Da diversi anni, Touring Club Italiano mette a disposizione delle aziende la propria esperienza per concretizzare partnership efficaci che abbiano impatti positivi sui territori e le comunità, anche grazie a iniziative di volontariato di impresa. Negli anni scorsi i dipendenti di diverse aziende, affiancati dai soci volontari del Touring Club Italiano, hanno accolto cittadini e turisti nei luoghi Aperti per Voi; negli ultimi mesi, invece, per far fronte alla pandemia, è stato ideato un volontariato di impresa “social". 
 
A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di ottobre 2021, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e del racconto di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori. 

Ecco il contributo di Marco Parmiggiani; tutti gli altri li potete trovare a questo link.

LE CHIESE DI REGGIOLO, NEL REGGIANO
di Marco Parmiggiani
 

Sono nato e cresciuto nella bassa reggiana, una zona della Pianura padana nota per il buon cibo, la nebbia invernale e il caldo afoso d’estate. Qui continuo a vivere, per la precisione a Reggiolo, un piccolo paese sul confine con la provincia di Mantova. Durante i miei viaggi di lavoro, ho visitato e apprezzato numerosi siti artistici e naturali in giro per l’Italia e ho avuto modo di apprezzare anche le piccole meraviglie dei luoghi meno conosciuti (dove il turismo nemmeno arriva) e appassionarmi allo loro storia. Così come per il mio piccolo paese.

Dopo il sisma del 2012 che ha pesantemente colpito il centro storico, le opere di ristrutturazione degli ultimi anni hanno riportato splendore al patrimonio architettonico e artistico del paese, sia per quanto riguarda i monumenti più importanti come il Palazzo Sartoretti e la Rocca medievale sia per i luoghi di culto di cui vi vorrei parlare. Nonostante nel corso degli ultimi 40 anni il paese sia cambiato notevolmente, espandendosi ed ammodernandosi in molte delle sue aree, il centro storico ha mantenuto la medesima struttura e i recenti restauri hanno in parte ripristinato l’atmosfera che mi riporta a tanti anni fa quando scorrazzavo in bicicletta per questi viali. 
 

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta di Reggiolo
Riaperta al culto nel 2021 dopo gli impegnativi lavori di restauro a seguito del terremoto del 2012, l’attuale chiesa parrocchiale di Reggiolo, tra il 1855 e il 1858, è stata interamente ricostruita sul sito della precedente chiesa seicentesca, pericolante e molto più piccola. Ne è stato progettista, a titolo gratuito, l’architetto modenese Cesare Costa (suo il progetto del Teatro Valli di Reggio Emilia) del quale è considerata l’edificio religioso più rappresentativo. Costa dovette collocare il nuovo tempio tra una cappella settecentesca a nord, sola superstite della precedente chiesa, e il campanile, pure settecentesco, a sud.

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta di Reggiolo - foto Marco Parmiggiani

Accanto c’è la casa natale del musicista Giovanni Rinaldi, nonno del celebre Nino Rota che musicò gran parte dei film di Federico Fellini. Il ricordo delle corse in bicicletta lungo questi viali ha rievocato in me l’atmosfera appunto “felliniana” di questi luoghi che ho potuto apprezzare con la maturità. Fellini si ispirò proprio al paese di Reggiolo per la realizzazione del suo ultimo film “La voce della Luna”. A pochi passi segnalo la presenza dello storico albergo Cavallo Bianco, attivo dagli inizi del 1900 come locanda e stazione di posta per il cambio dei cavalli, successivamente rinomato ristorante, famoso in paese per gli squisiti cappelletti in brodo.


Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta di Reggiolo - foto Marco Parmiggiani

In una delle due cantorie ai lati del presbiterio, troviamo un organo con registri interi e pedaliere estese-Lingiardi, (unico nella  Provincia di Reggio). Essendo appassionato di musica, ricordo di aver assistito in passato ad alcuni concerti (l’organo è funzionante) e l’acustica è magnifica. Sono presenti sei cappelle, un coro ligneo di noce (1885-87) opera del falegname “illetterato” Achille Chiappini e di Floro Baccarini col padre Amadio, autore quest’ultimo anche del sorprendente baldacchino sospeso (1870) con all’interno una tela, forse cinquecentesca, con Padre Eterno e cherubini. Sua anche la splendida cornice dell’Assunta sull’altare maggiore. A sinistra, la Cappella conserva l’affresco di un’immagine considerata miracolosa della Madonna con Bambino e i santi Antonio e Rocco, trasferito intorno al 1725 dalla piazza. In fondo alla navata, l’altare della Madonna del Rosario da cui sono stati sottratti a più riprese alcuni dei piccoli dipinti che contornano la statua della Vergine col Bambino. 

Sul prezioso altare maggiore (depredato una decina d’anni fa di una testina di cherubino) intarsiato di marmi policromi e madreperla (1728), c’è il dipinto dell’Assunta di Malatesta il Giovane. Sull’altare, il pregevole Crocefisso processionale non sempre esposto.

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta di Reggiolo - foto Marco Parmiggiani


Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta di Reggiolo - foto Marco Parmiggiani

Santuario della B.V. di Lourdes 
Ha le sue origini in un antico oratorio del Quattrocento, che doveva supplire all’insufficiente capienza della chiesina del Castello, dato l’incremento della popolazione del borgo. Si sa che l’oratorio fu rifatto nel 1579 sotto l’egida della Confraternita del SS. Sacramento che vi aveva la sede, con dedica alla Madonna e ai santi Antonio e Rocco, protettori dalla peste del 1575. Vi era anche annessa una casupola atta a ospitare poveri viandanti. Un nuovo rifacimento si ebbe nel 1760. Anche questa chiesa ha subito dal terremoto seri danni che stanno comportato laboriosi restauri che avranno fine, probabilmente, nel 2022.

Situato in una delle vie principale del paese (via Matteotti) è un edificio piuttosto piccolo e usato solo sporadicamente per le funzioni religiose. Alle pareti, la Pala con la Vergine e i santi Luigi Gonzaga e Venerio, patrono di Reggiolo, realizzata per la chiesa parrocchiale nel 1751 e qui trasferita per ragioni ignote nel 1823; di fronte, un dipinto del 1655 con Maria e i santi Rocco e Antonio: interessante, sullo sfondo, il dettaglio della Rocca che testimonia come, al tempo, il mastio fosse coperto da un tetto per riparare la guarnigione dalle intemperie. Sul fronte dell’altare, si ammira il bellissimo paliotto (1655) purtroppo spezzato in due parti, dello scagliolista carpigiano Giovanni Gavignani, con S. Antonio genuflesso in adorazione di Gesù Bambino. 


Santuario della B.V. di Lourdes, Reggiolo - foto Marco Parmiggiani

Intorno al 1910, a seguito dell’impulso fornito dalle vicende del santuario di Lourdes, per assecondare la devozione popolare, in area absidale fu ricostruita la grotta delle apparizioni mariane, oggi ingenua testimonianza di fede. 


Santuario della B.V. di Lourdes, Reggiolo - foto Marco Parmiggiani