C’era una volta una discarica di rifiuti... Una grande, imponente discarica dove un giorno arrivarono centinaia di camion, per scaricare i loro materiali in una valletta isolata, nel mezzo di uno dei più bei paesaggi italiani. Da quel giorno i camion non si sono più fermati, e anzi, hanno iniziato ad arrivare anche da molto lontano…

Già sentiamo le possibili rimostranze. “No, scusi, guardi che forse ha sbagliato sito web. Qui siamo sulla pagina dei borghi Bandiera arancione, qui ci interessano solo le eccellenze dell’entroterra italiano, quelle più attente al turismo e all’ambiente, quelle capaci di valorizzare il loro territorio...”. Ma è proprio di ciò che stiamo parlando! A Peccioli è stato possibile qualcosa che neppure il genio visionario di Fabrizio De Andrè (avete presente quando cantava “dal letame nascono i fior”?) avrebbe osato immaginare. Sì, perché quanto accaduto nel borgo, nel cuore verde della provincia di Pisa, ha del miracoloso: un avveniristico impianto di smaltimento e trattamento rifiuti che, producendo utili per 25 milioni di euro nel giro di dieci anni, ha portato in dote benessere, sviluppo, servizi, democrazia partecipativa; e poi energia pulita, progetti solidali, strutture educative, centri polivalenti, asilo nido, scuola, musei, mediateca, Accademia musicale, eventi, piste ciclabili, impianti sportivi, parcheggio multipiano, centrale fotovoltaica. Con ricadute economiche, culturali, sociali e turistiche positive sui 5mila abitanti, sul paesaggio circostante e anche sui comuni limitrofi aderenti all’Unione Parco Altavaldera.

La data di nascita del Sistema Peccioli, un modello di “buone pratiche” studiato da università italiane e straniere, è il 21 aprile 1997. È in quel giorno che il comune di Peccioli, sospinto dall’entusiasmo del più volte sindaco Renzo Macelloni, superate alcune ovvie titubanze locali dà vita alla società per azioni Belvedere. Suo obiettivo, gestire le complesse problematiche (al limite dell’emergenza ambientale) legate all’impianto di smaltimento situato nella frazione di Legoli. Che apre le porte alla partecipazione dei cittadini, sino a configurarsi come una società pubblico-privata che oggi, mentre il Comune di Peccioli resta azionista di maggioranza con il 64% delle quote detenute, vede ben 900 azionisti spartirsi il resto del capitale sociale. A Peccioli, in sostanza, i cittadini non si sono limitati a eleggere amministratori cui delegavano il compito di decidere che cosa fare nel e del territorio, ma con una sorta di circolo virtuoso si sono coinvolti direttamente, trasformando in opportunità ciò che – una discarica – altrove sarebbe stato rifiutato a priori come una minaccia al territorio. Qui, grazie alla partecipazione collettiva, è accaduto esattamente il contrario: per esempio, Comune e società Belvedere hanno dato vita alla società agricola Fondi Rustici, con l'idea di valorizzare e tutelare l'idilliaco paesaggio locale, preservandolo da speculazioni immobiliari.

Il Sistema Peccioli, così, smaltendo, trattando e riciclando rifiuti è riuscito addirittura a ricavarne cultura, grazie alla fondazione Peccioliper, nata nel 2004 e che da allora ha portato nel piccolo borgo pisano eventi di livello nazionale e internazionale. L'attività prosegue tutto l'anno, ma ha il suo culmine in luglio con il Festival 11Lune, i cui spettacoli in genere vanno in scena alle porte del paese, nell'anfiteatro Fonte Mazzola, pensato come un teatro greco antico in grado di ospitare duemila persone, con il verde delle colline come fondale.

Ma ci sono anche eventi organizzati addirittura in un altro anfiteatro, quello ricavato niente meno che nel Triangolo Verde, che poi è un modo meno brutale di definire la stessa discarica, trasformata in inatteso palcoscenico all'aperto per concerti di musica classica, sfilate di moda, partenze di gare podistiche, installazioni di enormi sculture, mentre l'attiguo centro congressi ha visto convegni di teologi e lezioni di Nobel per l’economia. Nel luglio 2018, tanto per dire, l’orchestra e il coro del Maggio musicale fiorentino hanno eseguito una selezione di celebri brani e arie d’opera, sotto la direzione del maestro Gaetano d’Espinosa, davanti alle gigantesche (un po' inquietanti) sculture che nel 2011 il gruppo Naturaliter ha sparso fra le geometriche colline di rifiuti compattati.

La discarica come catalizzatore di bellezza, insomma: chi l’avrebbe mai detto? Chi ci avrebbe mai scommesso? Uno che ci ha creduto è Sergio Staino, il noto vignettista toscano amico di lunga data di Peccioli e del suo carismatico sindaco Renzo Macelloni: tempo fa per il borgo toscano aveva scritto la storia di “Pecciolo contro Talquale, il mostro spazzatura”, diventata poi uno spettacolo messo in scena dal Teatro dell'Archivolto di Genova. Staino poi ha accettato di decorare le pareti esterne che proteggono dal vento l’impianto di Trattamento meccanico biologico, impedendo a rifiuti e odori di disperdersi nei dintorni. L'artista nel 2016 ne ha fatto qualcosa di allegro e di poetico: un colorato affresco, firmato per la prima volta assieme al figlio Michele, che si allunga su dieci pannelli larghi 10 metri e alti 9, per una lunghezza totale di cento metri. Staino vi mette in scena un corteo dove i piccoli abitanti dei prati circostanti (chiocciole, rane, cavallette, lucertole, libellule, scarabei ecc.) sono cavalcati da buffi guerrieri o splendide odalische, figure fiabesche che ricordano le illustrazioni dei libri per bambini. Non a caso, il titolo dell’opera, ispirato a una frase cara al compianto fotografo Mario Dondero, è “All’altezza delle margherite”. Nel 2017 è poi toccato all'inglese David Tremlett, un maestro della neo-avanguardia famoso per i suoi wall drawing, riempire di colore e forme geometriche un grande muro di contenimento, nel mezzo della discarica.

Molte cose insomma sono avvenute e sono cambiate a Peccioli da vent’anni a questa parte. E anche la discarica, madre di tutti i cambiamenti, non è stata ferma. Fra le sue ultime evoluzioni, oltre al citato impianto di Trattamento meccanico biologico (TMB) per estrarre i materiali riciclabili dai rifiuti indifferenziati, figurano la gestione di un impianto di cogenerazione per la produzione di energia derivante dal biogas, ma anche, lontano dal Triangolo Verde di Legoli, la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici e mini-eolico. Un’area attigua all’impianto di Legoli dovrebbe poi ospitare un impianto di compostaggio, con produzione di biometano derivato dal trattamento della frazione umida.

E intanto la società Belvedere ha allargato il raggio d’azione, coinvolgendo realtà di assoluto prestigioso come la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e il Cnr per nuovi studi sulla robotica e sulla domotica applicate a una migliore gestione dell’ambiente.

Testo di Roberto Copello; per le foto, si ringrazia Cesura/Luca Santese (immagine sculture nel testo).

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