I paesaggi delle Langhe regalano forti emozioni tutto l'anno. I loro dolci poggi vitati, gli splendidi castelli che ne dominano le valli punteggiate di borghi, le pievi e le enoteche, rendono quest'area piemontese una delle culturalmente e scenograficamente più interessanti d'Italia. È però l'autunno la stagione ideale per respirarne meglio la poesia, ammirarne la bellezza, scoprirne i tesori, assaggiarne le delizie gastronomiche, apprezzarne al meglio la cultura del vino.

Barolo, Grinzane Cavour, Serralunga e La Morra sono il cuore di questa zona che ha conquistato la ribalta mondiale non solo con i suoi prestigiosi vini ma anche con il suo modo di fare cultura. Tre di questi paesi sono insigniti della Bandiera arancione del Touring Club Italiano, il riconoscimento che premia i borghi accoglienti dell'entroterra: per maggiori informazioni si vedano le informazioni pratiche.

Foto Francesco Zoia
VENERDI' SERA A BAROLO
La salita al paese di Barolo è un emozionante susseguirsi di poggi sovrastati da antichi manieri e piccoli centri. Il borgo sorge in un ampio anfiteatro di colline, adagiato su una sorta di altopiano, nel cuore di uno sterminato susseguirsi di vigneti. Chi vi giunga per la prima volta non può che rimanere a bocca aperta davanti a un’interminabile moltitudine di viti. Lo sguardo continua inarrestabile ad appoggiarsi sulle colline circostanti per poi tornare sul borgo, sul castello e ritornare, nuovamente, sui poggi.
 
Una volta calata la sera non resta che sedersi a tavola per gustarsi uno dei classici antipasti locali, la carne cruda battuta al coltello con tartufo nero, per proseguire con un risotto con i funghi porcini, il tutto accompagnato da uno dei vini rossi di queste terre, il Dolcetto d’Alba, dal sapore asciutto e gradevolmente amarognolo. Dolce finale con il bonèt, budino di antica tradizione piemontese.
SABATO A BAROLO E GRINZANE CAVOUR
In questa terra di grandi etichette, non può che essere il vino il protagonista del weekend. Barolo ne è uno dei centri più prestigiosi, proprio per la fama del suo vino più celebre, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Turisti di ogni dove giungono in quest’angolo di Piemonte per apprezzare, gustare, comprare e vedere come si produce questo vino straordinario, ma anche per respirare la semplicità e le tradizioni che qui sono rimaste quelle di un tempo, nonostante Barolo sia diventato un’importante meta turistica e tra le più significative realtà della storia vitivinicola e produttiva italiana e mondiale.

La mattinata merita di iniziare con una passeggiata tra botteghe, ristorantini, bottiglierie e scorci panoramici sulle colline. L’elemento fortemente caratterizzante l’abitato è sicuramente il castello dei Marchesi Falletti di Barolo, potente famiglia di banchieri, dove, imperdibile, è il Museo del Vino, emozionante percorso nella cultura del prodotto. La visita si snoda tra la terrazza panoramica del castello, che regala una vista mozzafiato sulle Langhe, fino alle storiche cantine dove, a metà del XIX secolo, nacque il vino Barolo. Un percorso tra arte, musica, letteratura, storia, cucina, miti universali e tradizioni locali, ma anche nella storia di un castello che fu abitato dai Marchesi Carlo Tancredi e Juliette Colbert, meglio conosciuta come Giulia di Barolo, e Silvio Pellico, protagonista del Risorgimento italiano. Non si può lasciare il museo senza la degustazione e l’ammirazione delle grandi etichette storiche e le annate memorabili degli undici paesi delle Langhe che producono il Barolo.

Poi, dopo tanta meraviglia, ci si deve concedere una pausa pranzo che meriti. Per iniziare un assaggio di salumi, tra cui l’ottima salsiccia locale, il salame di cinghiale e quello al tartufo, per proseguire con un buon piatto di tajarin al sugo d’arrosto, la pasta lunga fresca della tradizione regionale, per chiudere con la classica torta di nocciole.
 

Primo pomeriggio al Museo del Cavatappi, a due passi dal castello, curioso percorso per conoscerne la nascita, la storia e l’evoluzione. È Grinzane Cavour, ad una manciata di chilometri da Barolo, la seconda meta del pomeriggio. Percorrendo la provinciale 157 si sale lentamente al castello. È una curva che improvvisamente ne svela la bellezza. Su di un poggio, l’imponente maniero, sede in novembre dell’asta mondiale del tartufo, domina i vigneti. Prima di raggiungere il piazzale dove sorge uno dei gioielli architettonici più belli del cuneese, conviene concedersi un giro sulle colline circostanti per regalarsi scorci mozzafiato con, sullo sfondo, le Alpi.

Con pianta quadrata e torri angolari, il castello risale al XIII secolo e fu residenza giovanile di Camillo Benso conte di Cavour. All’interno il Museo Etnografico racconta anche l’altro tesoro, oltre al vino, di queste terre, quel tartufo che la capitale delle Langhe, Alba, celebra con la fiera mondiale d’autunno. Museo dove all’ambientazione della cucina albese del Seicento e dell’Ottocento, si unisce quella di una distilleria del Settecento, la bottega del bottaio, allestimenti sul tartufo e oggetti dell’enogastronomia locale. Sempre nel castello sono conservati mobili, manoscritti e la fascia tricolore di Cavour di quando era sindaco di Grinzane.

