Reportage pubblicato per la prima volta nel settembre 2018

D'improvviso, Giulia spegne la lampada frontale del suo casco e piombiamo nel buio assoluto, un buio così totale che fa pensare a quello che doveva essere il mondo prima della creazione. Anche il silenzio pare completo, ma no! Dopo qualche secondo, tendendo le orecchie, si inizia ad avvertire, come una musica, il suono di gocce che cadono, lontane, da qualche parte nell'immensità delle viscere della terra. Sì, perché con Giulia – speleologa, alpinista, moglie, mamma, e forse anche un po' femminista – siamo sotto, dentro, nel mezzo o nel cuore del Monte Cucco, uno dei complessi carsici più estesi e profondi d'Italia, al confine settentrionale dell'Umbria. Un ambiente degno di Jules Verne (ricordate Viaggio al centro della Terra?) ma che da qualche anno può essere in parte percorso anche da chi non è uno speleologo fatto e finito.

LE GROTTE DEL MONTE CUCCO
Nelle grotte del Monte Cucco sono state scritte tante pagine scientifiche sulla geologia, l'idrologia sotterranea e il carsismo. La morfologia della dorsale appenninica, infatti, da queste parti fa sì che i rilievi calcarei siano percorsi da grotte e pozzi nei quali si creano veri bacini idrografici sotterranei che costituiscono un paradiso per gli speleologi. Ciò avviene in modo particolarmente spettacolare proprio nell'articolato complesso ipogeo che si cela sotto la grande piramide calcarea del Monte Cucco, con i suoi enormi saloni. Anche se la scritta 1499 su una parete fa capire che già oltre cinque secoli fa c'era chi si spingeva qui sotto, il primo a esplorarli seriamente fu a fine Ottocento l'industriale Giambattista Miliani, che dedicò l'ambiente più grande, la Sala Margherita, a una scienziata e femminista tedesca che vi era scesa con lui, Margarethe Traube.
Erano però ancora solo tre i chilometri di grotta esplorati allorché nel 1957 un gruppo di speleologi di Perugia avviò l'esplorazione scientifica vera e propria, rivelando una delle grotte più vaste e profonde fra quelle conosciute. Nei primi anni 70 si riuscì a scendere a quota -922 metri, facendo per un certo periodo della Grotta del Monte Cucco la grotta più profonda d’Italia. Oggi i chilometri di grotte già esplorati sono ben 35, sino (finora) a una profondità massima di meno 945 metri. Ambienti estremi, accessibili ovviamente solo agli speleologi più esperti. Eppure una parte di questo spettacolo può essere apprezzato da tutti, bambini sopra gli 8 anni compresi. Dal 2009 infatti un tratto di 800 metri è stato aperto al pubblico, dopo essere stato attrezzato con scalette e corrimano metallici.
IL PERCORSO NELLE GROTTE 
Si entra in genere sul versante Est, si scendono i 27 metri del verticalissimo Pozzo Miliani e si inizia ad attraversare la calotta della montagna: tra stalattiti e stalagmiti, gallerie, labirinti e cunicoli, si passa via via per gli enormi saloni chiamati Cattedrale, Sala Margherita, Sala del Becco, Sala delle Fontane, fino al Passaggio Segreto, alla Sala Terminale e allo stretto pozzo di 8 metri che fa uscire all'aria aperta sul versante nord della montagna. Obbligatorio essere scortati da una guida professionistica: da brividi il momento in cui, spente le luci delle lampade frontali, fa sperimentare a tutti il buio assoluto, in un silenzio dove si riesce a percepire il suono delle gocce d'acqua che cadono.

L'escursione sotterranea avviene a una temperatura costante di 6 gradi e dura circa un'ora, cui vanno aggiunte un'altra ora di salita da Pian di Monte (1197 metri s.l.m.) sino all'imbocco della grotta a 1.390 metri di altezza, e un'ulteriore ora per ridiscendere al parcheggio. Esiste però anche la possibilità di “percorsi avventura” di circa 5 ore, itinerari speleologici al di fuori del percorso turistico, adatti però anche ai principianti. 

GLI SPORT DEL MONTE CUCCO
Il Monte Cucco non è però solo la sua grotta, ma è un entusiasmante “parco giochi”, una specie di palestra naturale dove, fra natura, sport e avventura, chiunque può trovare l'attività che fa per lui: infilarsi nelle profondità della terra come una talpa, librarsi nell'aria come un uccello, avventurarsi nel sensazionale canyon del Rio Freddo o, più semplicemente, fare trekking, pedalare, andare a cavallo, sempre in un ambiente di grande interesse naturalistico, turistico e pure culturale. Una “piccola grande montagna” appenninica, insomma, poco antropizzata e alta solo 1566 metri ma amatissima dalle popolazioni locali.

