La Calabria tirrenica meridionale, estremo sud dell’Italia peninsulare, diviso tra la provincia di Vibo Valentia e Reggio Calabria, è terra di aspre montagne, vallate selvagge, campagne coltivate, borghi arroccati e spiagge meravigliose. Classica meta vacanziera del mese di luglio e agosto, questo angolo di Meridione sa ben proporsi anche in altre stagioni, con temperature più miti, colori talvolta più candidi e un flusso di turisti sicuramente più contenuto.

La proposta per un weekend calabrese non può non tenere conto delle perle affacciate sul mare di uno dei tratti di costa più spettacolari del Mediterraneo: Pizzo Calabro, Tropea e Scilla, rispettivamente il nord, il cuore e l’estremo sud di questo lembo di terra calabrese. Ecco come scoprirle on the road.

VENERDÌ SERA: L’ARRIVO A PIZZO CALABRO
Si deve giungere a Pizzo Calabro prima che scenda la sera per apprezzare la bellezza del suo tramonto. È piazza della Repubblica, l’affaccio sul mare, l’angolo di Pizzo da cui godersi il calar del sole sul Golfo di Sant’Eufemia. La piazza è il cuore del borgo antico, e da quest'ultima parte una fitta rete di vicoli dove trovare un ristoro per cenare. Ideale un antipasto di mare con alici marinate oppure un’insalata di polpo, proseguendo con il tipico tonno alla pizzitana, con cipolla rossa di Tropea e uva sultanina, oppure con gli involtini di pesce spada, il tutto da accompagnare con uno dei vini bianchi del Tirreno, uno Scavigna o un Lamezia, chiudendo con un sorbetto al limone. Due passi con vista sul mare sotto il cielo stellato è l'epilogo di una tiepida serata calabrese, prima di ritirarsi per la notte.

SABATO: PIZZO CALABRO E TROPEA
Sabato mattina da dedicare al centro storico di Pizzo, ricca di testimonianze architettoniche Aragonesi, invasori di questa importante cittadina della Costa degli Dei, il tratto di litorale tirrenico calabrese compreso tra Pizzo e Nicotera. Principale testimonianza aragonese è il Castello Murat, voluto da Ferdinando I di Aragona nel 1492, edificio dalla struttura quadrangolare a picco sul Tirreno. Dedicato a Gioacchino Murat, che qui fu tenuto prigioniero e fucilato nell’ottobre del 1815, propone un interessante percorso museale tra ricostruzioni storiche e testimonianze dei drammatici avvenimenti legati al generale francese, tra arredi, quadri e abiti d’epoca.

All’uscita dal castello, obbligata sosta golosa in una delle gelaterie di piazza della Repubblica, anima di quella che viene definita la città del gelato. Tipica delizia di Pizzo è il suo tartufo, inventato negli anni Cinquanta, gelato alla nocciola a forma di semisfera con un cuore di cioccolato fondente fuso e l’esterno ricoperto di cacao amaro in polvere.

Una passeggiata sul lungomare Cristoforo Colombo, nella parte bassa della cittadina, consente di apprezzare la bellezza del litorale, respirare il mare e ammirare la città dal basso. Fine della mattinata nel suo cuore storico che da piazza della Repubblica sale verso la zona alta; corso Giuseppe Garibaldi è l’arteria che taglia in due il centro, animata da locali, botteghe e negozi, dove fare qualche acquisto. Poi fermata alla chiesa di San Giorgio, sempre nel centro storico, costruzione barocca dal bel portale in marmo del 1632. Prima di partire alla volta di Tropea, pranzo in uno dei locali della città magari concedendosi solo un antipasto a base di cozze o vongole e un primo scegliendo tra i tortiglioni melanzane e spada e le linguine allo scoglio, sempre accompagnati da un buon bianco del Tirreno.

