Oro giallo e oro nero. Fulgori religiosi e splendori industriali. Cattedrali di pietra e cattedrali di ferro. Benvenuti nel segreto meglio conservato di Germania, la Ruhr. Un tempo inferno di carbone e acciaio, oggi paradiso culturale e ambientale. Sì, proprio così. Quella che a lungo fu la regione più industriale d'Europa, dalla quale i turisti stavano alla larga, si è trasformata a tempo record in un'oasi verde, che oggi attrae visitatori di ogni tipo ed età.
La rapidità della trasformazione e il successo con cui i siti industriali sono stati riconvertiti ne fanno un modello per tante zone degradate del Vecchio Continente. Cosa che vale pure per la sua città principale, la millenaria Essen, che il magnate Alfred Krupp aveva reso la capitale dell'acciaio. Attraversate le devastazioni belliche e industriali, i suoi muri (e i polmoni dei suoi abitanti) non sono più anneriti. Ed Essen finalmente può sfoggiare orgogliosa i suoi tesori, quelli antichi e quelli moderni, oltre che la nuova anima green per la quale è stata eletta Capitale verde d'Europa nel 2017 (era già stata Capitale della Cultura nel 2010). Tanto che, mentre la Ruhr rivendica una biodiversità persino migliore che in tante altre regioni tedesche, Essen si propone addirittura come capitale del trekking urbano: sul territorio cittadino infatti ben tre lunghi percorsi escursionistici si snodano fra parchi naturali e siti industriali, canali e laghi artificiali. Anche chi ama la bici trova soddisfazione, lungo 260 km di piste ciclabili.
L'itinerario unico e irripetibile è però quello che collega i luoghi minerari e siderurgici della Ruhr lungo la Route Industriekultur, la strada del patrimonio industriale, un percorso tematico che su una distanza di 400 chilometri porta a scoprire 27 siti emblematici, 17 punti panoramici e 13 insediamenti abitativi per i lavoratori. Superfluo aggiungere che il cambiamento strutturale ha avuto effetti benefici sulla salute e l'umore del mezzo milione di abitanti di Essen, e degli oltre 5 milioni che popolano la Ruhr, regione dove la densità sfiora i 1.200 ab./km². Con i cieli azzurri e l'aria pulita è tornata anche la gioia di vivere, di divertirsi, e di ridare lustro alle proprie bellezze. A partire da quelle della stessa Essen.

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1. IL DUOMO E LA MADONNA D'ORO
La Golden Madonna, "Madonna d'oro", risale al 980, all'epoca della badessa Matilde, ed è la più antica statua della Vergine a figura intera a nord delle Alpi. Alta 74 cm, con il Bambino su un braccio e un piccolo mondo in una mano, è il fulgido, doratissimo simbolo della gloriosa storia religiosa e imperiale di Essen. Una nuova illuminazione LED ora la fa emergere dal buio di una cappella, in fondo alla navata sinistra del Duomo. Con gli occhi smaltati in blu, bianco e rosso, il suo volto risulta un po' naif, lo scultore non era forse un genio dell'arte, ma quel che conta qui è il simbolo, oltre la ricchezza dell'opera.


Essen, la Madonna d'oro nel Duomo - foto Roberto Copello

Ricostruito dopo i bombardamenti del 1945, il Duomo (Essener Münster) rivela ancora l'impianto ottoniano del X-XI secolo, anche se fu fondato ancora prima, nell'anno 852, dal vescovo Altfrid di Hildesheim che aveva voluto una basilica per il potente monastero femminile, che per quasi mille anni, fino al 1803, fu motore dello sviluppo cittadino. Chi non si limita a una fugace occhiata alla Madonna dorata ha modo di scoprirvi tante cose notevoli, dal gigantesco candelabro a sette bracci dell'anno Mille a un “compianto” quattrocentesco con statue a grandezza naturale. La piccola chiesa gotica di San Giovanni Battista, unita al Duomo dal cortile d'ingresso, conserva poi due tele d'altare, capolavori realizzati da Barthel Bruyn il Vecchio tra il 1522 e il 1525 per l'altare maggiore dell'abbazia di Essen. Le tele sono dipinte su ambo i lati, e dunque sono esposte solo due immagini per volta: la Crocifissione si alterna alla Natività, l'Adorazione dei Magi alla Deposizione dalla Croce, che ha sullo sfondo l'immagine più antica della città di Essen.

