Un cono di granito emerge dal mare. Intorno le altre isole dell’Arcipelago toscano che forse non vale la pena definire solo come un Parco Nazionale. Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona sono raccontate anche come perle marine che Venere perse e che il mare trasformò in isole, battute dal libeccio e sulla rotta di condottieri e dominatori, eroi e semplicemente naviganti di ieri e di oggi. Leggenda storia e geografia si confondono in questo ritaglio azzurrissimo di Toscana, allo stesso modo in cui si confondono porti turistici, borghi di pescatori e litorali ancora intatti.
“Il Giglio” per dimensioni la seconda isola dell’arcipelago e su venti chilometri o poco più di superficie si mostra con una costa frastagliata e a tratti davvero impervia tra cui scovare baie sabbiose e insenature sottovento dove vivere intense giornate di mare. Ma il Giglio non è solo mare e spiagge. Come tutto l’arcipelago toscano lo status di Parco nazionale ha richiamato appassionati di trekking che non disegnano soste rilassanti tra cultura e sapori locali.
Una duplice natura quella del Giglio, di contrasti che si accendono tra i borghi marinari e quelli in altura, collegati da una trama di sentieri che ricalcano le vecchie mulattiere, un tempo percorse solo da asini, pecore, allevatori e qualche soldato. 
LE SPIAGGE
Oltre alla spiaggia di Giglio Campese, l’isola è generosa di baie accoglienti. Dall’altra parte dell’isola ecco la spiaggia delle Caldane, che a sua volta si collega con un sentiero agevole alla più battuta spiaggia delle Cannelle, che si può raggiungere anche dal borgo di Giglio Porto con una passeggiata di un quarto d’ora verso sud. Verso nord invece, camminando per cinque chilometri, si raggiunge la spiaggia Arenelle, piccola e meno frequentata.  
IL TREKKING
Un sentiero che riassume le suggestioni isolane è quello che collega Giglio Castello e il borgo marinaro di Giglio Campese. Giglio Castello si trova infatti a 405 metri sul livello del mare, cinto da mura pisane interrotte da torri cilindriche e rettangolari: strategico per partire e facile da raggiungere con i mezzi pubblici (per evitare una noiosa A/R). Appena usciti dalle mura si scende sulla mulattiera ben segnata che si snoda sul fianco della montagna. Accompagnati dal profumo intenso della macchia mediterranea, si procede in direzione della baia del Campese, la cui vista appare centinaia di metri al di sotto. Una volta raggiunta la spiaggia – la più grande dell’isola – ci si può rinfrescare nel mare e godere del panorama che abbraccia da sud a nord un faraglione e una torre medicea di difesa.
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UN PANORAMA DA OSCAR
Dal borgo di Giglio Castello si può raggiungere Punta di Capel Rosso, sul versante più selvaggio dell’isola. Qui Paolo Sorrentino girò l’ultima scena della "Grande bellezza". E in effetti l’inquadratura non mente, con le sfumature di blu e il profilo dell’isola di Giannutri all’orizzonte.

IL GIGLIO, L’ISOLA CONTESA
L’Isola del Giglio fu abitata in epoca preistorica, e frequentata da etruschi e romani: a cala Saracena, vicino a Giglio Porto, si trovano i resti immersi nell'acqua di una villa romana. Nel medioevo l’isola fu dominata da Pisa, ma nel corso del ’400 entrò nell’orbita fiorentina. La minaccia di attacchi barbareschi rimaneva comunque costante, tanto che nel 1544 settecento abitanti furono deportati come schiavi. Il Giglio fu poi ripopolata chiamando contadini senesi e oggi (anche dopo la sciagurata e tragica vicenda dell’affondamento della nave Costa Concordia) vanta un richiamo turistico di tutto rispetto.
ARRIVARE E MUOVERSI NELL'ARCIPELAGO
Il Giglio si raggiunge con il traghetto da Porto Santo Stefano (Gr) con compagnie Toremar e Maregiglio. In estate il trasbordo delle auto è limitato.  promuovendo l’utilizzo dei mezzi pubblici. Gli stessi traghetti portano in 50 minuti a Giannutri, dove dal 15 aprile al 15 ottobre le visite sono libere solo lungo la via di collegamento tra i due approdi principali, mentre per il resto sono limitate e guidate. Per Montecristo, l’isola che che insieme è riserva naturale statale e Riserva naturale biogenetica, partono solo battelli speciali per i visitatori autorizzaTi dal Corpo Forestale dello Stato di Follonica. L’attesa può essere davvero prolungata.
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