Non è un luogo comune, sono tempi difficili e complessi da interpretare. Anche per questo è una buona notizia quella che arriva da Erice, gioiello della Sicilia trapanese, da molti anni luogo vocato alla scienza, alla scoperta e alla pace. La Fondazione Ettore Majorana e Centro di cultura scientifica di Erice, fondata nel 1963 dal fisico Antonino Zichichi, ha presentato le attività per l’anno 2023. Da marzo a dicembre  del prossimo saranno in programma oltre 40 seminari scientifici, una formula che da sessant’anni porta a Erice docenti, ricercatori e dottorandi da tutto il mondo, facendo del borgo medievale che domina il mare di Trapani un laboratorio internazionale di cultura scientifica.
Dal 1962 si sono alternati oltre 150 Nobel fra i relatori ospiti, 100 dei quali sono stati qui prima della candidatura e del premio a Stoccolma. Senza dimenticare la vocazione al dialogo e al confronto del Centro di Erice: terreno neutrale, spazio di dialettica super-partes storicamente frequentato da scienziati russi e americani negli anni della Guerra Fredda e che anche adesso si apre alle eccellenze di tutto il mondo, senza barriere politiche ed ideologiche. Prova ne sia che nel 2022, fra i circa 3300 partecipanti dei 41 seminari tutt’ora in corso e in programma fino al 10 dicembre, figurano una trentina di iscritti – fra docenti e tudenti - provenienti da Russia e Ucraina.
Il panorama sulla costa trapanese dal castello di Erice
"ERICE, UN POSTO UNICO AL MONDO"
Non solo scienza, perché a Erice trova spazio anche una mostra da non perdere. S’intitola “Erice un posto unico al mondo”, dodici opere dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun,  esposte nella Torretta Pepoli dal 20 settembre 2022 fino al 4 novembre 2023. Si tratta di tele realizzate dallo scrittore e poeta marocchino tra il 2010 e il 2011 e che rappresentano l’approdo di un intellettuale raffinato, testimone con la sua scrittura dei tormenti e delle istanze della società contemporanea, alla pittura.
“Erice un posto unico al mondo”, di Tahar Ben Jelloun
Spiega Jelloun: “Fu Lorenzo Zichichi a convincermi che potevo dipingere unendo la pittura al mestiere di scrittore. Per lavorare al meglio, nell’estate del 2010, arrivai in Sicilia dove, prima ad Agrigento e poi ad Erice, ho realizzato le mie prime grandi tele. La pace e la tranquillità, i colori, l’atmosfera regale nella quale vivevo e la luce che cangiava tra sole e nuvole in piena estate, mi hanno molto ispirato. Oggi alterno la mia attività di scrittore - spesso indirizzata ai mali del mondo, alle angosce del nostro tempo, alle disavventure sentimentali e psicologiche che viviamo - a quella di pittore, che per me è gioia e allegria". 
A introdurre l’esposizione di Tahar Ben Jelloun è un volo di colombe che dal Castello di Venere punteggia il sentiero che conduce alla Torretta Pepoli. Una installazione curata da Studio PLS – collettivo di artisti e artigiani di Erice – per ricordare ai visitatori la vocazione e l’appellativo di “Erice, città della Scienza e della Pace”.
L'installazione "Erice, città della Scienza e della Pace"
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