Infine, disseminate dentro e attorno al Duomo ci sono anche moltissime opere di artisti contemporanei (sculture, portali, vetrate), che ne fanno quasi un museo d'arte religiosa moderna. Particolarmente amata dai bambini, sulla piazza sotto un platano che ha fama di essere l'albero più energetico di Essen, è la policroma statua del cardinal Franz Hengsbach: ai suoi piedi l'artista Silke Rehberg ha collocato un lupo capovolto sulla cui pancia c'è, sdraiato, un agnellino.

Essen, la statua del cardinal Franz Hengsbach - foto Roberto Copello
 
2. IL TESORO DEL DUOMO (Domschatz)
Adiacente al Duomo, il moderno museo dev'essere un altro dei segreti meglio custoditi di Germania. È infatti frequente trovarsi a contemplare in perfetta solitudine i suoi favolosi capolavori di oreficeria medievale. Il nucleo, costituito dal tesoro dell'ex monastero femminile di Essen, comprende la maggior collezione al mondo di arte orafa del periodo ottoniano-salico (X-XI secolo).

Lascia senza fiato, in particolare, la sala con quattro sensazionali croci processionali, smaltate finemente e intarsiate di colorate pietre preziose, grandi anche come noci. L'enorme cristallo di rocca violetto incastonato nel mezzo della croce della badessa Teofano (era la nipote della potentissima e omonima imperatrice venuta da Bisanzio per sposare Ottone II di Sassonia) conterrebbe reliquie della croce di Cristo. E alla stessa badessa Teofano appartenevano altri due oggetti sacri, decorati nella medesima, fastosa maniera: un reliquario con un chiodo della croce di Cristo e la copertina di un evangeliario, con delicatissime scene raffigurate nell'oro e nell'avorio. Spade intarsiate e corone pullulanti di gemme, calici e reliquiari, spille e anelli... Gioielli che danno l'idea di quanto a cavallo dell'anno Mille fosse ricco quel monastero femminile di Essen, legato a filo doppio con famiglia imperiale.


Essen, una croce processionale nel Tesoro del Duomo - foto Roberto Copello
 

3. LA CASA VESCOVILE
Adiacente al museo, la Casa Vescovile si fa notare per il sorprendente portale realizzato nel 1956 da Ewald Mataré, con numerosi elementi simbolici che ricordano l'arte medievale. L'elegante angelo dorato che svetta sul tetto era stato pensato da Mataré (autore anche dei portali sud del Duomo di Colonia) per l'ingresso di quello che doveva essere il museo del Tesoro, ma poi Essen fu elevata a diocesi e l'edificio fu destinato a casa vescovile.
Così oggi lo stilizzatissimo angelo appare un po' fuori contesto, con il suo indice destro alzato a indicare la via verso il futuro. Nel marzo 2021 un fulmine spezzò il braccio destro che, caduto al suolo, fu sottratto e mai più ritrovato. L'esistenza di una copia a grandezza naturale però ha reso possibile costruire una “protesi” artistica identica. È invece originale il braccio sinistro, con la piccolissima bara tenuta nella mano piegata all'altezza del cuore: un particolare che quasi sempre sfugge ai turisti. 

Essen, particolare della Casa Vescovile - foto Roberto Copello


Essen, l'angelo dorato sulla Casa Vescovile - foto Roberto Copello
 

4. IL CENTRO STORICO
Sfigurato dai bombardamenti della II guerra mondiale, il piccolo centro storico di Essen merita comunque una passeggiata lungo la pedonale Kettwiger strasse, la via dello shopping. Ci si ferma a vedere le figure semoventi del carillon Glockenspiel, che dal 1928 escono a ogni ora da 12 porticine nella torre sopra la gioielleria Pletzsch. Si passa davanti alla pulita facciata tardo ottocentesca del Grillo-Theater, tempio della prosa locale, e al più grande e (si dice) anche più bel cinema di Germania, il Lichtburg, che conta 1250 posti a sedere.
Oltrepassato il Duomo, si sbuca sull'antica Piazza del Mercato, con la prima chiesa protestante di Essen e una statua di Alfred Krupp. Poco fuori del centro, c'è poi l'imponente Vecchia sinagoga, una delle più maestose d'Europa, fra le poche sopravvissute alle distruzioni naziste: inaugurata nel 1913 in stile liberty, è oggi un museo e un centro culturale ebraico. Più a sud, immerse nel verde dei giardini municipali, altre due istituzioni culturali di primissimo livello: il teatro dell'Opera, inaugurato nel 1988 su lineare progetto di Alvar Aalto, e la sala da concerto della Philarmonie, famosa per la sua acustica.

