Sarà parso strano vederli passare. Chissà cosa commentavano nei bar di Ora, borgo agricolo della Bassa Atesina a pochi chilometri a sud di Bolzano, quando il 9 maggio sono transitati per le strade della valle. Forse i valligiani più anziani li hanno anche riconosciuti: un carro merci della “vecia ferrovia” Ora-Predazzo e una carrozza passeggeri della Locarno-Domodossola, che ancora oggi rimane la linea ferroviaria che collega Canton Vallese e Canton Ticino, con un tratto sul territorio italiano.
 
Nessun segreto. Anzi, con l’arrivo dei due vecchi convogli prende il via il progetto regionale che intende recuperare la memoria della storica Ora-Predazzo, la ferrovia a scartamento ridotto che ha collegato il Brennero alla val di Fiemme dal 1917 al 1963. Come spesso accade, attorno alle ferrovie storiche si ricompongono pezzi di memoria collettiva e storie personali che se riaccesi dallo spirito di intrapresa possono generare iniziative di valore.
 
Ed è questo il caso. Val di Fassa, Val di Cembra e Val di Fiemme, con la regia dell’associazione di promozione sociale Transdolomites, stanno dando forma a un museo all’aperto dedicato alla ferrovia Ora-Predazzo. Ci siamo fatti raccontare il progetto da Massimo Girardi, referente per la val di Fassa di Transdolomites, che come il Tci aderisce ad Amodo, Associazione Mobilità Dolce.
Un altopiano della val di Fiemme /Thinkstockphotos
 - Come nasce il progetto del museo all'aperto?
Nel 2013 siamo stati impegnati in mesi di iniziative per ricordare i cinquant'anni dall’ultimo viaggio della vecchia ferrovia. Gli eventi hanno coinvolto le comunità, tanto da stimolare un progetto dal respiro più largo che ha preso forma nel 2016: rimettere a nuovo le stazioni storiche, attivare iniziative lungo il sedime all’aperto della storica ferrovia, creare dei percorsi tematici che arricchiranno il percorso ciclabile che vive sugli spazi dismessi della ferrovia.
 
Nel settembre 2017 la Regione Liguria ha donato quattro carrozze della Genova-Casella, la ferrovia su cui nel 1963 venne trasferito il materiale rotabile della Ora-Predazzo, dopo la sua chiusura. Intanto l’idea ha trovato l’appoggio di quasi tutti i Comuni che si trovano lungo il percorso della ferrovia della Val di Fiemme: esperti e appassionati. Il tutto riscuotendo l’apprezzamento per l’idea da parte delle Province Autonome di Trento e di Bolzano.
 
- Si parte, quindi. Quali sono le fermate principali per arrivare a destinazione?
 Aspettiamo nei prossimi giorni gli altri due convogli storici dalla Genova-Caselle, poi si aprirà una fase di restauro che speriamo si concluda prima dell’estate 2019. Il restauro prevede la rimessa a nuovo delle carrozze, utilizzando in gran parte il legno pregiato della val di Fiemme per non tradire il design degli albori. Abbiamo quindi chiesto a Ora, Montagna, Trodena  e ai comuni della val di Fiemme come volevano intervenire sul percorso storico della ferrovia attivandoci per una cordata di sponsor istituzionali e privati, che finanzierebbero il restauro delle carrozze e la loro installazione nei territori di Ora, Montagna, Castello Molina e Predazzo, Comuni cui verrebbero donate. Ultimo step sarebbe il coinvolgimento della Fondazione Ferrovie dello Stato e del sostegno del ministero dei Trasporti, oltre ad aprire dei canali di finanziamento con l’Unione europea.
 
Lo storico vagone merci arrivato nella stazione di Ora (Bz)
 
- Come dovremmo immaginarci l'opera finita?
Con pensiline tematiche sulla ciclabile, con inserti di materiale della vecchia ferrovia utilizzati come suggestione di una storia che ancora è viva e merita di essere raccontata. I vagoni potrebbero diventare delle location vintage per promuovere enogastronomia locale e fare da punti di raccordo per eventi e manifestazioni a carattere culturale. In più abbiamo l’idea di rendere fruibili i tratti pù panoramici dell’ex percorso ferroviario con punti panoramici. E se pensiamo che i lavori potrebbero dare occupazione alla comunità locale...
 
- Quindi fare sistema aiuta le buone pratiche turistiche.
Il concetto nobile di questa visione è un gemellaggio tra le Dolomiti, la Bassa Atesina, il lago di Caldaro. Vogliamo mettere in relazione comunità di pianura e di montagna il cui valore aggiunto sta nelle differenze linguistiche a culturali. E alla base c’è un’idea di mobilità dolce e di sostenibilità del turismo. 
INFORMAZIONI
Scopri di più sul sito www.transdolomites.eu
Transdolomites e Tci aderiscono ad Amodo