Ci sono almeno due motivi per programmare una visita a “Treviso contemporanea”. La prima è che questa nuova piattaforma espositiva, ideata da Fondazione Benetton Studi e Ricerche e Fondazione Imago Mundi, prende vita da una triplice mostra dedicata al tema “mappare il mondo”, dove le mappe sono intese come strumenti che aiutano a capire chi siamo, a collocarci in uno spazio, a interpretare lo scenario in cui ci muoviamo – sia esso geografico o sociale. Alla forma più tradizionale della cartografia, quindi, nelle mostre vengono associate altre forme di mappatura: quella dell'arte aborigena australiana e quella dell'arte contemporanea che più è incentrata sul rappporto tra esperienza e rappresentazione.

La seconda ragione per recarsi a Treviso è che queste tre mostre sono allestite in altrettanti luoghi riportati recentemente a nuova vita dalla Fondazione Benetton, grazie a un restauro intelligente, a volte provocatore, comunque sempre sorprendente e degno di nota. Li si raggiunge comodamente a piedi, date le brevi distanze tra l'uno e l'altro. Un’occasione ideale, dunque, per esplorare una nuova mappa di Treviso, associandola a quella più storica e tradizionale dei canali e dei preziosi monumenti di cui è ricca la città; e insieme per approfondire e riflettere sulla nostra immagine del mondo. Ecco che cosa troverete ad accogliervi nei weekend sino alla fine di maggio (senza dimenticare che sono numerosi gli eventi correlati: incontri, concerti, attività didattiche). 


Battista Agnese, Eastern Mediterranean Sea, in Portolan Atlas of 9 Charts and a World Map, [1544], Washington DC, Library of Congress Geography and Map Division, G1001 .A4 1544,c. 12.


Rover Thomas Waringari (Meeting-Place) 1996 Courtesy Luciano Benetton Collection
 

MIND THE MAP!
Prendete un planisfero. Come si disegna lo spazio? Chi decide cosa metterci al centro e perché? E l’orientamento, chi lo sceglie? “Le mappe vengono utilizzate, a torto, come sostituti della realtà, spesso con leggerezza e in modo irriflessivo” spiega Massimo Rossi, curatore della mostra Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo. “Bisogna prestare loro attenzione, invece: ogni mappa dipende da un punto di vista, dalla coscienza critica del proprio posto nel mondo. Questa mostra vuole proprio essere un’operazione sull’immagine del mondo che l’uomo si è dato nel tempo, e di conseguenza sulla responsabilità che il genere umano ha sul mondo che abita”.
Un concetto che vi apparirà chiarissimo, a mano a mano che scoprirete i tentativi audaci di disegnare lo spazio terrestre da parte dell’uomo: da quando le colonne d’Ercole erano il confine di ogni carta (sezione Non plus ultra) all’epoca delle scoperte geografiche (sezione Plus ultra) agli atlanti moderni (sezione Theatrum orbis terrarum). Non aspettatevi mappe in carta, tela o pergamena: sono pochissime. Il racconto è affidato a immagini in altissima risoluzione ottenute da biblioteche di mezzo mondo (le mappe antiche spesso sono inamovibili) e riportate su grandi pannelli dalla grafica curatissima e raffinata. Si potrebbero passare ore ad ammirarne i dettagli e le curiosità.
 
La mostra è allestita sui tre piani di Ca’ Scarpa, magnifico spazio dalla storia complessa e inaugurato nel 2020. L'edificio era dapprima una chiesa, quella di Santa Maria Nova, parte di un antico monastero benedettino; poi è stato a lungo parte dell'Intendenza di Finanza della città, adibito a magazzino stampati. A mettere le mani su uno spazio così ricco di suggestioni è stato Tobia Scarpa, figlio di Carlo, uno dei nomi più insegni dell'architettura italiana del Novecento, che ha ricucito efficacemente gli strappi prodotti dai vari passaggi storici: l'insieme di scale, strutture metalliche, luci perfettamente studiate vale da solo la visita.


Treviso Contemporanea, Mind the Map!, Ca' Scarpa


Lopo Homem, [Hémisphère Portugais], in Atlas Miller, 1519, Paris, Bibliothèque nationale de France, GED-26179 (RES), ms., pergamena, f. 1r, 41,4 x 59 cm.
 

