Torna a casa dopo 400 anni il Duca Francesco Maria I della Rovere, ritratto su tela di Tiziano Vecellio. È il cuore della mostra in programma dal 14 aprile al 14 luglio nelle sale del piano nobile del Palazzo Ducale di Urbania: un ottimo motivo per visitare la cittadina e i suoi splendidi dintorni, in provincia di Pesaro e Urbino, che negli ultimi anni hanno subito - come tutte le Marche - un ingiustificato calo turistico a seguito del terremoto (il sisma del 2016 ha colpito una parte della regione al confine con l'Umbria, ma purtroppo anche altre zone hanno registrato una minore affluenza).

LA MOSTRA DI URBANIA
La nuova esposizione vuole ripercorrere la “Storia delle collezioni dei Della Rovere” racchiuse tra la fine del 1400 e i primi decenni del 1600 nelle sale dell'imponente Palazzo Ducale di Casteldurante, l’odierna Urbania. Il Duca Francesco Maria I Della Rovere, vissuto negli anni del pieno Rinascimento (1490 -1538) diceva spesso di avere la corte a Pesaro, il palazzo a Urbino, la casa a Casteldurante. Ecco perché lo slogan della mostra è il “Duca torna a casa”: passati quasi quattro secoli dal trasferimento delle collezioni artistiche al Granducato di Toscana - dopo la devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato Pontificio nel 1631 - c’è la possibilità di rivedere, nel palazzo dove era originariamente conservato, uno tra i più significativi capolavori della pittura rinascimentale.
 

Il quadro del Tiziano è anche un prezioso spunto per realizzare una “mostra dossier”: sono ricostruiti i principali aspetti delle raccolte artistiche ducali e l’influenza esercitata dal mecenatismo dei Della Rovere sia nell’ambito delle botteghe dei vasai locali sia negli interventi architettonici che hanno interessato edifici sacri e civili. Oltre alla tela del Tiziano, altre opere raccontano alcuni aspetti del collezionismo che animavano la dinastia roveresca, contestualizzando la stessa nell’ambito degli importanti avvenimenti storici riguardanti la penisola italiana che coinvolgevano, anche in prima persona, Francesco Maria I Della Rovere sia come Duca di Urbino sia come Capitano Generale della Serenissima Repubblica di Venezia.
 
L’itinerario espositivo si sviluppa anche nelle diverse sale del palazzo, che peraltro ha appena visto concludersi il restauro dei due cortili; e poi, lungo la passeggiata scenografica sul fiume Metauro realizzata dall’architetto Gerolamo Genga e nella chiesa del Corpus Domini di Urbania per gli affreschi e dipinti dell’artista Raffaelino del Colle.

LA STORIA DI URBANIA E CHE COSA VEDERE

Di antica fedeltà alla chiesa, Urbania cambiò nome tre volte, l'ultimo nel 1636 da papa Urbano VIII. Per la sua tenace dedizione al partito guelfo si trovò in conflitto con la vicina e più potente città di Urbino, la quale distrusse Castel delle Ripe (primo nome dell'attuale Urbania) per due volte consecutive nel XIII secolo. Fu dunque ricostruita (1280 - 1282) per volere di Papa Martino IV, sulle rive del Metauro ad opera di Guglielmo Durante (da cui il nome di Casteldurante) Uditore delle Romagne e poi vescovo di Mende.

Da Urbino, trasportati in lettiga dai servi, i Duchi raggiungevano in circa tre ore l’amata Casteldurante, chiamata “luogo delle delizie”; qui nel Palazzo in riva al fiume Metauro passavano le vacanze fra belle dame e poeti, ritemprandosi dalle fatiche della guerra. Addirittura un duca, l’ultimo, Francesco Maria II Della Rovere, stabilì qui la sua residenza, stregato dalla magia dei luoghi e morì proprio a Casteldurante nel 1631; con lui finì il ducato. Dal palazzo sul Metauro, risalendo un miglio di fiume in barchetta, attraverso un originale sistema di dighe (nel XV secolo), i signori andavano a caccia di cervi e daini al Barco Ducale, ancor oggi maestosa costruzione appena fuori città.

Da visitare ovviamente il Palazzo Ducale, dove tra l'altro è possibile ammirare i due globi del Gerardo Mercatore ("La sfera celeste" e "La sfera terrestre entrambe" del 1500) e dove, al piano terra, si può ammirare una dimostrazione di ceramica a cura dell'associazione Amici della ceramica: nel Cinquecento infatti si realizzarono qui fra le più belle maioliche del Rinascimento e ancora oggi continua una bellissima produzione. Il Museo diocesano, peraltro, conserva una estesa galleria sulla ceramica durantina. Poi, le varie chiese: per esempio Santa Caterina, considerata la cappella degli artisti durantini e interamente stuccata e affrescata nella volta a botte, e la chiesa dei Morti dove sono conservate le cosiddette Mummie, 18 corpi risalenti al 1600 perfettamente conservati. 

Nei dintorni, si può invece fare tappa a Urbino, culla del Rinascimento, e poi tra le cittadine dell'alta Val Metauro (come Mercatello sul Metauro, borgo insignito dal Touring della Bandiera arancione per le sue qualità turistiche e ambientali). Inevitabile infine una sosta alla vicina Gola del Furlo: nel punto più stretto, l'imperatore Vespasiano fece scavare nel 76 d.C. una apertura sulla roccia che affianca un'altra augusta galleria di origini più antiche. Bellissimo il canyon e straordinarie le acque azzurre del fiume. Un'ottima idea per un weekend lungo; tra l'altro, in zona si mangia più che bene (dai tartufi all'agnello, dai crostoli - piadine all'uovo sfogliate - alle verdure, dai vini ai formaggi). 


 

INFORMAZIONI
“Francesco Maria I della Rovere di Tiziano” - Storia delle collezioni roveresche nel Palazzo di Casteldurante
Urbania, Palazzo Ducale - 14 aprile / 14 luglio 2019
Orari: 10-13 / 15-18; Ingresso: 6 euro
Inaugurazione domenica 14 aprile, ore 11, Teatro Bramante di Urbania

PER I CAMPERISTI

- Area attrezzata sosta camper Fosso Maltempo - Piazzale delle Poste, a 300 m dal centro. Acqua, pozzetto, 60 piazzole.
- Area attrezzata sosta camper dietro il complesso monumentale del Barco. Acqua, pozzetto, elettricità.  
- Punto sosta camper presso Agriturismo Molino Orsaiola, Via Orsaiola 35/36. Info 0722.318988. A pagamento: illuminazione, servizi con docce, ristorante.
- Punto sosta camper presso Agriturismo Biologico Pieve del Colle, strada Pieve del Colle 1 (SP 55). Ubicato su una collina pianeggiante a 351 m slm consente la sosta gratuita in area illuminata, ombreggiata, barbecue, picnic, servizi igienici e ristorazione biologica nella casa colonica risalente al 1734. L'agriturismo dispone di camere ed appartamento.