Le sue peculiari caratteristiche geologiche, botaniche e faunistiche sono state ufficialmente riconosciute nel 1995, con la creazione del Parco naturale regionale del Monte Cucco e la tutela di 10.480 ettari di territorio. Da allora il Monte Cucco è stato scoperto da un numero sempre maggiore di appassionati, italiani e stranieri, che poi non smettono di ritornarvi, per esplorare e godere di quest'angolo di Appennino umbro-marchigiano a nord est dei suggestivi borghi dell'Alto Chiascio allineati lungo l’antica via consolare Flaminia: Scheggia e Pascelupo, Costacciaro, Sigillo, Fossato di Vico.

DELTAPLANO E PARAPENDIO
Che cosa ci fanno per esempio tante automobili tedesche e olandesi parcheggiate a Pian del Monte, quasi a fianco delle mandrie di cavalli che in estate pascolano liberamente? Semplice: il Monte Cucco si è imposto come uno dei migliori luoghi al mondo per librarsi in cielo con il deltaplano o il parapendio. La particolare esposizione alle correnti termiche, un pendio ideale per il decollo, il paesaggio che si apre a perdita d'occhio, la qualità dei servizi offerti in loco attirano ogni anno centinaia di piloti e di appassionati di deltaplano da mezza Europa, dando vita a uno spettacolo anche per il turista che resta con i piedi per terra.

A consacrare il Monte Cucco come “mecca” del volo libero sono stati i campionati mondiali di deltaplano che ha ospitato già tre volte: nel 1999, nel 2008 e nel 2011, quando arrivarono 152 piloti da 37 nazioni. Ma anche chi non è un pilota professionista può provare l'emozione di volare in tandem, per esempio con gli esperti istruttori di Umbria in volo che propongono al principiante voli base di circa 20 minuti, più lunghi voli di veleggiamento in termodinamica con guadagno di quota, e infine voli didattici con la possibilità di pilotare il mezzo sotto la guida dell’istruttore. Possibili anche seguire corsi base di 7-10 giorni e corsi avanzati per conseguire l’attestato da pilota VDS (volo da diporto sportivo).

GLI EREMI DEL MONTE CUCCO
E il Monte Cucco, infine, è anche un luogo dello spirito. Lo è dal Medioevo quando, isolato com'era, iniziò ad attirare eremiti e monaci, incluse grandi figure come san Romualdo e san Pier Damiani, che ne fecero uno dei luoghi a maggior tasso di religiosità dell'Appennino. Lo testimoniano ancora le abbazie e gli eremi della zona, come l'Abbazia di Santa Maria di Sitria, fondata da san Romualdo, e l'abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli, quasi al confine con le Marche, le cui due imponenti navate fanno capire quanto un tempo fosse importante. Non visitabile, perché abitato da monaci camaldolesi, è l'Eremo di San Girolamo, che se ne sta arroccato sotto ripidi pareti vicino a Pascelupo. Volendo, si può sconfinare nelle Marche fino all'Eremo di Fonte Avellana, con il suo famoso scriptorium dove innumerevoli manoscritti furono trascritti dagli amanuensi.
INFO PRATICHE
Dove alloggiare. L'Ostello del Parco, a Costacciaro, in un edificio storico di Corso Mazzini recentemente restaurato, è una base ideale per esplorare il Parco del Monte Cucco, a venti minuti di macchina da Gubbio e Gualdo Tadino. Per info e prenotazioni: www.tramontanaguide.com.
Dove mangiare. Il ristorante e rifugio Dal Lepre, appena sotto Pian del Monte, propone ottima cucina casereccia del territorio, con salumi, frittate, crescia, passatelli con i funghi, grigliata di agnello, pecorino di fossa, ecc. Tel. 338.1863355.
Info utili. Parco del Monte Cucco: www.discovermontecucco.it. Speleologia: Tra Montana guide dell'Appennino, tel. 331.8259762; www.tramontanaguide.com; Info Point, tel. 075.9171046; www.grottamontecucco.umbria.it. Deltaplano e parapendio: www.umbriainvolo.it.
Il museo. Per meglio comprendere le bellezze del Monte Cucco vale la pena di visitare il Museo Laboratorio creato con funzione didattica nel piccolo borgo medievale di Costacciaro (tel. 075 9172723; info.segreteria@comunecostacciaro.it). Si tratta di una struttura educativa unica nel suo genere, dove si mostrano con modelli tridimensionali i percorsi dell'acqua nelle masse calcaree di Monte Cucco e dell'Appennino umbro marchigiano, dalla loro formazione alle sorgenti, passando attraverso le viscere delle montagne. Adiacente, il Centro di Documentazione sulle Aree Carsiche mette a disposizione i documenti catastali di tutte le grotte umbre e marchigiane, oltre a libri, mappe e carte topografiche.
Tutte le foto sono di Roberto Copello.