Partenza alla volta di Tropea nel pomeriggio, percorrendo la strada statale 522 per godere della bellezza della costa passando da Vibo Marina e Briatico. L’arrivo nel tardo pomeriggio a Tropea propone la città nel suo momento migliore. Percorrendo il lungomare si giunge al cospetto dello sperone roccioso che divide in due il litorale tropeano, dalla cima del quale troneggia la chiesa di Santa Maria dell’Isola, simbolo della cittadina.

Una passeggiata lungo le belle spiagge bianche e la salita alla chiesa, assegnata da Urbano II all’abbazia di Montecassino nel 1077, rifatta alla fine del Trecento, poi ricostruita dopo il terremoto del 1905, consentono di apprezzare le differenti tonalità di azzurro e blu del mare ma anche la pittoresca palazzata del centro storico appoggiato sulla rupe di arenaria. Imperdibile la visita alla grotta del Palombaro, nella parte bassa dello scoglio sul quale sorge la chiesa, passaggio che collega la spiaggia della Rotonda con quella della Linguata. Da vedere le tante botteghe di prodotti tipici dove comprare la ‘nduja, una bottiglia d’olio extravergine, un vino locale, una prelibatezza al peperoncino o qualche cipolla rossa tipica della zona. Cena nel suggestivo centro storico con una bella zuppa di pesce, magari un filetto di tonno con contorno di cipolle tipiche tropeane, oppure un totano con funghi porcini sempre con cipolla rossa questa volta stufata.

DOMENICA: TROPEA E SCILLA
Dopo colazione passeggiata nel centro storico di Tropea, costruito su una roccia di 50 metri di altezza a picco sul mare. Ideale godersi il centralissimo corso Vittorio Emanuele II partendo dall’interno e andando verso il mare. Deviazione obbligata in via Roma per raggiungere la Cattedrale romanica siculo-normanna del XII secolo, dove ammirare l’icona della Patrona della cittadina, la Vergine di Romania, risalente al 1230, e il grande Crocifisso Nero del 1600; poi ritorno sul corso, tra botteghe, locali e negozi, percorrendolo fino all’affaccio sul mare, la straordinaria balconata sullo scoglio di Santa Maria dell’Isola.

In tarda mattinata partenza alla volta di Scilla, nell’estremo sud tirrenico calabrese, concedendosi anche un tratto di autostrada Salerno-Reggio Calabria, da Rosarno a Scilla, senza perdere, se la giornata è limpida, lo spettacolo dell’inconfondibile piramide di Stromboli in mare.

Sosta per un panino con la ‘nduja, il piccante e morbido salume locale, prima di lasciarsi trascinare dagli straordinari panorami di Scilla, gioiello della Costa Viola a due passi dalla Sicilia. La passeggiata alla scoperta del borgo non può che iniziare da Chianalea, il suo quartiere più caratteristico, dagli stretti vicoli e dalle scale che terminano in mare. È facile imbattersi in pescatori alle prese con le reti da pesca, indaffarati nella sistemazione delle barche in uno scenario d’altri tempi, tra i silenzi talvolta infranti dalla sola melodia delle onde del mare lambenti le case affacciate sulla costa. Anche il quartiere di San Giorgio merita una visita, zona centrale della cittadina dalla quale si gode di bellissimi panorami.

Splendidi quelli che offre il castello Ruffo, simbolo di Scilla. La visita al castello arroccato sulla rupe consente di godere di una vista che spazia sulla costa calabrese e sull’estremo nord della Sicilia, oltre ad apprezzare l’imponenza della struttura che il Conte Paolo Ruffo trasformò da struttura militare a residenza nobiliare. Teatro di convegni e mostre d’arte, il castello è tra le strutture militari più interessanti del meridione.
Prima di cena passeggiata a Marina Grande, il quartiere turistico di Scilla, zeppo di locali affacciati sulla spiaggia, dove poter scegliere in tranquillità la mèta dell’ultimo pasto del weekend. Cena con carpaccio di pescespada come antipasto, linguine agli scampi come primo, e dei saporiti involtini di pescespada alla griglia di secondo, il tutto accompagnato con un Calabria Bianco; poi un sorbetto al limone e, come gran finale, un sorso di fresco Amaro del Capo.

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