TERRA INCOGNITA
“Se vi sembra un’operazione insolita quella di inserire l’arte degli aborigeni australiani all’interno di una chiesa italiana, in realtà i punti di contatto sono molti di più di quanto si potrebbe immaginare”. D Harding è il curatore di Terra Incognita: l’inclusività è la strada giusta: è lui – di origine aborigena - ad aver pensato di disporre sul pavimento della chiesa sconsacrata di San Teonisto 228 tele appartenenti alla collezione di Luciano Benetton, frutto di diverse esperienze ed espressioni.
“Se ci pensate” dice in collegamento da Brisbane, in occasione della presentazione della mostra “il contesto naturale australiano in cui gli aborigeni dipingono da millenni pitture sulla roccia ha la stessa sacralità di una chiesa europea. Sono spazi che ci chiedono di essere meglio di noi stessi, paesaggi sacri che creano un percorso di conoscenza”. Ed è proprio l’effetto-sorpresa dell’installazione a lasciare a bocca aperta: non conta tanto la comprensione delle singole tele (che sono legate a miti ancestrali e a mappe mentali indecifrabili agli europei, visto che gli stessi aborigeni sono restii a rivelare e a spiegare la loro concezione del mondo); quanto la bellezza dell’insieme e la suggestione di un paesaggio culturale “altro da noi”.
Il restauro di San Teonisto, chiesa quattrocentesca originariamente parte di un monastero, è stato completato nel 2017, con il contributo sempre di Tobia Scarpa, che ha rispettato lo spazio originario arricchendolo di dettagli: dopo decenni di abbandono (era stata bombardata nel 1944 e mai più recuperata), la chiesa è tornata a essere spazio di accoglienza e, oltre a mostre, ospita incontri e concerti. 


Treviso Contemporanea - Terra Incognita - San Teonisto​


Treviso Contemporanea - Terra Incognita - San Teonisto​
 

ATLANTE TEMPORANEO
Lo dice lo stesso sottotitolo della mostra: Cartografie del sé nell’arte di oggi. Ci possono essere anche mappe “alternative”, complementari rispetto a quelle tradizionali: sono mappe che rispondono alla necessità di analizzare il rapporto tra realtà e rappresentazione, tra mondo esterno e percezione individuale. Un Atlante appunto temporaneo, perché le nostre sensazioni continuano a cambiare. “Le opere dei 14 artisti in mostra propongono una mappa che coinvolge il vissuto e l’intimità personale di chi le ha realizzate” spiega il curatore Alfredo Cramerotti “del resto, ciò che noi leggiamo in una rappresentazione (cartografica o artistica) dipende non dalla sua verosimiglianza rispetto al soggetto rappresentato, ma dai metodi e dalle regole che adottiamo per la sua lettura”.

La sorpresa è continua, quindi, esplorando la mostra. In primis, perché Atlante temporaneo è allestita nel labirintico e affascinante spazio delle ex carceri asburgiche, le Gallerie delle Prigioni, circondati da celle anguste e finestrelle sbarrate: siamo nell'area antistante il Duomo, di fianco al canale della Roggia, dove gli austriaci realizzarono tra il 1835 e il 1850 venti celle per i criminali, che dalla seconda guerra mondiale diventarono spazi per gli archivi del tribunale. 

La sorpresa è naturalmente data anche dalla varietà e dalla diversità delle opere d'arte tra cui ci si muove: dai lavori in 3D di Maheke alle fotografie “immaginifiche” di Raad, dal diagramma di flusso di Deller alla poltrona di Lewis, circondata di bicchieri di whiskey e di 195 fogli in cui sono riportate, espresse in secondi, le aspettative di vita media di ogni singolo Stato del mondo. C'è chi come Biggers usa la trapunta come terreno fertile per gettar luce su temi come la violenza instrinseca alla società americana e il buddismo; e c'è chi Goldberg riflette su ambiente costruito e sistemi naturali tramite binari installati su decine di sedani rapa (che nel tempo si seccheranno). Un altro invito a indagare se stessi, mappandosi e rielaborandosi.  
 


Treviso Contemporanea - Atlante temporaneo - Gallerie delle Prigioni - Paul Maheke


Treviso Contemporanea - Atlante temporaneo - Gallerie delle Prigioni - Rochelle Goldberg
 

INFORMAZIONI
Treviso Contemporanea

Ca’ Scarpa (via Canova 11), Chiesa di San Teonisto (via San Nicolò 31), Gallerie delle Prigioni (piazza del Duomo 20); www.trevisocontemporanea.it 
Orari: venerdì dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19. Fino al 29 maggio 2022
Biglietto ridotto per i soci Tci