamento e della mancanza di servizi. Nonostante la pandemia a Gagliano e in valle Subequana sono cresciuti così progetti di democrazia partecipativa, scambi culturali ed innovazione.
Gagliano Aterno, progetti di rigenerazione nell'Appennino abruzzese
RADIO ANTICHE RUE, LE ANTENNE DELLA COMUNITÀ
L’ultimo progetto si chiama Radio Antiche Rue, una web radio per raccontare la comunità della Valle Subequana e i progetti che cercando di rivitalizzarla. A farci capire di più è proprio Raffaele Spadano, che dal suo ritorno in Abruzzo non ha mai smesso di lavorare per la rigenerazione di Gagliano.
“La radio ha inaugurato le sue trasmissioni il 30 ottobre 2022. La nostra aspirazione è di consolidare un media nato per dare voce alla comunità impegnata a risollevarsi dopo il terremoto – spiega -. Da lì siamo partiti, ma il nostro obiettivo è anche raccontare le iniziative e accorpare le energie positive delle persone che non vogliono cedere alla tendenza di impoverimento e spopolamento delle nostre aree interne. Per ora siamo ancora una sorta di coworking, ma il palinsesto si sta di settimana in settimana strutturando tra musica, attualità e approfondimenti".
La radio è comunitaria non solo negli argomenti che propone e negli stimoli che può offrire, ma lo è anche al suo interno: "Perché sono coinvolti gaglianesi che per passione e per professione lavorano nel mondo dell’audio. Grazie alle energie delle persone che si sono buttate in questa avventura stiamo arricchendo il palinsesto e si possono ascoltare i programmi su Audible e sulla nostra app scaricabile gratuitamente dagli store Apple, Google, Amazon e siamo pronti per approdare nell’etere con una frequenza tutta nostra”.
Riguardo alle iniziative future Raffaele ha le idee chiare: “Il prossimo grande passo è di avviare collaborazioni con Rai Play Sound e Radio Rai per un progetto formativo. Vogliamo utilizzare lo studio radiofonico professionale allestito nei nuovi spazi del Centro operativo comunale Casa di comunità inaugurato lo scorso aprile, che ha visto coinvolta nella progettazione l’unità di ricerca del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. L’ambizione è riuscire ad ospitare per quattro mesi a Gagliano cinque ragazzi e instradarli al mondo della radiofonia”.
Radio Antiche Rue, web radio di comunità / Foto Il Germe
NUOVE ESPERIENZE DI OSPITALITÀ
Raffaele è la persona giusta per scattare una fotografia del territorio: “Potrei mettere in un elenco quasi banale la carenza di servizi... scuole, ospedali, centri culturali. Ma per me il cuore del problema è comprendere le cause dello spopolamento nel territorio appenninico. Gagliano un secolo fa aveva circa 2000 residenti, oggi non arriva nemmeno a 250. 
Da ricercatore e da Gaglianese di adozione, Spadano spiega come “le persone che vivono in piccole comunità periferiche esprimono simboli, valori, parlano un dialetto, cucinano secondo tradizione, hanno modi di fare in comune… si deve partire da qui. Anzi forse da prima di qui, da quella che a Gagliano potremmo definire ‘gaglianicità’... mi spiego. Galliano conta 250 abitanti. Se ne arrivano altri 50 si modifica in parte quella ‘produzione di senso’ propria del territorio. Un lavoro indispensabile è permettere una interazione tra vecchi e nuovi che non snaturi la cultura identitaria del posto. Se invece si pensa di calare dall’alto il ripopolamento solo con gli investimenti, senza accordarsi con lo spirito del luogo, la comunità espellerà presto quello a cui non sente di appartenere”. 
Gagliano Aterno, progetti di rigenerazione nell'Appennino abruzzese
A meno che l’impatto sia talmente virulento da assoggettare la cultura della comunità…“Si deve pensare al rispetto della cultura che accoglie, ma non dimenticare il valore di una possibile trasformazione, che può avere aspetti positivi e rigeneranti. Per favorire questi processi diventano sempre più importanti progetti di comunità come quello che stiamo portando avanti a Gagliano, per essere dei mediatori tra vecchi e nuovi abitanti. Sta a noi evitare gli strappi sociali ed economici tra il passato e il presente”.
“Io e i miei compagni del progetto Montagne in Movimento - conclude Raffaele con una nota di ottimismo - possiamo considerarci dei nuovi residenti, poi ci sono altri ragazzi che stanno avviando piccole realtà imprenditoriali… un nuovo forno, una attività ricettiva, c’è chi ha ristrutturato un rifugio… A incentivare nuovi ingressi c’è anche il progetto Neo – Nuove Esperienze Ospitali, che porterà a Gagliano ragazzi e ragazze per una scuola immersiva di ‘attivazione di comunità e transizione ecologica’. Vogliamo formare figure professionali offrendo una residenza di sei mesi, dando ai nuovi residenti temporanei la capacità di attivare le comunità locali su inclusione, ambiente, transizione ecologica ed energetica. Dopo i sei mesi l’obiettivo è che i residenti temporanei diventino permanenti. La salvezza dei paesi interni non può e non deve essere solo il turismo stagionale".
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