Essen, la sala concerto della Philarmonie - foto Roberto Copello
 
5. IL FOLKWANG MUSEUM 
Meta imprescindibile per chi ama l'arte contemporanea, il Folkwang Museum è uno dei musei più visitati di Germania. Voluto a inizio XX secolo dal pionieristico collezionista Karl Ernst Osthaus, che gli diede il nome derivato dall'islandese Edda, il Folkwang oggi accoglie i visitatori in un luminoso edificio progettato da sir David Chipperfield. Le sue raccolte, organizzate ora secondo intriganti allestimenti tematici, spaziano da Van Gogh (quattro opere), Gauguin (quattro opere), Monet, Cezanne, Rodin, Renoir, Signac a Picasso, Kandinsky, Chagall, Otto Dix, Rothko, Fontana, Richter.
Lascia a bocca aperta la sala più vicina alla hall d'ingresso. Nel mezzo è occupata per buona parte da Helm/Helmet/Yelmo, una sorta di camera delle meraviglie (Wunderkammer) realizzata nel 2014 dal duo cubano Los Carpinteros e in cui sono esposti oggetti delle collezioni del museo, sempre con l'ossessione barocca per la morte sullo sfondo. Sui muri circostanti invece si allinea una impressionante serie di opere di Gerhard Richter, il maggior artista tedesco contemporaneo. Menzione speciale: l'ingresso alle collezioni del museo (che fra l'altro possiede anche 1800 opere di arte antica e 1200 di grafica) è sempre gratuito! A pagamento sono solamente le mostre temporanee, come quella che il museo dedica a “Chagall, Matisse, Miro” dal 1° settembre al 7 gennaio.


Essen, il Folkwang Museum; a sinistra, “Uccelli” di Gerhars Richter; a destra, “Helm/Helmet/Yelmo” de Los Carpinteros - foto Roberto Copello


Essen, il Folkwang Museum; Ritratto di Armand Roulin (1888) di Vincent van Gogh - foto Roberto Copello

6. IL POLMONE VERDE DI ESSEN
A sud di Essen si estende una delle aree ricreative oggi più vivaci della Germania. Sul lago artificiale Baldeneye, lungo 8 km, c'è una spiaggia di 65mila mq che in estate mostra un volto mediterraneo: di giorno si viene per nuotare e di sera per ballare. Le acque del bacino attraggono chi pratica la canoa, il canottaggio e la vela, mentre attorno alle sue sponde sudano ciclisti ed escursionisti. I 27 km del Baldeneye Steig, un percorso di trekking inaugurato nel 2017, e i 34,4 del Kettwiger PanoramaSteig, aperto nel 2020, offrono vedute inattese, quasi romantiche, sulla valle della Ruhr, tanto che si può quasi immaginare di trovarsi sul Reno.


Essen, il lago Baldeneye - foto Shutterstock

Gioiello culturale dell'area, sulla sponda nord del lago, è Villa Hügel, che fu dal 1873 al 1945 la residenza della famiglia Krupp. A concepirla fu Alfred Krupp in persona, invidioso dei castelli inglesi: con le 269 stanze dei suoi 8100 mq era la più grande dimora privata di Germania. Immersa nel verde di un parco di 28 ettari, affollato di sculture, la villa resta un simbolo dell'era industriale. Da non mancare poi sulla sponda sud del lago una visita alla medievale Werden, aggregata a Essen dal 1929 ma che vanta 12 secoli di storia monastica. Ancora lo attesta un esempio unico di romanico nella regione, la basilica di San Ludgero, già chiesa della potente abbazia imperiale di Werden. Il Museo del Tesoro, poi, con i suoi capolavori fa concorrenza a quello di Essen: il Werdener Kruzifix, del 1060, è il più antico crocifisso di grande formato al mondo, mentre una pisside in avorio del V secolo mostra la più antica rappresentazione del Natale in Germania.


Essen, Villa Hügel - foto Shutterstock

Altre attrazioni nei dintorni di Essen (regione della Ruhr) sono nell'articolo a questo link.

INFORMAZIONI

Siti web da cui partire per organizzare un viaggio a Essen sono www.visitessen.de e www.germany.travel