Cena con uno dei piatti principali della cucina regionale, il bollito misto, autentica tipicità piemontese, accompagnato con le salse ed i bagnetti, con contorno di patate, carote e cipolle bollite. Ideale un buon Barbera d’Alba, vino rosso rubino dal sapore asciutto.


 
DOMENICA A SERRALUNGA E LA MORRA
È Serralunga la metà della domenica mattina. La strada che porta al borgo, per lo straordinario scenario che propone verso la catena alpina, impone l’abbandono della macchina e la prosecuzione a piedi. La stretta strada che porta all’abitato regala scenari d’incanto verso il cuneese e le Alpi ed è dominata dall’imponenza del castello, edificato alla metà del XIV secolo, che sovrasta il borgo con la sua originale verticalità. Una ripida salita porta nel cuore del paese, al suo suggestivo concentrico, e al castello del quale si apprezzano le fasce di archetti e le preziose bifore gotiche. Cuore del maniero, dalla struttura intatta, è sicuramente il Salone dei Valvassori che custodisce gli interessanti affreschi quattrocenteschi rappresentanti il martirio di Caterina d’Alessandria.
 
Trattorie e ristoranti caratterizzano il borgo, dove non ci si può perdere un pranzo con vista sui vigneti a base di agnolotti del plin, la pasta ripiena di Langa, conditi con burro e salvia, proseguendo con un buon brasato al Barolo, grande secondo piatto della tradizione, da accompagnare, ovviamente, con il re dei vini, il Barolo appunto. Per finire una golosità; la torta al cioccolato.
 
Pomeriggio da trascorrere al balcone delle Langhe. Il paese di La Morra è infatti adagiato su di un poggio ad oltre cinquecento metri d’altitudine. La vista mozzafiato spazia a trecentosessanta gradi su tutte le Langhe. Barolo par di toccarla con mano. Una passeggiata nel borgo consente di apprezzarne gli edifici di pregio tra cui la chiesa parrocchiale di San Martino, edificata tra il 1684 ed il 1695, dall’imponente facciata barocca, la chiesa della Santissima Annunziata e la settecentesca torre campanaria. Da non perdere la policroma cappella della Madonna delle Grazie, la piccola chiesa, mai consacrata, voluta dalla famiglia Ceretto agli inizi del Novecento per radunare i contadini in caso di improvvisi e violenti temporali.
Non si possono lasciare le Langhe senza essersi concessi la tradizionale Merenda Sinoira, quella che un tempo si faceva in campagna nel cuore del pomeriggio, per dare forza ai contadini dopo i lavori del pomeriggio e prima di quelli serali nei campi e poi nelle stalle. Oggi è sicuramente più ricca e sostanziosa di un tempo e merita un assaggio di vitello tonnato, acciughe al verde, frittate, salumi e formaggi tipici di Langa, tra cui la Robiola di Roccaverano ed il Murazzano. Dolce finale con il tortino caldo di nocciole prima di concedersi una passeggiata serale con vista sulle vigne e sui borghi illuminati.

 
INFO PRATICHE
I borghi

Come già accennato, molti paesi delle Langhe si possono fregiare della Bandiera arancione Tci, il riconoscimento che il Touring Club Italiano assegna ai piccoli borghi dell'entroterra che si distinguono per la loro qualità turistico-ambientale.
Per avere maggiori informazioni, basta consultare il sito www.bandierearancioni.it. Ecco le schede dei borghi della zona: Barolo; Grinzane CavourLa MorraMonforte d'Alba; NeiveBergoloCherasco; Bene Vagienna.

Dormire
Per chi vuole concedersi un weekend raffinato, Relais San Maurizio (www.relaissanmaurizio.it), situato a Santo Stefano Belbo (Cn) è una dimora di lusso, sinonimo di ospitalità d’eccellenza nelle Langhe. La struttura, originaria del XVII secolo, è stata aperta al pubblico nel 2002 grazie ad un’attenta opera di restauro che ha preservato lo splendore dell’antico monastero, fondato nel 1619 da un gruppo di monaci cistercensi. Un vero e proprio paradiso sospeso nel tempo, dove si fondono arte dell’accoglienza, alta gastronomia e ricerca del benessere.
 

Mangiare
Per un buon pranzo o una buona cena, consultate la nostra selezione di ristoranti e osterie. Tra i tanti indirizzi, consigliamo in particolare:
- la Fattoria Cà San Ponzio a Barolo, antica cascina di Langa immersa nel verde, in posizione panoramica;
- la Cantina Borgogno a Barolo (www.borgogno.com), antica casa vinicola delle Langhe che affonda le sue radici nel 1761;
- la locanda in Cannubi a Barolo (www.locandaincannubi.it), residenza ricavata in un elegante edificio del Settecento ed immersa nei vigneti;
- l'azienda agricola Le Ginestre a Grinzane Cavour (www.leginestre.com), a due passi dallo splendido castello di Grinzane Cavour;
- la Cascina Meriame a Serralunga d’Alba (www.barolomeriame.com), tipico cascinale immerso nei vigneti con vista sulle colline di Langa;
- l'Osteria del Vignaiolo, a La Morra: tra le specialità il vitello tonnato, l’insalata di carne cruda con porcini, i ravioli del plin e la spalla di agnello di Langa.
Altre info
- Siti web www.langabarolo.itwww.langheroero.itwww.turismoinlanga.it.
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